Opera;

발행: 1760년

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vergorna della male assa lita iacenta , e per non farsi standos piu in uel Campo , uccellare Oi passato luci si diti et a temona. Ne suo partire gli si die dono Turullio Ceriale con molli deli armata , e Giulio Brigantico con pochi cavalli questi Batavo , Capitanod 'una banda . que gli di Primopilo , a Cecina non dii caro,

avendo avulo in Germania compdgni B. Spur .nna, eduisto ii ne mico partito , iacen Za dite in , quanto 'era fati , e Cecina volea ire , scrisse ad Antonio Gallo. en Pa questi concla legio Prima a soccorre Placen Za clie non 'Errendesse per a poca gente a forte sei cito Germano Quando egi intele che Cecinam' era accia tO, e EndRva a Cremona , rite nuto a laetica 'ardore diquella legione , che voleva combattere in sin per serra; si ferino a Bedriaco orgo tra Verona, e Cremona

famoso per due rotte Romane , e malum otis. In que

gior ni Maretio Macro vicino a Cremona ebbe n o divitioria Ardito, e presto passo i gladiatori ali altra rivadel P , e quivi , rotti certi juti Vitelliani, que chesecer est , e a Cremona non tuggirono, amma E, e ri- torno siene , perche juti VOVI non venissero , e volt a

se fortuna. Di questo fatio gli toniani , he em precrede vano i peggio, preter o spei tori e subita mente agara i tu odardi lingua cci uti anno varie accusea Annio Gallo, Suetonio Paulino , e Mario Celso loro Capi dati pur a tone. Tra questi gli ucciditori di Galba stro menti eis mi a sollevamenti discordie forsennati et a celeiate za, e pavento , melle VP noli mondo soro pra ora spartando in pubblico , o scri ven do in secreto a tone : ii quale ad gni vile credendo, de ' uoni te mendo , era elle prosperita impacciato: ne tra vagii mi gliore Chiam adurique i Ei uno suo natello e secet Generale delia uerra a Paulino, Celi in questo me Zo overnata itima mente Cecina che si rodeva deli esse tuti te sue impres ivanit , a fama delio e ser cito me nomata , gli a juti ammaZati, sed a Placen Za acciato , e alta solio in sino ne pia pessi che notabili afficinii de rico noscitori , edendo Fabio Valente appressar si a fine che tu ita a re puta Elon della

suerra non venisse in tui, solle citava conatu a Sonia

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che consiglio , di acquis alla. Ne tuo go etto Castoredo dici miglia pressis a Cremona in boscam tu feroci fanti 'ajuto ungo a via , tu innaneti a passar icavalli , con ordine che appicchino cara muccia voltino e palle, per farsi corre die tro sino a saltar uorii'agguato Capitant 'Otone ii sep peto. Paulino presecura de fanti meis de Cavalli in sinistra furono lalegion Tre dicesimavi quattro coorti 'Ajut , e inque cento cavallici preser i ci glione delia via re coorti Pretoriane in te serrate. A destra a legio Prima ondue coorti 'ajut , e inqueeento cavallici lire questi, mitte cavalli retoriani , e 'ajuti flavano alle rit cosse bisognando per vant aggio , Vincendo. Innanai Ali' appicca la' attaglia , i Vitelli uni volt an te spalle Celso che sape vario in ganno ali uicia an darem cicon a sproposito gl 'imbo statim anno gli addos o Celso cede pallopassis , conducet melle orbice , percheali Ajuti a fian-chi , la legione a fronte , eri cavalli strando lor die tro subita mente gli accerchia rono. Non fu sollectio a dat alia anteriam legno delia battaglia Suetonio Paulino , tardo per natura, eo agoran Zi dilanda cauto con agi tie, che di vincere a cas , a fece empier te fosse netiar a campugna, plegar 'ordinan Ze, embrando gli averten Osto com incrato a vincere, Vendo ProV-ved ut di non esse vinio. ale indugio die de gio a Viteli iani a salvar si in certe igne in traiciate iungo unpiccio bosco. Ove , ri preso animo , ammara rono i cavalli

