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l avessero ottentata Rimandati lici Io teccato fu aperto. Allorari inti, e vincitori con un mare dies agri me , emiseranda allegreta maladice vano 'armi civilici ne me desimi adiglioni medicavano te ferit de fratelli de parenti. e speranete , 'gui derdoni erano dubbi, te morti, e planti certani AE ni uno ne and cos ne ito che non plangesse qualcuno. I corpora' Orfidio Legatos trovato , e ars con solita norana seppediti alcunida lor parenti tuti gli altri in s la terra asciati. Otone attendevara' Vvito della tornata cor aggios , edi se risoluto a iuri sene prima fama non troppo buona postia i fuggiti delia battaglia accer arono esser ito in maiora gni cosa 'agetione de soldati non spetioch 'ei partasse , dicendo. Non dubitasse : esserui ancornuove orae pati rieno , ardirieno est Ogni stremo e senet adulare arde vano di voglia iniuriata 'ire combattere , risucita la fortuna : at Zavano te mani iloniani , a clavangli lea inocchia i vici nici congi uravato
de me desimo , Ploetio Fermo relatio de Pretoriani, ,, non gitta si e via si se dele ser cito, loldati si merite voli didit a fronte e non te spalle Voltare it cor aggioso ali avveriai, sita: speraneta e Ziandio ritenere it forte, valoroso contros, a fortuna alla disper Zione correre i codardi, e vili. cc Se condo chera tali con rii Otone in Viso pareVa plegato o duro, scivano allegre et , o sospirici ne pure iure toriani , proprii soldati 'Otone , maci mandati di Mesia portavano a me desima ostin aetione di queli' fercito chera' appressava gia era in Aquile seneta dubbio si
Ma tone deliberato di no , disse a conforta mi
si Non valeria vita mi quantoci metiere a nuo Vo risi co quesi' animo e viri vostra : quanto, tu speran et aximi date, volendo io vivere, tanto fia tu bello il morire. Ho provato l 'una, est 'altra fortuna, ed est e meis, non fate agio de tempo felicita non durabile ,, piu difficile a temperare mari saro sempio 'aversi voluto una sola volt con armi civili combat tete il Principato con Vitellio , che suci primo a novelle.
Quinci estim in i se coli hi fi Otone. Riabbi asiis itellio it fratello, clamo glie , 'si Sliuoli non
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ho bi gno di vende ita , ne di conforti Abbi an si tenu--to altri tu iungamente l'Imperio : ni unoci' avra latas, ciato si forte mente Come Io pati re che tanta glos, vent Romana , tanti valorosi serciti an stratiati,s, e tolli alia Republica un altra volt 8 Accompagni mis, questo voltro uono animo di aver voluto per mea mori re Vive te pure non tratieniam ioci vostras, salute ; vo la mi gloria. e molle parole intorno alis mori re sono de bole et a: edete iserio ne son dispostissimo, ,, chesio non mi dolgo ne 'Iddi , ne 'uom in , per- ,, che cio a chi uot vivere cc os detio, suave mente comando a'gio vani prego i ve cchi, 'graduati.
che tost da lui si partis sero , per non naspi ire t 'ira
de vincitor . e con volt place Vole , e parole animosele inutili lagri me de suo ri prendendo fece dare a loro
barche, e carret te et ars te lettere e strit ture contenenti notabile amore a lui , e vituperi di Vitellio
dono mancle, a curse , come non ovest e morite.
