Opera;

발행: 1760년

분량: 246페이지

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분류: 미분류

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Muciano di scri vernegli male gn' uno , O me noci Voci fastoso 'urtava avexa addo si di gran peccati, chia mava con sua arroganZa a disco sto mali VoglienZa trop-po ricordando i suo meriti dic eva gli altri pol trotii Cecina rigione arrendulo. Onde a Poco a poco a Vespasiano adde di collo senza per dimostrario. Inquella state che Vespasiano in Alesi andria dimoto, tapetiando i 'Etesie per navigare , si vide miracoli , he ilCielo, erit 'Iddi l 'amavano. Un overo ieco 'Alesiandria , assa noto , consi gliato da Serape , Id dio principale

di quella gente , plena di supersti Eionici illatos allegi nocchia di Vespasiano , pia gnendo ii prego volerio illuminare, e go te, e gli occhi immoliando gli concia

sua sciliva. Un altro odit ratio 'una an , per loconsigito me desimo di faria si calcare dati a planta delii ἐdi Cesare, ne prego. Egli e ne ricleva , e mandavZli via. pur quelli ri pregando lovi ora tem eva 'essse tenuiou Ano , Ora per ii congluricior , e per te voci delli dulant , en trava in speran Zara fece edere a medici se ata cecit , e ratira Zione era rimedio man collegia- Iono , he la luce non era perduta , e levando gli e cainter alte edrebbe Q'altro aven i muscoli torti triensi con medicamenti sanare ma che fors ave an ogi 'Id dii a questa divina cura eleti Cesare che alia fineri u scendo, occher ebbecia gloria a lui lo cherno dique miseri , non itu scendo. Parendo ad unque a Vespasiano alla fortuna sua plano Ogni cola , e nulla incredibile , concitet volto, non battendo occhi ii popolo :esegui. a Zno incontanente 'adopero , em cie covide. Deli' uno deli alti ci a testa in otii di ve cluta ancor' oggi , he non possono uada gnare ella men- Togna. Si accese a Vespasiano aggior o glia di an darea templo . e intendere de fati deii Imperio. Entro vulsolo adorando uello Iddio, si vide die tro u sacer Adote de principali 'Egitto nomato Basilide , ii quale sapeva che non era in Alessandria, in Ioniano parecchigi ornate, e malato : domanda per e stra de se gli stato edulo nella citia : final mente mette gente a ca- vallo in Viene , che in uel punio egi era lontanoot tanta mi glia inde egi intes che quella fu vitione, e Ivocabolo Basilide voleva dire che ei resne rebbe Dei I

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origine di questa divo Zione non partano nostri autori. I Sacerdoti 'Egitto dicon , he a Re Tolo meo it primo Macedone che sermo te for Ee 'Egitto , accrescendo in

Alessandria uova mente edificata , mura , e templi, divo Zioni apparue in igno naiovane di gran belleae . e statura maggio che manu , ali disse , che manclasse

in Ponto datissimi suo per la sua immagine che baon

per que Regno quella sedia che 'avesse , farebbegrunde , e famosa is videt entro gran fiamma salire alci elo Sue gliato dati agur . e mira colo. lo confert 'Sacerdoti Egizii , he so glion intender si di tali cose Masa pendo est poco agionare di Ponto, e di cos di uori di manda iiDoleo te niele de gli Eumolpidi . fati venird 'Eleusi per primo aeter dote .che religione. che Diotassequello Timoleo in te se da pratichi in Ponto , che vi erata citia di Sinope lontano vn templo per antica fama tenui di iove Dite , perche una figura di donia agit, appres o de ita da piu Proserpina. M a Tolo meoico me e natura de Principio auros , o rassiculato piu a placeri che a religione in teso ogri altra colae urant , appar lo me desimo gio vane tu terribile , emina cci di perdere tui, erit Regno, sed ei non l'ubbidiva. Aliora ei mando Ambasci adori . e presenti a Scidio-temide allor a Re de Sinopi , con ordine chemel navigare visit assero Appolline Pilio Ebbero uo vento I Oracolo rispo se chia ro Andas no eui portas ori l 'im-magine di suo a die is non di si sorella Liunt a Sinope , per lo Re loro pretentano spongon , e regano Scidrotemide , ii quale tutio confuso, or uole ubbidire alto Iddi or te me de popolo the clama mirari presenti, e te promesse delii Ambasci adori Tre anni dura ΤOlo me a iservari , regari , mandargit iu degni Ambasci adori , tu navi , tu oro finaliDente appari a Scidrotem ideon' o nibia, che molio lo minaccio . sepi di morasse a fare la volonia ello Ιddio Segui vano

tardando est , varie ovine . e maluitie , e manifel ἰδira de ciet Ogni di aggravante Laonde Scidrotem Idechiam a pari Amento , e dice quanto aes Id di co- mandato : egit e Tolo meo edulo quanti mali neven sono I popolo contrastava aline, invidi avari 'Egitto