troppo volonterosi ferito ii Re Epitane , che face V per Otone gran prove. Aliora a fanteria 'Otone sicli filo mis a fi di spadaci nimici conabat tenti, e lsoccors in fuga Ierche Cecina col mandarne pochi pervolia, e non tuti in sic me , gli branc , inde boli spa uti. Onde ii Campo si oblevo . e res Giulio Grato Maestro di esto Campo per sospeti di tradigione

traitata con tulio Frontone suo fratello libuno et Campo 'Otonem ove per a mede sima agione anche egit m pie so Ne fuggirsi , ne rin contrarsi in attaglia, alle rince , per tutio a si frit lo pavento che per comun det to deli una . e deli Bltra parte , Cecina erade tutio distatio, se Paulino non Ionava a Iaccolia:

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per non tenere , dic eu egit , a peti a Vitelliani ripo sati ne Campo e freschi , i uoi consumati per Antocaminino e opere , senZa ver die troci occors alc uno

ragione en trata a pochi cit popolo ne levo i pezi Misei danno de Vitelliani non tanto aura , quanto cervellos non pure a Cecina , he ne incolpava ldati suo ipi pronii a sollevarsi , he a combattere quellianeota di Fabio Valente , ia compatito a Paviaci non falsi esse pia de nimico ri comperar 'onore , eubbidire con tu ovula rixe tenet i lor Capitano essendo acceta gran fiamma di se diri oneri a quale ora,

rero a principio tu alto Gli juti atavi , cheno dicem mo ei ser si ella guerra di Nerone an dando in Britannia spiccati dati a legione Quattor dice si ID , e con-giunt eo Fabio Valente ne Lingoni, udito ii movimentodi Vitellio , si vantavano per lii adigitoni lupeibamented 'aver fati state i Quattordicesimanici tollo I 'Italia a Nerone : vel 'm pugno 'esito di tuit acla guerra : cola ingiuis riosa 'soldati, alpra a Capitano essendo per te tante parole e conte se sua ista a bucina miliet iaci e final mente Fabio sospetio non passa si est 'insolen Za in perfidia Per cheali 'avvis cheri 'armata d 'Otone avea rottici cavalli Treviri, est Tungri, e coste ggi avaria Gallia Narbone seu et bucina cura di di fender quelli amici per militare ali uetiadi spatii re quelli Batavi scandolosi , e tuiti inite ii epossent , comando a una parte che andasse a uel loc cor so cibis dit , e sparso si , 'ad dolor a vano gli a juti,

einem evanes nostri , che 'ajut di que pratichi , es, fortissimi vincitori di ante uel re fossi levato lor in

α, fac cia de nimico in tu buo no de combalterio. is Se tu vale Provenza che Roma , e la salute deli Imperio , corression tuti l : a se a sanita , ila nutrimento , i bene de a vitiori flava eii Italia

,, non si lagliasib no quasi i tu forti nerbi di que Isox corpo se Mandando Valente i serpenti per chetarem testi orgo gliosi gli si volt an co' lassici ei fugge cor-rongli , e gridangli di et to che nasconde va te spo gliedelle Gallie t 'oro de Viennesi, ' premio dicior sudore