Di Salvio occejano , io vanet to , figliuo de fratello man in conoso, e timido, lodataria pieta rip re soli timore. Io consolo γγ che Vitellio non sarebbe si crudo che deli a vergit Ia casa salvata non gli rendesse almeno questa raZia : che a morte Erettatas meri terebbe clemen et dat vincitore : perci che non per ultima ,, disperazione, a chie dente attagii l 'eser cito , avea, ,ris parmiato alla Repubblica it peri colo est remo Mavere acqui stato asta nonae a se , e splendore 'suo i,,avvenire. Dopo i tulit , Claudii , Servii lui primo aver messori 'Imperio in uova famiglia. Vivesse con, franco uore , ne mal sit dimenti calle , ne troppo si ricordasse , Otone essere stato suo io. Licenetia toogn' uno , alquanto si ripos . e gia pensando a suo fine , furaturbato da repentino strepit , e uoua . chei soldati minac clavano morte a hi si partisse, e la casa ove tene vano assediato Verginio , abbatievano di tuita foreta Ando a riprendere i movit ori de tumulto tornato fac eva motio a ci astu no AEnche tuiti se ne furonoandati salvi In sila sera gli venne et , e euve ac qua
redda fece si porta due pugnatici a stollici e uno se neniis a cape Zale. Saput non 'esseritu amici, si passo
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quella nolle quieta , e , germasi , non senZa sonno. Ait 'alba 'infit et in su' pugnate col et to Cor sero a Iro more di tu , per quella sola ferita occheggiante servi, e liberti . e Plo Zio Fermo relatio de Pretorio e ' sep pelliro pacciata mente , come egit calda mente pregori perche non gli folle agitata la testa per i scher niri a Sol dati Pretorianici portaron con laudi est agrime, baciando gli a ferita mani rat cuni soldati iungola catasta 'ucci sero mon per peccato , O aura , maper amare luimcipe . e imitare la sua viri De poscia, Bedriaco , a Placen et e in altri alloggia menti su colat morte usata a mollici filatio a tone sepol cro pic colo ma da durare. Tal ne ebbe di anni rent se ite Funatio delia citia di Ferente cit adremoniolo : 'avolo Pretor da lato ili madre me chidro non pero asso :fanci ullo e Sio vane , quale abbiam deito : per duentii 'uno iuttillimo , 'ultro egregio , merito famare , tuon eguai mente Sicco me la gravita di que ii opera non comporta solletica gli recchi a chi leggecon Vole cos non ardisco appellar avole te coiis divolgate , e scrit te. Contano que pae sani heri di chesi combat te a Bedriaco si os u uccet uovo in unbosco di Reggio assa frequentato , ne a su per molia gente io vola Zante uccello acciato, ne paurito in sino a che tone 'ucci se aliora pari is che i templde principio , e fine di questo miracolo 'ac cordano con a de ita morte. Ne suo morior feceroci soldati per o duo lo e tanto uoua sedi Zione , e nonera hi quietaria. Voltati a Verginio, ora che i et liasse 'Imperio ; ora che andasse Ambastiatore da parte loro a Cecina e Valente , i prega vano minaceiando Verginio , en trandogli est con impeto in casa , peri'usci di tetro campo I furia. Delle coorti late a Bres cello porto Rubrio Gallo te preghiete , e subito fulo perdo nato De Flavio Sabino tir tuticia sua carica adi votione det vincitore. Posata per tutio a guerr , cor se peri colo una gran parte de Senato scita cono tone di Roma , e rimas a Modana dove quando venne latu ova che 'era perduio i soldati non la crede vanoa e tenendo i Senatori per Inimici d' Otone , osset-
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vavano te parole alti, volti tirando gli a peggio; eon
Oltraggi, e villani cercavano occnsione di mano metierit.
Eata essendo a parte di Vitellio agri ardissiman porta
vano v altro peta colori Senatori di non parere 'aver' indugilato troppo a far allegre Ea delia vitiori conquesti atticuori si ragunavan cia scheduno per se eraimpacciato assi curavagii aver molli compagni et aggravavagii ii Senato di Modana , che offer iva loro arme e danari , de nome di adri Coscriit , suor 'otta Cnorandoli Nacque vi gran contes , per ver Licinio Cecina detio marcello Eprio . he pallasse chiaro non si lasci avano intendere ancheali altrici a Cecina, uom nuovo , irato su ora in Senato , si volle illustia recol farsi gran nimici e pigliaria contra Eprio , grande, eo dioso per a memoria delle sue accuse Entraron Vidi ego prodi omini. E tuiti a Bologna tornarono pertare uovo consigito in tanto verrebbero piu avulsi.