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LIBRO QUARTO. i s

tem eva di se , e circondava ii templo M aggior miracolosi ac conta , che locilest id di andasse a lito 'im barcasse da se De che te navi inter Eo di i cosa mirabile adire sol cato tanto mare , en trassono in Alessandria. Falto gli su templo se condocia grande a delia citia . in tuo go det to Racoti, ove eracla cappella antica di Serapide , e Iside cosi si celebra origine , ora porto dique sto Id dio. So bene che alc uni o anno venulo di Seleucia . citia di Soli , regn3nte Tolo meo tereto Altriche time desimo Tolo meo infe venire a Menii, si gloria , e sol te gno 'Egitto Molli dico no questo esser Esculapio , perche ina Pinferna altri Osiride , antichiissimo Nume di quelle genti Altri , iove nna potente. Mollissimi ili adre Dite , da certi segnali chesi mo strano

argo mentano. A Domi Eiano , e Muciano non ancor

Treveri De per certe Ecdella vitiori , presentato prligione Valentino Capitano de stimici, non cl luto 'animo e molirava ne volt ori passato ardue la te legara fulasciato avellate per chiura sua natura E sentenZ luto, essendo gli ne molire improverata a sua patri pres , Iispote . Percio an darne volentieri. Muciatio allor di 8 mori quello cheam tei 'po 'cra tenui in petio : Hollor a Uche per graeti delli Id dii e Mite de nimici eranoM abbat tute , non effere de gnita di Domi aiano , finita aquil la guerra, intervenire ne ii altrui lotia : se sis: ratiasse ello stato deli Imperio , e della salute et leo, Gallie, do urebbe la persona di Cesare trovarsi m Cam-m po Cani nescit . e Batavi esse re it prese da minor Ca- pitani. Rised esse egi in ione : ostr is da vicinori 'Im-υ Peria grandera , e fortuna : non intrigato ne peta coli 3 piccioli, e prono a prouuc de re a m Aggiori. Domi Σi An attin seci' arte et ina, o fare ii templice , ostio Osservaneta ando sene a Lione. Donde si crede chepe segret messuggi egii astasse Ceriale se, ellendo quivi , li consegne rebbe 'eser cito , e litoto deli Imperio Se gli dilegn far guerra con velle for Ze alPadre , o fortit carsi contro a Fratello, non si seppe perche Ceriale con destreae salutifera i traii d i fan

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vecchi preetare come iovane , non 'impacci pi de salti et I Imperio: enche prima sati , e me nomi. Es'immerse , quasi semplice , e modest , elli studi elle Iettere , e ella poesia : per nascondere itasti animo invidiante i Fratello alia cui natura diversa e OlceroneVa nome contrario.

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G. CORNELIO

TACITO

LIBRO QUINTO.

Ea principio di quest anno Tito Cesare eleti dat

Pad te a dona a la Giude famoth in guerra quando Ambi eran privati , e tanto tu allor a che gli elerciti est vGulalliri 'adoravano a gara , per ancor ostrarsi maS-giore compartu ad orno , e proni ne ii armi, assibile e attraitivo si me scolava tra me nomi a laVorare , marciare mantenendo per suo grado Ricevetonio in iudea re legioni , Quinta , Decima , Quindice lima , antiche di Vespasiano La otia gli die lamo dicesima , erae venute 'Alessandria Ventidue sim . e Tereta. Accompagnautanto venti coorti 'aluti , otio bande di

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forte mano 'Arab . a Giud ei nitia ici come de vicinio usaneta Molli di Roma , e 'Italia trauero at Principe , ancor non proVisto , per guada gnariosi Con uetata oste erit rato ne pae se nimico, in bella ordinaneta ii tutio rico nolcauto , pretio a conabattere prest o Gier sol in ara' ac campo Ma ovendo no narrarra' ultimo fine di si famosa et ita , convie dirnera principio. Scri-vono , he i Giud ei fuggiti di Candia si potero eli

ultima parte, della Libia, quando Saturno fu da iove cacciat de regno Argumentanto da nonae perchechia mandosi gli abitatori 'Ida , famoso monte in Candia . de . oglion che o con aggiunt barbara si dices ero iud ei Altri . che, regnante Isideris operchiando in gitto a moltitudine sotio ieroso-lmao, e Giud a Capitani, gorgo elle terre vicine molli anno i iudei tiopi , fora uti da odio, e paura de Re Ceseo , a muta paese. Altri , Assiri , per catellia di te reno impadroniti di parte 'Egitto indi abitato citra , e pae si 'Ebre , e confinanti a Sori altri anno loro origine molio chiara chem Solim . gente celebrata a mero, edificarono Gierosolim , e uo serie i nome loro. Convengono iiiu, ehe essendo nato per 'Egitto una ebbra che vastavale corpora 'Oracolo 'Ammone commando a Re Boccor , hie dente i medio', che et lasse ii Regno e cacci 3 ne in lire terre questa genia , odiosa alii