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schi avo appi eis et u Decurione di cavalli. 'ardore al- quanto ammor 16 Alfeno Varo Maestro de Campo v 'aggiun se quest arte non fece an dare menturioni arive de te sent inelle : non sonar trombe che i soldatichiam an o a' loro fici ci onde lavano a man iunt , guardavan in viso Alordi de propio eder si sen Ea Cupo impa uriti , chie devan merc consile nato, penti inmcnto , regii , e planti . scito uori Valente tutiobruit , plangente , e vivo , suor 'ogni credere : impa-Σati 'alle greZa, compassione , favore come Di popolaeto da est remo a stremo in con mile laudi , e in chini circondato 'aquile, e in segne o portano in tribunale . Ista con utile moderanaa, di ni uno domand supplietio : Pochi ne garri , per non me iter sospetio dissimulando sapendo chemelle uerte civili post natu i soldati , chei Capitani. Fortificandosi ne Campo a avia , odo lato ita di Cecina rimontano in odora contro a Valente , quasi tenui quivi a ad alucco mali Snamente , perche non offero a quella a Zione. Non dor mono , nona petiano ii Capitan . anno innan Et ali in segne, pingono gli alfieri rrono a unir conjecina iselcui ser cito Valente era lacerato 'avergit lasciati sipochi contro a tanti ni mici e re schi valorosici magnificandoli per i scuta e me dis pregio deli 'essere stati inti. E quant unque Valente veste tu legioni e juti quasi ii oppi soldati non dimen in china.

vano a Cecina , come tu benigno , io vane . alto dipersona , e per una coris vana loro complacen Za.

Onde si astia vano , e ride vansi . Cecina delle odardie, macchi di Valenteri questi della onfieeta e vanita di

Cecina Ma celato 'odi , ira vano a n segno Otone scri veVan lettere vituperose senZa pens ut a quelche pote V avvenire quando i Capit uni 'Otone , cheave va che dire molio tu i Vitellio . se 'aste ne vano. Perche vera mente innan Et che facessero a lor fine Otone egregia , e Vitellio sceleratis ima ; si avea men 'paura de vili placeri di costui , he elli appetiti ardenti 'Otone. Era questi dive nuto tremendo odiolo perta mota di Galba quo gli, deli origine della guerra da

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niurio imputato. Vitellio era per lo ventre e per Ia olanimico a se stet . Otone , con loci pendio . crudelia , audacia par eva alia Repubblica tu an nolis Tollo heCecina e Valente furo congiunt con ut te e for re non avvrebbero differ ita a giornata. Otone fece cons glio . se a guerra si oves se trattenere , o pro var a fortuna. Parve a Suetonio Paulino , tenui lo pluscultro guerriero de suo tempi , apparienergii si discorrere di tuita a guerra . e conchius , he a nitari cibi ignava solle citate , a loro indugiare. γα nere 'eler - cito di Vitellio comparito tutio , e poco poteriene 'aspellare , per liere te Gallae ibi petie , e non et tero conto abbando nares a ripa de Reno , perche 'en trino Mnaetioni tanto moleste Oidati 'in Shil terra aver che fare con que nimici esse re it mare an mi e 1 r armi alle pugne non Vantare : a Narbone te per le galee, e per a rotta Encor tremare; 'italia dirali et i 5 essere dat V Alpa hiula , per Iare non idc- corsa , e uasta ne passa solo deli e ser cito , ches non a onde cava da vivere digi uno non pub durare que corpi calosci de soldati Germani . hex sonori pia atroci e tum feroci heri nimici abbiario a condotii ella state, non regger anno alla muta zion m de pae se . e deli 'alta ellere molle uerre poli eratio furiose vanite per te dio , e lun Sheza. Elli vere ait 'incontro turtici comodi sede per tutio. a Pan Unonia me si , DalmaZia o loro serciti non locis Uchi. Italia . e Roma capo de tutio, i Senato e l Popolo, non mai curii Omi , se en talor u pocosar an nugo latici ricchere infinite , pubbliche e private Me contant , chemelle discordi citi 2 dine sche vagitono Upi che' ferro soldati di completi one avve Ea uti