Da Bologna mandaron uomini a palli a intendere dachi veni v fresco dicia , che fosse d' Otone. Rispos uri suo
liberto, che portava i suo testamento 'avea lasciato vivo , a pensava alia fama, non alia vita. Stupirono
vergo gnaron si di i domandare tuiti ut volt a Vitellio Era in uel consigito Lucio suo fratello e que Senatori iamdulanticii presentava quando Ceno
liberto di Nerone con atroce men Eogna gli mi Ao- pra , affer mando esset a legio Quattor dicesima arrivata : unita con te foret dirare stelio Maciati a peti ivincitorici rivoliata fortuna. Questo trovato fece acciocche te patenti 'Otone , he non si stimavano , ripi-gliasse foret per a novella Costui se 'ando a Roma volando , ove pochi di appress Vitellio ii e gastigare. Credendo a ta novella i soldati 'Otone , crebbe ilpericol de Senato , tanto tu essendo in istu diconsigito publicoruscito di Modana con abban dona quella parte. Onde non si lagunci iura gn' u pens a se final mente Fabio Valente coniue lettere ii cavo dilaura:
la morte 'Otone quanto tu odevole , tanto iupresto volo. Roma non se ne osse. Facevasi 'usata festa di Cerere , e quando ne te atro venne certe Tache tone era morto , e Flavio Sabino Sovernante vexa
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tatio quanti oblati erano in Roma iura sede ita a Vitelli si glido , Viva Vitellio I popolo porto te
immagini di Galba intorno a templi con corone di fori 'allor fecet di esse a modo 'un se pol croa fonte Curaeia , ove morendo sparse insangue. In Senatos decreto subito a Vitellio quanti onori mal si trovaro a iungamente stato Principe : a Germani ferciti laudi ingra etiamenti ambasceri a Vitellio a alle-grarsi. Si eis una lettera di Fabio Valente a Consolino ventosa ma tu grata fura modestia di Cecina
profano alcani ucci sero lor nimici privati sottos perie di soldati 'Otone. I pratichi de pae se vole vano in redaci terreni grassi, est adron ricchici chi replica vaucci devano me ardi vano Capitani a loro obbligatissinta.
Valente per i brutti guad agni infameri per M altrui colpe chiud eva gli occhi Italia gia acinata non pote vapi tollerare tanti soldati . e cavalli , e anni , Oltraggi quando Vitellio , non a pendo di sua vittoria,
veniva via come a viva guerra col rimanente delleforze di Germania , lasciati ochi soldati ecchi elleguarnigioni, vendo in ruria fatio genti elle Gallie per instescar te legioni che rimane vano Lassiuardiadella ripa comis a Ordeonio Flacco regii conitio mila Inghilesi di i , camminato pocherii ornate . intes lavit toti di Bedriaco finita a vita 'Otone , e laguerra Chiam a par lamento , e leta a cie loci virili de soldatici affrena 'adularione di nesta di quelli domandanti tuiti che facesse Cavali ere . Asiatico suo liberto. Postia per de bolea . que che nego in pubblico, fece a una cena delli anelli noro Asiatico schia vovituperos , he 'Aggrandiu per tristitie. In que gior nive nnero avulsi , he ambe te Maurit ante 'eran volt u Vitellio , vendo morio licejo Albino Procuratote
costui meta a Nerone a go verno delia Cesariens , eda Galba delix Tingitana , avea non Ioche rL
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Dici otio coorti, inque cornette arari numero di Mori. gente assassina , rapace , e percio da guerra : morio Galba eglici'accosto a tone e non astandogii 'Astrica.uccillava alia pagna divi is da poco retto Cluvio Rufo avendon paura , a lito accosto la legion Decima per pali are : e mando innanai Centurioni a tirare iMori a divo gio di Vitellio : poca fatica dura rono perta fama de Germanico ser cito per tutio ' mondo. Edic evasi che i Proccuratore Albino preseri' in segne Regie,s' intito lava line Iuba. Onde mutati gli animi ucci sero Asinio Pollione confidentillimo 'Albino che comandava una compagni Festo, e Scipione Colonnelli Albinoandando alia Mauritania Tingitana alta Cesariens , ain ta 'l lito amatato con a moglie , che si presento agi ucciditori Vitellio non cercava di cosa che si facesse : con breve udien 2 pasi uva te tu importanti alle gravi cur non atto uasti lyesercito veni per terra: se ne venixa tu per la Sona , non con appare cchioda Principe , a con a sua antica overta agguar