Id dii. Cos furo tuti tro vati , messi in si eme , e lasectati ne di se ilici e non fucendo che plangere , Mois8 solo dis e toro, non spetiasib pi a juto da Id dii ne a uomini oiche da tuiti erano abban donati credeston a tui dato loro dat telo , o cui juto

aveano scam pate e prime miserae. Con a sed , sen-Σ in per ove , comin cictno e camminare. Pativa noso pra tutio 'ac qua , e gia mori bondi stram aeta vano in terra per Iutto. Eccoti u gregge 'anni salvatichisa tolli entrare in unu caverna 'ombros bosco. Moissi

dronitono di quelle terre , e laseivi si ita e ' templo.

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Νioi; per comandat quella gente in futuro , trovonuovi ordini , a tuti altri contrari. Quivi e profa no iocche a noto agro lecit , o aborrito Consagro in uogo i condito una testa deli animale cheino illo it cammino , e pense a se te montone astifico quasi in il regio di iove Amnione. Sagrificano anche i bue , che Id dio Api delli

Egizii : non angiano porco , per nae moti di quella scabbia che I 'inlatio, on de quelio animale di t-toso. Confeliano col molio Ancor digiunare a lunga fame patita rubale inde , o pane loro Zimo et annosi gni et timo di . perche in uello fini-rono lor istiche alleitati dat infingardaggine tale dedicano gni et timo Enno altri dicis no , a riveren Zad Saturno , o per est e re scita loro religione , e gente da uelli dei acci ut con Saturno perche Saturno , de lette planeti che reggono i mortali , si dic lo tu alto . e pol sente pi de i celesti ordini irino , et operino per se iten Ari. Quelli bene

o male indotii ordini concedan ali antichita de gli ultri sinistri . e laidi a confer maticia mali Lia. Perche ut i i ribaldi , inegata a sed di lor patrie portavan a tributi , e doni , on deci Glade crebbero olire ali essere in lor sed ostinat . e misericos diositra loro ma de gli altri nimici mo itali . co' quali ne

mansi a. usiano , ne dormire. Son gente libidinosissima : uardon si ali usu con donne stranter : Ialor nulla si vieta Per contrasse gnarsi agit altri circoncido em , e chimiudeo si la prima cosa cheimpar spreetare gl 'Iddit . a patria inegare, a

credono . e stimano egi Id dii diis inferno contratio de celesti. Gli Egieti actora no molle besti ,

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con a mente sola , e tengono profani que che di materie mortaliis ogge dii omini fanno te immugini degl'

Iedii ci loro iii mando sommo . terno, non mutubile non mortale per in loro citia , non che ne templi non ed resti una statua Con que ite non adulano e ne Au Ordno Cesari. Ma per chera loro Sacerdoti iona vans aut i , e tum buri , inti 'd'ellera , e ne templo trovo una vite 'or ora pensui no dicunt . es adorarei P ad te acco . he domo 'Oriente , a non tornano e Lirimoni di acco aje , e liete , con e Giu de strane . e schise Lonii nano, Oriente con 'Arabiaci a Mezodi con 'Egitto da Ponente con tu Fenicia , ' mare da et tentrione con tu ori periungo ratio : gli omini vi son an da fatica rare oggie , grasso terreno , id de come e nostre hanno di piu ulmei Alti , e vaghi ' Balsamo pic- colo arbore , de quale venulo in succhi , se intacchi uno amo con ferro , te vene hi acciano conisve reta d'un ast O , o cocci , veri uno liquore medicinale . I monte Libano cit tu alto si ombroso che a mutavisti in tanti ardori mantie ne a neve e quindi ne catuli lceo fume Giordano Questo notimetie , come gli altri, in mare , a fende due agitie rimansi ne ter Eo , di iro ampissimo ; de colore de mare peggior sapore : col ueto unam orbari vicini : non molio da vento non men pesci , nonu' alia ccello , ne si a la agione : iocche vi igetia , come in s ' suo lo regge , e chi non vi si notare come chi certa stagione deli anno putat bitum , liquor ero , che si ac cogite con arte insegnata , O me 'dit re , da perien Za. Spruzando vi aceto sopra , si appiglia , e per o ago riuola Conmano ne tirano in sucia nave uri apo , he vi correpo da se . e non ferma , se nolo agitano , quando carica ne ferro , ne ranae it a gliaci fuggera sangue , e panno me struato : cosi scri vo no gli antichi mari pratichi de pae se dico no , he i notante grassume con ano tirano in terra , a cui vapore , elota de soles seccato , , spe Zan com accette , conii,