H Italia , o a' climi caldi Difenderit it 5 sicure citia

per mura, e uomini. Piacen Za diis a ver hiarito che ni una 'ariende rebbe. Trattenes e per tanto la

guerra ochi torni sino ait arrivo delia legiona, Quattor dicesim a di gran nome per se , e con gli a juti

di Mesia is se aliora , fatio uouo consigii , paresse , ,, conrae fors cresci ut si coni balter ebbe. De parere

diu ulino fumario Celso cosi consigi id Annio Gallo

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mandato ne a domandare , perche era poco innaneti ad ut da cavallo Otone voleva cla dentro i Ziano suo fratello Proco Io refello et retorio , come

ignoranti an re mill anni , e col dire che in fortuna e gl'Ιddi , ' Genio 'Otone cos lo consigi lavano, 4'djuterien . e con folle adula Eione, tot seio animo direplicare Ri soluto i combattere . si disputo seci 'Impe radore oveva tro varvist, o no Gli autori de mal consi glio lo pinsero a liti rar in rescet loci levat si alia fortuna, e serbar ait 'ultimo opo e ait Imperio. Questo torno fucia prima ovina 'Otone , essendo se copartito it me glio de Pretoriani , cava lieri , e labar dieri , e cadu test 'animo a rima mentici perclieci Capit anieran os petii e tone , di cui solo si clavano i soldati .ed gli a lor soli ava credenta . avea lasciato in compromesso 'autor ita de Casi Ogni coci sape-

vano i Vitelliani da molli fuggitivi ; che sono et leguerre civilici e te pie per volonta di piare i attid'ultri , sco privano i loro De edendo Cecina, e valenteit nimico armeggia reci sal dici e attenti l l clavan 'Cil che aviezza fur acco ella stolii Zia : fingendo vole passare ii do contro a gladiatori per u ponte cominciato per non impigri re i soldut , di navi equi-

distant in catenate con travi per resistere alia corrente , con 'ancore afferrate per tenerio sermo co canantun Shi , per let arsi colisum quando egi in grossa : econ una torre in suci 'ultima nave de ponte par tenere

sparando tiri ci nimico disco sto Cli Otoniani ne feceraun altra in sucia ripa, e ira vano fasti, e suo chi Il fiumefac eva n i sola riga vano 'entrat vim gladiatori in barche Germani a uoto passa vano loro innaneti. Μ cro edendone passati molli , empie e barche de suo piu feroci , e quelli assalici a non combat tono igladiatori co cor aggio de ' soldatim e barcollando et sume, non aggius a vano te ferit , come quelli a si 8sermo in ripa E cadendo si addos rematori , e soldati qua , e la , paventati diversa mente , i Germani sigillan eli' ac qua attaccans alle oppe montano

in a te orsi asson dano i vascelli in s gli occhid'an ibiali set citi, con tanta allegreeta de Vitelliani,

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quanta rabina delii Otoniani , he bestem mi ancioquella roitu e chi 'era agione , rupper i vascelli salvati , e ni rono la attaglia concia tuga. Grida vasi Muoja Macro De gia ferito da ontano di lanci , lieran addosso con te spade ; a Tribuni , e Centurioni ac cor si vicio salva rono. Non uari opo , Vestricio Spurinna 'ordine 'Otone , lasciata pocu uardi in Piacen Ea , venne con te torete a soccorrere is tone die dea Flavio Sabino di gnato Conibloci carica di quellegenti che ave va tacto a iacendo a ibi dati questo cambiettar Capitani Capitani ancora per ante sedi-Zioni poco si curavano di si fati carichi Trovo critio che ambiali ferciti paventati della guerra , o stuc chidelle brutte scelerate et deli uno is deli ultro Principe, che si copii vano gni di pia : pensaron se fuisse me glio che combat tersi accordar a fare eme , o factare at Senato Impera dore uri altio . e perci persuade vano i Capitant 'Orone lorat tener si , e indugiare; speetiat mente Paulino it tu ecchio di quanti erano stati C inibi . famoso guerrier di grano inomo , Cato ria per sue chiare eite in In Shil terra. Io credo bene che qualcano in suo legreto desiderasse quiete , e non discordia : un fanio Principe , e non due scia gurati m non gia , che Paulino . di quella iuden Za , sperasse in que corrottii imo tempo sol dati tanta, modesti che vendo turbata a pace per Ver guerra, alc Iasionia guerra per zelo di pace ne che ferciti di lingue: e cottana cos I rani , e diversi , poteti ero a cio convenire , o que Ior Generali e Capitani , he si sentiva nota maggior parte ditisnesti , overi e celerati , pati re altro Principe me trillo, e a loro non obligat O. 'an tica, e natural ansiet ne mortali della potenΣa creb e scoppio con a grander deli Imperio. Perche ello stato pic colo vole vano age volmen reci 'onesto Masoggio-gato ii mondo spento te Repubbliche , est Re emuli polche potem mo gognatra 'ali curate gIZnde 'acce- sero tra i adri . e a plebe i primi combattimenti. O tumultu avano i Tribunici or prevale vano i Consoli enella Citta, e ne foro erano Iramenti u guerra civile.