devole a iunio Bleso, che reggeva a Gallia Liones , di sangue illustre , icco, e magnifico, io fornidi bella corte . est 'ac compagno Vitelliora 'ebbe per male, benche ol molirasse , esto copriis con umili ciri monte. In Lione gli fecero riverenetari Capitani vincitori est inti. In pleno par lamento lodo Valente, e Cecina e se sederit si allato tutiora 'eser cito in contrare ii suo gli uolo ambino : comeri vide , to prese in collo, l' appello Germanico.
lo in se di sopravves di tui te 'Imperiali insidigne . Il quale onore eccessivo nella felicita mella miseria glim conforto Allorci Centurioni tu divoli ' Otone suroamma Zati. Onde acque ii principale de gnomelli ser- citi 'Idiri per o quale quasi male appiccaticcio, per 'invidia a sol dati di Germania ali altri pensavano
a uox guerra Fatti iungamente storiare , e straetiati Suetonio Paulino , e Licinio Procolo , diti alia fine di se sero conciscus piu necessari , he norate , conager mare ave fatio per lui tradimento. I lungo cam-mino innan Zi alia battaglia, la staticheza de gli Otoniani, te schi e re ordinate se a carri aggi, e attre cos , te iudi fortuna attribuivano a lor roda Vitellio credet te ilit adimento,
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tradimento . e gli a lv d alia edella. Ne salato
Titiano frate d' Otone porto pena, cusato come obbligat , e appoco conseimato Mario Celso et
Consolato Maraetto , e crediato , e in Senato in c-ciato a Cecilio Semplice 'aver offerto an Et per conse gui quel P onore concla morte di Cello a Vitellio non volt , e a Semplice posci acio die senZa peccato ne coito Galeri moglie di Vitellio favori e liber Tra- calo a suo i accusanti. Tra e fortune de grandi si
det to Marico ardi provocar 'at mi Romane colchiam arsi liberator de iis Gallie, e Iddi gia conseguit di otio mila et sone , sollevava i vicini vili aggide gli Edulci quando questa gente prudentissima con sua fior ita ioventu . e gente avula a Vitellio bara glioquella moltitudine spiritata. Marico ella attagii fupres , e gittar Alle fierem e perche non loribr En viano,il volgo sciocco crede va che fuste inviolabile ; nche ita ammarato veggente Vitellio Contro ad altri felloni. lor en non ' and piu. De morti ella attaglia Otoniana alser i testamentici o perci non te fati, eleg g da non temere 'Avarieti , s ei si lasse temperato da uella brutta Sola, non unque plena. Enda vanglis di Roma , e 'Italia gli aguet amenti et I appetito cie poste corre vano ali uno e ali altro mare risi'anda vano in anchettim grandi elle citia: ovi- navansi esse citia ora ligna vano i soldati . passando alle deligi a dispie et de Capit Eno. Mando in Roma uneditto , ne qua Ie differi vaci tit olo 'Agusto , non rice veva que di e re , non diminuendo per sua podesta. Cacci d 'Italia gi 'indo vini. Sotio gravi pene a Cavali eri Romani pro ibi macchia re que grail sc hermendo in te atto , o recitando Cio otio altri Principi fatici ave an a re et , e spe si forzati le terre e coloni egi imitava no , invitando con premi i tu corretii glo- vani. a Vitellio perci' arrivo de fratello per i solsent rati ministri dive nuto tu superbo , e crudele feceammatare Dolabella , messo a tone in t quino conguardiaci come dicem mo quale , dita a moriod' Otone , se 'era venui a Roma. PlauZio Varo stato Tomo Secondo. G
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P retor . suo caro amico , I 'accus a Flavio Sabino Pre fetio di Roma 'esse venulo ootta a carcere in farsi Capo della parte in ta 'aver voluto corrompere lacoorte che ava in Ostia : pol non pro vando si grande litti , tardi ripentito , chie deva delia bruttura Pe Idono.
