Le opere di Galileo Galilei

발행: 1855년

분량: 391페이지

출처: archive.org

분류: 미분류

111쪽

ana infinite materis algon per acqua che per aria cal no basso. a iura gravita detrotro, Sig. Simplicio, o per vapori grossi o per raria pura, questo nientemst a prOp si in Osim, che cerchiam que che accade 'mobili che si ovono in questa nostra regione vaporosa Pero, ri tornando quello che tu mi preme, Vorrei, per inter edisssoluta isirugione della presente materia non sol restare assicuratoehe raria ista comera tengo per sermo grave, a Vorrei, se e possibile, saper quanta si la sua gravita Pero, ignor Salviati, se avete a soddisfarmi in quesi ancora, vi prego sarmen lavore. SALv. Cho Mir aria risegga gravita positiva, e non al- irimente, come Icuni anno credulo, leggereZZa, a quale sors in verun materia non Si ritrova, assa coneludente ar-gomeni o ne porge risperiena de pallone Onstat postata Aristotile, perche se qualita di assoluta e positiva legg regκ lasse vir aria, multiplicata e compressari aria crescere e la leggoreaga, e in conseguengara propensione di an- dare in m ma r esperienga mustra Pipposito Quanto atraltra domanda, cheis de modora' investigare la sua gravita loci'ho praticato in colat mantera. IIo res uniasco di vel ro assai capace e col Oll siroggato, at quale li applicato un ditate di ouoio legato bene streit nolla stroggatura de nasco, avendo in eam a deito ditate inserta e saldamente sermata n ani- mella da pallone per a quale On uno schiggaiolo h per larga satis passar et asco molta quantita di arta delinquale perobe patiscera esse assaissimo condensata, se nepuo acciare duo e re altri aschi lire a uella che naturalmenis vi capisce. In una saltissima bilancia hora mi fato molio precisamenteria naso con raria dentrovi compressa, agglustando it pes con minuta arena. Aperia prar animella o dat i esit ali aria violentemente Bel vas con- tenuia, e rimessolo in bilancia, trovandolo notabiimente al-leggerito, sono andato detraend de contrappes tanta arena, Salvandola da parte, chera bilancia resti in equilibrio colresiduo contrappeso, io oo nasco. qui non e dubbio choi pes della rena salvata e quello deli aria, che largalamente

112쪽

su messa et asco, e che ultimamente 'e sciis Ma tale esperienZa si qui non mi assicura di altro se non chera' aria conten ut violente mente ne vaso pes quant la salvata arena; ma quanto risoluta mente e determinatamen te est 'ariarispello ali ac tua o ad altra materia grave, non per ancoras io, ne OSSO Sapere, Se i non misuro la quantith di quel-r aria compressa edis questa investigagione bisogna trovarregola, ella quale trovai di potere in due maniere procedere L una delle quali e di piglia uti altro simit ascopia come it primo stroggato, alia imggatura de quale stas trottamento legato uia altro ditate, che ali alira sua testa abbracci I animella deis altro, e niorno a quella con saldissimo nodo si legato. Questo secondo asco Onvien che ellando si sorato foui mense via in modo che per in foro si possa metiere uncii lora ferro, col quale si possa, quando VO remo, apri la deita animella per da resito alia foverchia aria et Paltro vaso posaia ch ella sta ma deve quest secondo asco esse pleno 'acqua a senuιο sotto auro plenodi aria compressa. Apparecchiat i tutio ella maniora detis,ed prendo conci stile P animella, aria uscendo con impeto passando ne vas deli acqua leti accera suora et soro delsondo ed e manifesto la quantita detracqua, che in talauisa Verra cacciata esse eguale alla molem quantitara aria chedali altro vaso ara scita Salvata dunque tale acqua e tor-naio a pesare it vaso alleggerito detraria compressa it quale suppongo che lasse esat anche prima con deita aria sor-gata in e detrati a modo gi dichiarat Parena superstua emanifesto questa essere it iusto pes di tanta aria in mole, quanta era mole deir acqua scacciata e salvata la quale.