Indi C. Mario est infima plebe , e L. Silla traci nobili crudelissi mison inta con 'almi la liberta in

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t iranni die tro a loro Gn. Pompe piu Operto , non migliore me a plura' traitato che 'es e Principe. Non lasciaron 'armi in Farsagii ne Filippi isoldati de nostri citi ad inici non che deporte di volontagii ferciti 'Otone , e Vitedio distordanti per la me

desima divina ira , mana rabbia , e scelerate ag Ioni.

te quasi a primi colpi intro I guerre di questi Principi . abbia sene grado alia lor appocaggine. Ma ilriandarem ecchi , e vovi costumi mi ha traviato. Ora eguito 'ordine. Andato tone a Brescello , ii suo fiatello TiZiano comanda va in tit olo , e Procolo capita della guardia in Setto A Celso , e Paulino . intendenti filiami da ni uno adoperAt , ii nonae vano di Capit an addosi ava gli error altrui StaVῖno Ioi Ibunt , e centurioni sospes , veggendo . pre Zat i uleiati go ver dare que da niente soldari tot vano ma vole-vanai tost comenta te commissioni , he elegia ille. Quultro mi glia tu innan Zi a Bedriaco piacque ripi Antare ii Campo si male intes , he di prim ti Vera, contant fiumi intorno . pati vanta' ac qua Quivi si disputo de conabat tere. Otone to sone citava per lettere lol- dati vi vole vano Ia persona sua : molli , he si mandasse

Per te genti poste dicia dat o maelio che it me glio era fare , non pu cosi en iudicar si come che ilfatio fu i pessimo : cam minosi in ordinan Z pra davi gi , he da battaglia , se dici mi glia sin overi' Addaimbocca ne P , ridando Celio , e Paulino , he isoldati anchi carichi di aga glie , si da vano in re da

dio con me lettere , he 1 in acclava dei non dardentro e ruggen dolo est 'aspellare , ' pi stare su es per an Te Lo me desina di ven nero a Cecina , intento a far il ponte , due Tribuni retoriani a ratiar se coament re egit diva te condi zion . e pensava Ie rispost , eccoti rico noscitori tralatando a dirgli, i nimico esser

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ingannare , o tradire , o partito Onesto , non sicia Cecinaci licenti torn in Campo , e trovo a Fabio Valente dato it segno alla attaglia est 1 oldati in arme e mentre e legioni traggon per sorte i luo ghi , a ca- valleria si spin se miracolo che poclii Otoniani nongii rinc acci assero sin alia trincea La virili delia legione Italica gli pavento . che con te spade a vis , li fecevoltare, e ripi gliar ii combattere. Ordinaron si i Vitelliani seneta pavento perche i folii arbori trigli evant' a spetio deli armi de nimici enche vicini Nelli toniani erano i Capitani bigottitici in odio a sol dati tra est carri, e baga glioni me scolatici la rada per lefosse di qua, di lacinio itate rimas stretia ancora a quieto