Stando Sabino sopra tanta cosa sospes o oriari mogliedi L. Vitellio , feroce tu che donna , ii minaccio clieno fac effeci misericordioso con erigito de Principe e
ra , per non far sue te righe 'altri , con 'ajutar chica deva gli die la inta. Vitellio ad unque per sospei todi Dolabella , e per odio, avendo gli per moglie Petronia, stata sua ; lochiam per lette se e ordino che per fuggir a via Flamminia frequentata , fume attovoltare a Terni , e quivi ucciso. 'ucciditore per fariapi breve, to canno ne caminino, e lascio in una diquelle steri : con grave carico , e mal saggio de liuovo Principato 'arroganga di Triaria Vie tu appari vaper a modestia di Galeri moglie deli imperadore che non assiiugeva gli assiitti, e dirae stilia adre 'ambiessi Vitellit, 'antica bonia, che alia prima lettera delfigli uolo dico no che rispo se si aver generato Vitellio xs non Germanico ne lusinglie di fortuna me cor teg-gia menti di Roma a fecero baldanetosa mali soli dilua casa senti. Vitellio si part di ione, e M. Cluvio Rufo, lasciata a pagna, o aggluris con festa, eralle grana ne volt , a dentro ansio , a pendo che
Ilario liberto di Vitellio gli avexa rapportato che egli udito e sterci due Imperador in tento di farsi in I pagna Signore : percio nelle patenti pubbliche non era di soprano me d'Imper adore certi passi di me dicerie spon evache vituperasse Vitellio , e facesse grato lui a popolo. L'autor ita di Cluvio ebbe tu foret Vitellio fecerit
proprio liberto punire , Qui rimane seco , e go ern Bria Spagna benche assent eri come gia L. Arun Zio. rite nuto in Roma da Tiberio, perche ne tenaevari a non Vitelliodi Cluvio. Non fece tanto onore a Trebellio Massimo
per a furia de soldati fuggito si 'Inghil terra . ove mando in suo ambio Velio Bolano , he era di sua corte Stava con timore delle inte lesioni ancora altiexe
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sparse et Italia. Mescolat co vincitori partavano animiche la Quattordicesima tu orgo gliosa non Eccetis lava 'esse vinia aer che inti metono a Beciri ac solii vestillatii ierbo di legione non 'er d. iEcque rimandari in Brettagna , on de Nerone ii chiam d. e alloggiarii uniti co Batavi , stat con loro tanto discordi Poco ressero in sieme tanti odii armati. In Turino u Batavo uno arte fice che 'avea abbato . di ceva male unsoldato di legione alloggiato se cocio disen deva ci astu noebbe suo eguit vennesi dat contendere Allo amma-etare is eguiva focosa attaglia , se due coorti Pret riane resala per i Quattor diciani non et leva loro
animo , e dura a Batavi Q quali Vitellio men se coco me dati : e comando alia legione che tenesse ilcam mino per I' Alpe Graje, per scansa Vienna , o pet-tando de Viennesi La noti che questa legione diloggio lascio per tutio suo chi accesici ars di Turino una parte a qua danno per i aggior deli attre citia , non 'atis te se. Sceta che ell ebbe I 'Alpe i tu fastidiosi volevanvolta pur a Vienna , mari migii oricii tenn ero , e pastola legione in Brettagna It secondo timore di Vitellio eranori soldati retoriani. Prima li se patori pol licen Zici dolce mente per