Serem e Vedremo quante volt it pes suo conterra it peso della serbata arena e senZa errore Otrem agerma tante volt esse piu grave P acqua deis aria; a quale non aradieci volt altrimenti, come par che stimasse Aristotile, maben circa quattrocento, Ome tale sperienZa ne OSira. L altro modo eli spodito, e uossi lare On URSO SOlo, cloe o primo accomodai ne modo detto, ne quale non O-glio cli mei liam ali ra aria Iire a quella che natural mente

113쪽

lena vi se ne mira meitere oro quarti della tenuia alfiasco metias sulla bilancia e diligentissimamente si est i che atto, tenendo it vas co collo in suos apra rani mella dando risscita atraria delia quale ne scappera suora iustameni quanta e acqua contenuia ne nasco Uscita chosia r aria, si torni a metiere it vaso in bilancia, it quale perta partita detraria si trovor alleggerito e detratio da contrappes it pes superstuo, da esso aurem la gravita di tanta aria, quanta e r acqua de nasco. Staip. Gli arti sigi ritrovati a voi non si puo dire che non siano sottili e molio ingegnosi ma menire mi pare che in apparena dieno inter soddistagione ait iniel lotio, mi mei tono

per u altro verso in confusione Impemoche essendo indubitabiimente vero che gli elementi elle proprie regioni non sono ne leggieri ne gravi, non Osso intendere come, ovequella porgione d aria che parve peSasse, V. g. qua tiro dram- me di rena, debba mi realmente ver a gravita eli aria,nella quale. ben a iiiene Ia rena che a contrappeso e peromi pare che risperienga douesse esse praticata non eli elemento detraria, maci u megZO dove rari siessa potesse eser- citare ii suo talent de peso, se ulla veramente ne possiede. SALv. Acula certo opposigione de Sig. Simplicio, per e necessario ο che ella si insolubile o checla soluatonesia non me sottile Che uel l aria, a quale compressa Ο-stro pesare quanto quella rena, post in liberi ne suo elemento non si piu per pesare, a si hen la rena, B Osa chiarissima e per per sar tale sperien ga conveni v eleggere unluom e u megao, overa aria non men chera rena potesse

gravitare perche, come tu volt si e detio, i meggo detraeda peso ni materia che viis immerge, tanto quanto h ilpes δ' altroitanta parie deli istosso eZZo, quanto h in mole immersa si che r aria ali arta leva tu ita a gravita POperagione χunque, aceto lasse atta saltamente, converrebbe

114쪽

sarta ne vacuo, dou Ogni grave Merciterebberi suo momentis sena diminuZione alcuna. Quando dunque, Sig. Simplicio, not fassim una porgione d aria ne vacuo resterete allor ει cerat e assicurato de satio SIMP. Veramente si ma quesio eis desiderare o richi

dero Impossibile SALv. uero grandissimo converra che si robbligo che mi dourei qua viata per a 3 vostro io essetiui unimpossibile; a i non ogli venderui que cherat vi hodonato, perche di gia ely addotia sperienga pesiam notr aria ne vacuo e non eli aria o in altro meEm pleno Chealla mole, Sig. Simplicio, che ne meEgo nuido rimmerge. venga dair istesso ma detrait della gravith, cibi viene percho ei resiste ali essere aperto, discacciat e finalmente solleva in segno di he ne d la prontegeta sua ne ricorrere subit a tempi in pagi ohe immersa mole in tui ocu-