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eoni . come egni , o assi. Non iungi ista nura , di cono i fertile , e da grosse citia popolata , po persae ite arsa : eder lene i vestigi la terra apparenteriar a ver perduio 'umore fruttificante ; perci occhese nulla vi alce , o si emina , lene erba sino alfior vizo , e come cener . Vel che pure si conducesse. Come o credo che voco da telo ardesse

queste citiari cos stimo che i pu Eo de lago in fetti laterra 'aria 'in torno biade , e pomi 'am-m Orbata terra , e aria ingenerati marcis cano. Nel

mare delia lude scende 1 fium Belo ella cui soce si cava rena , che me scolata con sal nitro si fonde in vetro greto uic colo , a cava infinita Granparte della Giud ea consiste in orgc hanno qualch e terra : capo della gente ierosolima , con te cerchi di muta : opo 1 primo Palagio : et pia intimo is templo di ricche Za infinita , a vici'ac costano soli i ita dei alle porte 'entrano solo i Sacerdoti Mentre 'Otiente a degi Assiiii , Persi , Medi m Giud ei sarcino i tu vili fra tuitici sud deit posci che o inter i lcedoni , ii Re Antioco sece foreta di leva via a superstiZione , metiervi i collumi reci Ibire Ea gente ma non potette perta guerra de Pati , essendo gli Arsaci in uel tem p ri bellati. I Giud ei allor a chera Macedoni eran de boli i Parti non ancor grandi, e i Romani discollo , das ste sit 'impo ero quali da volgo voltabile

cacciati est prefero ii dominio con 'armi attendendo caccia citi ad in , o vina citia . ccide fratelli mogli. adri, e lare 'alire cole che so glion i Re; nulli vano a superstietione : puntellando lor poten Zacon a revereri Ea de Sacerdoetio G ne Pompe fucit primo Romano che gli domo : e peto agro di it toria entio et templo divolgossi che ne tu ghi secreti non era ne divina immagine , ne altra colla.

Smantello a citia , latu i templo. Essendo poscia

tervientium ci Tacito. Tomo econdo. Q

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Re da Antonio, e da Ag trito Vincitore confer malo. Moito Ero de , uri Simone seneta spetitir ordine di

Cesare si chiam Re Quintilio Varo , he reggeva lasoria it punire t figliuoli 'Ero de in tereto overna rono quella gente i doma otio Tiberio quieta-rono. Comandati pol da C Cesare di me iter ne tem pio a sua immagine , preser anco 'armi, e perta morte di tui te polarono. Claudi , si endo i emorti , o condotii a basso , die de a Provincia di Giu dea a go verno di cavali eri Romani , o libertici tra' quali Antonio Felice con Ogni crudelia , e libidinee se ieit Ia podesta reale ma cori animo servile avendo res per moglie Drusilla . ni pote di Cleopatra 'Antonio di cui Felice veni v ad esse bis- genero , e Cuiudio ni pote Ebber i ludet paetient asino a Gessio loro Proccuratore otio tui acque guerra : e per sopitia Cestio Gallo Legato in Sotia fece varie attagii , e molle infelici Venuta 'ora sua, o per fast. dio moriosi, Vespasiano a Nerone

mandatovi . con a fortuna , reputaZione , e granministri in due state in se , e res la campagnu elut te te eitta . ecce it c Ierusalem me ter zo anno intes alla guerra c. vile, lasci stare i iudet Pacificata Italia , ri prese i pensieri delle cos di uori non si potendo da pace che i Giud ei soli non gli axe sese cedulo anche gli parve utile per Ogni caso essendo Principe uovo tener Tito ait eser cito Accam- pati si dunque otio ierusalem me . come dicem mo,

pretento a attagli Giud ei si misero in ordinant asotto e mura per eguit a Vittoria o vere rit irata.

Affrontati da ea valli , e fanti leggieri . opo atta glia dubbia cederono sat te molle scἔira mucce ne se guenti torni sem pre dilotio inanet alle porte, ut furon ip inti. I Romani deliberaron 'assatio . dein gnando averti et fame hie de vano i pericoli , chiper viri , hi per ferocita agonia di premit.

Tito avano in s gli occhi Roma , a grande La , i

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