oneste agioni ci quali rende vaesi 'armea Tribuni AEnche inforet voce , Vespasiano ver mos in guerra : aliora ri presele , fur ono i nerbo di parte Flavia Mando a legio Prima , che era in arm tu , in Spagna ad am mansite ella pace , men o Zio Q 'Unde cima , e la Settim a rimando alle loro stanete a Tre- dicesima impi ego in fabbricar anfiteatrici perche Cecina in Cremona , e Valente in Bologna voleva fare lospetia colo delli accoltellatori non lasciando a Vitellio , per pensileri che vesse , i placeri Cos furono ipartigiani brancati bellamente Nacque scisma tia ivincitori per agione iocos , se i troppi uccisi non
avessero accresci ut l'odio alla guerra. Vitellio in avia meite va avola , ed avea seco Verginio Attendo noci Generali, e Capitani a cola gravi , o a conviti suord 'ora . se condo che veggono 'Imper adore tam timente
soldati sono obbedienti . o licenetiosi. I Campo di Vitellio era tutio confusione , cI apola veglie
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hac cani, anti che quota di militia Glucando ad unque alla lotta n soldato delia legio Quinta con uri altro de gli ajuti Galli uis caldati , e punii, ii Romano casco ri Gallo it effava concorsi a edere refero parte cilegionarii cor sero addosso alli ajuti , me ammaZarono due coorti. Un altro tumulto rimedio a questo. Favedulo lontano pol verio, e armi subita mente gri dato esseruicia legio Quattor dicesima , che tornava in die tro a combat ter ma aput esse rem Sergenti ire ac conclavano 'ordinanete , si quietarono tuti quanti Diede in loro a sorte uno schi avo cli Verginio dico no cli' ei lomanda vara ccide Vitellio : corrono ulla mensa addo so a Verginio ; della cui innocena , Vitellio stem .d'ogni cos Ombrosissimo , non dubit5 appena cavo loro delle branche queli uomo stato Consolo , e lor Capitano. 'ogni sedi Zione Verginio era it bera agito eri mane vagii 'ammiraZione , e la fama ma per effernestuc chiri 'odi avano. 'altro di ite dio die de die net alli Ambasci adori de Senato . fatio si quivi a spetiare entrone Campo . e lodo i legionarii deli ametione verso dilui , se emendo gli juti de non punir si crudeli arroganZera e perche non face si cro tu bestialita , rimando in Germania i Batavi, appare cchiando i fati principiodi uova guerra dentro e uori Rimando attres allelor a se gli juti Galli gran gente i soldata ne principio che ei preseci 'armi per uno dique vani appare cchidi guerra. E perche i 'Imperio per tanti premit munio potesse regger si , tronco e legioni ali jutici avendo vietat i suppliment , offeri te licen et cola perni-Σiosa alia epubblica , e non grata a sol dati , occando que men i carichi , i pericoli , e te fatiche me de si me , e perdendo si per gli agi a robuste Za controa buoni ordini antichi e costumi de nostri maggiori,
che me glio ten ne rora stato Romano con la viri checo' danari. Quindi Vitellio volto a Cremona, e , edulata festa di Cecina , ii ven ne disio di passe ggia perquel plano di Bedriaco , e pascere gli occhi ne freschivestigi delia vitio ita Schisa ista e fiera opo qua ranta o ni , di corpi laceri , membra ronche , caro gne