Va, qualunque Volt essa ne parta che quando di tale immersione ei nulla sentisse niente pererisbe egi contro di quella. Ora ditemi mentre che mi avete in arici nasco digia pleno della medesima aria natural mente contenutavi, qualdivisione, seacciamento o in Omma qua mutaZione ricevararia esierna ambiente alla seconda aria che nuOvamentos insonde oon larga ne vaso Forse s ingrandisue i nasco, Ondea ambiente de a maggi mente ritirarsi per Morgii luogo certi no e per possiam dire chema seeonda aria non ' immerge eli ambiente non vi occupando ella pagio. ina e come se si metiesse ne vacuo angi pur vi si molle olla realmente e si trappone ne vacui non e ripient ellia

prima aria On condensata. Ε veramente nou so conoso edisserena nessuna tra due costituatonita ambiente, menire inquesta ambiente niente preme ambito, mi in quella Pambit punis non spigne contro ali ambiente e tali sono lalocagione di qualohe materia el aovo e la seconda aria compressa ne nasco ral pes dunque che si trova inclararia condensata, e quello che ella avre e liberamente pars' et vacuo Ben si ver chera pes delia rena checla contrappeso, come quella che era vel ' aria libera, ne vacuo sarebbe stato

115쪽

u poco pii dei iusto e per convie dire chera aria pe-

sata si veramente atquanto me grave delia rena che lacontrappeso, io tanto quanto peserebbe attrettanta aria

gendo quesιο peso Ae meιιemm da parte, e he era deliraria Compressa avremo si pes delia medesima aequa sola ne vacuo. I trona pol quanto iaci pes dess aequa, saris eo cavare dat Uus P aequa, e esando it vaso solo detra quest pes da quella

116쪽

SIMP. Pur mi pareva che netraddotte esperienete vi lasse qualch cosa da desiderare maira mi quieto interamente. SALv. Le Ose a me si qui prodoti e in particolare quesia, che a disserena di gravita, enche grandissima, non abbia parte verun ne diversificare te velocith dei mobili, si che, per quanto da quella dipende, tuiti si moverebberocon egua celerita, e tanto uoua mella prima apprensione remota dat verisimile, che quando non si avesse modo di dilucidaria e renderia tu chiara che i sole, egit sareb il taceria cheril pronunciaria pero gi Dche me la sono lascia iascappa di bocca, convien cherio non lasci indietro sperieneta

SAGR. Non questa sola a molle altro instem delle ο sire proposigioni sono cosi remote alle opinioni e dot trine comunemente ricevute, che spargendos in pubblico vi conciterebber numero grande di contradditori essendo chesinnata condiatone degli Omini non ede con uo occhio healtri ne loro serctgio scuopra verila o salsit non scoperte da loro e col dar itolora innovatori di dotirine, Oco grato

non OSSOno sciorre, e con mine Otterrane dissipar quelli

edissu che son stat con gli strumenti consueti a pagienti artesici ostrotii ma con esso noi, Ontani da simili pretensioni, isperienge vostre e te agioni basiano a quietarci tutia via quando abbiate attre tu palpabili sperien Ze e ra-gioni tu emcaci, te sentirem moli volentieri. SALV. 'esperienga salta con due mobili quanto tu si possa disserenti di pes co farti scendere da un alteZEa per servare se a Velocita loro si eguale, patisce qualch dis-ncolia imperocche se Palleaga sar grande, ii meZZO, chedali impet det cadente de essere aperto e laterat mente spinis, di molt maggior regiudiri sar a picco momento delmobile leggerissimo, che alia violenga de gravissimo, per lo

117쪽

uli per lungo spaaiora leggero rimarra indieiro, e netral legga iccola si mirebbe dubitare se veramento non vi sussedisserenga, O pur se e ne lasse, a nosservabile. Ε ero sono andat pensando di rei tera tante volt la sces da piceole alieZZe e accumulare instem tante di quelle minime disserenge di tempo, che potessero intercedere ira r arrivo altermine de grave e P arrivo de leggero, che Osi congiunte lacessem n tem p non sol Osservabile ma grandemente 0sservabile In lire, per potermi prevalere di moti quanto si possa tardi, ne quali manc lavora a resistenχ det megmin altera P essetto che dipende alla semplice gravita, sonoandato pensando di lare scendere i mobili sopra n plano declive non molto elevat sopra trigZOntale, che Opra questo non men che ne perpendicol potra scorgersi quello chelacciano i gravi disserenti di peso e passando tu avanti hoanc voluto liberarmi a qualoli impedimento che potesse nasce dat contati di essi mobili sui detis plano declive esiniamente ho res due palle, una di piombo e una di su-ghero, quella ben tu i cenio voli piu grave di questa, eciascheduna di loro attaccata a due sottili pagheiti eguali, lunglii quatim o inque braccia, legati ad alto allonianatapoi in QP altra palla dati stat perpendicolare, gli ho