marciare chi era intorno alle in segne, hi ne cer cava da ognitanda correre , e chia mari sentiva clascuno se condo cor aggio, o codardia corre valelle prime fit , melle te iri tirava. Una falsa allegre et venula in quelli storis diti che 'efercito di Vitellio gliri'era ri bellato , m per loro tanto eggio se questa Voce usca da rico notacitori di Vitellio , o da gente 'Otone , a cas , o reringannare , non chi aro. Fermai l 'ardore de combattere , gli toniani salutarono ri post con mor morio nimico te missi dicii adimento non edendo si a cheproposito uel saluto. Aliora gi 'investi questo nimico e ser cito 'ordine , podere , e numero a dii pra Gliotoniani enche male ordinati , racchi , e me no presero feroci ta battagii : Varia per o tuo go imbrat-tato 'arbori, eo igne; affronta vans da lontano e presso

a squadre , e coniici in s ' baitione delia rada ; allem an si urtavano con te perine, e conci studi ait tale via l'aste, con te spade e accette fondRVano celate, e corare riconosciensi tra loro , e faciensi edo re , combattendo per a fine di tu ita la guerra. Tra 'lPo , e la stra da 'appicaron in una iano due legioni per Vitellio a Ventu ne sima, de ita Rapace , ' antica

gloria is peritone , a Prima , et ta jutrice , he non avexati combat tuto, a feroce e volonte rosa 'onore rmando per terra te prime file . e uadagno 'aquila della Rapace ; a quale dat dolore acces rip. nse uella indietro occis Ortidio Benigno LeSato : e molle nimi- Tomo Secondo. F

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che in segne, e stendardi rapi. In altra alte, 'impeto della Quinta accio a re dicesima ; e fur a mollidella Quattordicesima circondate. Cia era fuggiti

Capitant 'Otoneci e Cecina , e Valente in rZavano loro De nuovo juto iunis di Varo Alfeno co Batavi, che rottici gladiatori elle arche , vittoriosi per anco Urtaron , e per mezo fendero nocia battaglia elli toniani . che fuggiro verso Bedriaco via lunghissima impacciata di cadaver . onde 'uccision fu maggiore non si tacendo rigioni nelle guerre civili Paulino, Procolo per diverse strade fuggiron gli alloggiamenti. Entro uvi . essendo ancora alto I sole , Vedio Aquila Legato delia legion redicesima , e si spo se , non a pratico , id ira de soldati scandolosi , e fuggiti , he

gli fur addo sto con Ie rida con te mani, chiam an dolo Trustatore , Traditore , senZa suo peccato , mariat Pilaneta de I volgo ali appone Van i loro . Per letiano, Celso si fecera 'entra rvi di noti messe te colle , at tuis latici soldati da Annio Gallo , he consiglio , prego comando non agglugnes sero alia confitia a crudelia contro a loro flesti, oriosi e finita la guerra, o volesi eriari pigilare conforto unico a vinii , esser 'unione. Si per derono gli altri 'animo. I soldati retoriani buffa vano , is che non erano stati inti per virili ma pers, tradimentora non eru stata a vitiori sena sangueas, avendo rottici cavalli , e tolla un aquila essere conis Otone tu ita a gente 'oli re gran parte deli Meser cito rimas a Bedriaco iue legioni veni di Mesia: ,, questi non est e vinii per 5 pur, ovendo , moris, rieno in battagii con tu onore in Tra questi pensi erior terribili , or auro si , per 'ultima disperatione i 'ira cacciaua tu spesso it timore. 'esercito di i tolli sipiant cinque mi glia pressis a Bedriaco non avendo i Capitant idit i di me desimo 'assaltare ii Campo, anche si sperava che 'arrendesse : ma a que gli seneta baga glie is sciti solo a conabat ter , 'armi, e la vit-toria serviro per Ogni cosa La di mane di volonta non dubbia deli e sercito 'Otone is volt a pentir i tu foroci' furo mandati Ambaici ador a chie de pace es Capitani di Vitellio non la steti ero a pensare , riten nealial quanto De se ne stet te con ansiet non sapendo se

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