dato 1 andare netr istesso momento, e esse scendendo per te circonserenge di cerchi descritii agit paghi eguali lor se-inidiametri, e passat olire a perpendicolo, o mi per leae egime trade ri tornai indieim e reiterando e cento volt per lor medesime in andale erae tornate, hanno sensa- tamenis ostrato, Ome a grave a talmeni sotiori tempodella leggera che ne in ben oeni vibragioni, ne in milieanticipara tempora' u minimo momento uia camminano eo passo egualissimo. Morges ancori operagione det meggo,il quale, arrecando qualch impedimento a mois, asini pludiminuiscera vibragioni de sugher che velle de piombo, ma non per cheri renda pium men frequenti angi quando gli archi passati dat sugher non ussero tu che di inqueo se gradi, e que de piombo inquantam sessanta, soneglin passati sottora medesimi templ.

118쪽

SUMP. Se que8to e come unque non saracia velocith delpiombo maggiore delia vel ita de sughero, sacendo uello sessanta gradi di viaggi ne tempo che quest ne passa a Pena ei SALv. a che direste, Sig. Simplicio, quando amenduespedissem eli istess tempora loro viaggi mentre it visero allonianais dat perpendicol trent gradi avesse a passari aro di sessanta, e lotombo largat da medesimo puntodi mega due soli gradi, corresse P aro di quattro non sa-risbe allor attrettant ptu veloce i sughero e pur Esp rienga mostra io avvenire per notate. Slargat i pendolo de Hombo, V g, inquanta gradi dat perpendicolo, e di lilasciat in liberia, corre, e passando olim a perpendicoloquasi altri inquanta descrive raro di quasi cento gradi,

ritornando per se tesso indietro descrive u altro minore arco, e continuando te sue Vibragioni, dom gran numero di

quelle, si riduce finalmente alia quiete. Ciascheduna di tali vibragioni si a soli tempi eguali tanto quella di novanta gradi, quant quella di inquantam di venti, di dieci, di qua tro si che in conseguenga a velocita de mobile vie sem- pre languendo, mich sotto tempi eguali a passando successivamente archi sem pre minori e minori. Un simile, angi Pristesso esseti scit sughero pendente da nisi attrettanis lungo, salvo che in minor numero di vibragioni si conduco alla quiete come en alio, mediante a sua leggereZga a

superar ostacolo deli aria con tutioisio tulte te vibraaioni grandi e iccole si sanno solio empi eguali tra di toro, deguali ancora a tempi delle vibragioni de Hom . Ondo evero che, se menire it piombo passa un arco di inquanta gradi i sughero ne passa uno di dieci, i sugher allopa opiti tardo de piom ma accader ancora ali incontro hei sugher passi r aro di inquanta quando it piombo passique di dieci ora sei, e os in diversi tempi or sar milivelocera piombo ed ora i sughero; a se gli tessi mobili

passerann ancora, sotin i medesimi tempi eguali archi eguali. ben sicuramente si mira diro allor essere te velocita loro eguali.

119쪽

SiMP. Mi pare e non in pare che questo discors , Si concludente, e mi seni nella mente una a qua confusione, che mi nasco dat voversi e in e I altro mobile or veloce , O tardo edis tardissimo, he non mi lascia ridiarro in chiam come vero si che te velocita loro iano semproeguali.

SAGR. Concedam in gragia, Sig. Salviati chesi dica dueparole ditemi, Sig. Simplicio, se Oi ammetiet che di sipossa con assoluta verita te velocita de sughero e delii ambo essere eguali gni volt che pariendos amendue neti istesso momento alia quiete e movendos per e medesimo incli- Badioni Passassem sem pre spaχ eguali in tem p eguali SIMP. In questo non si uo dubitare, ne se gli puta coniraddire. SAGR. Accade ora ne pendoli, he claschedun L loro passi D sessanta gradi Or inquanta, O trenta, O dieci, resto, quatim, due, e quando amendue passano Γ aro di sessania gradi, o passan neir istesso tempo: et I arco di inquanta metto risiesso tempo in che altro mobile: Osipetraro di irenta, di dieci e degli altri e per si concludechecla velocita de piombo eis arco di sessant gradiis eguale alla velocita de sughero eli amo medesim di sessanta echerae velocita ell arco di cinquanta son pu tra loro eguali, cos negli altri Ma non si dice la che a velocita, che siesercita elr arco di sessanta si eguale alla velocita che si mercita eli arco di inquanta n questa et quella deli arcocli renta, a son sem e minori te velocita negli archi minori it che si accoglio dat eder no sensatamente i P me desim mobile mei ter tanto tempo ne passa P arco grande de sessanta gradi, quanto ne passare ii minor di inquanta est minimo di ieci ed in somma et resse passati tuiti sem e soti tempi eguati l vero unque che en anno ei plom sughero itardando I ut secondo a diminuatone degli archi, a non per alteran la concordia loro ne mantener rigua lita delia velocita in uitici modest mi archi da loro passati II voluto di questo pii per sentire selio en capit it conceii de Sig Salviati, cho pedi bisoguo

120쪽

che io credessi che vesse ii Sig. Simplicio di pili chiara displicagione di quella de Sig. salviati che , come in tutiele suo cose, lucidissima, e tale che sciogliendo egi ii iudolle volt questioni non sol in apparenZa Oscure, a repugnanti alla natura ed a vero con agioni o osservaZionio sperien Ze tritissime e samiliari ad gnuno, a comeda diversi ho inteso dato occasione a talum dei professori tu stimati di a minor conto delle sue novi iii, tenendole corne a vile per dipendere da troppo basia e popolarisondamenti, quasi che la pii ammirabile e tu da stimaret condietione elle scienZe dimostraiive non siclo scaturire epullulare da principi notissima, intes e concedui da tulit. Ma eguitiam pur , di andare pascendo di quesii cibi leggieri e post che i Sig. Simplici si restat appagatoneli intende ed ammetiere, come ' interna gravitii dei diversi mobili non abhia parte alc una ne diversifica te velo cit loro, si che tuiti, per quanto da quella dipende, si moverebber conaristesse velocitadi diteci, Sig. Salviaii, in quelloche o ri ponet te sensat ed apparenti disegualii di moto, rispondete a ueli instana che oppone i Sig. Simplicio, cche o parimente consermo, dic dei edersi una palladi arti glieria voversi pii velocemente di una migilaroladi pioin , he Oca sar la disserenga di velocita ris ito quella che vi oppongo i di mobili detristessa maleria, de quali alcuni dei maggiori scenderanno in men d una

battuta di mis in un meχχ quello pagio, che altri minori non to passeranno in uni ora, ne in quattro ne in venti. quali sonorae pietre e la minuta rena, O massim quella mi-tilissima che niorbida r acqua, ne qua meaE in molis ore non scende per due braccia che pietrugge non molio grandi passano in una battuta di miso. SALv. uel che per i meχχ ne ri tarda piu i mobili, secondo che tra di Oro son in specie me gravi, i si dichiarato, ostrando cio accadere alia uitrarione di peso. Μ come i medesim mergo possa con si gran dis renZascema la velocita ei mobili disserenti solo in grandeZZa, an- corche sieno delim medesima materia e detrisiessa ligura,

SEARCH

MENU NAVIGATION