Le opere di Galileo Galilei

발행: 1855년

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discors persuadervi supponendo che abbiale quella cogni-gione delle conclusioni meccaniche, da altri si qui landatameni iratia te, che per lo nostro bisοgn sata necessaria in conviene che vanti Ogni altra cosa consideriam quale es-isito si quello che si pera ella fragione di u legno o di altro solido te cui pari salda mente sono attaccate perche questa e la prima noEione, ella qua consistera primo e sem-plice principio, che come notissimo conviene supporsi Perpi chiam replicaaione di che prendiam it cilindro o prisma AB Fig. 1 di egno o di altra materia solida e o rente, sermato di sopra in A, pendente a piombo, a qualonetralira estremita B si attaccato it pes C e manifesto che qualunque si si la tenacita e coeren a ira di loro deli parti di esso solido purche non si infinita mira esse superata alia orga de traeni pes C la cui gravitapongo che possa accrescersi quanto ne iace), e ess solido sinaΙmente si strapperii a uisa di una corda E si come ella corda no intendiam la sua resistena derivare dalla moltitudine delle fila della canapa che a compongono, eos uel luno si scorgon te sue bre e lamenti distes per lungo, chera rendono grandemente tu resistente ali strappamenioche non arebbe qualsivoglia canam delia medesima ros- serra; ma ne cilindro di pietra ora metallo la coerenga cheancora par maggiore delle sue parti dipende da altro glutia che da lamenti, libre, e pure essi ancora a valido

Sitip. Se i negogi procede come o dite, intendo bene chora filamenti de legno, che sono unghi quanis ' istesso legno, Osson renderi gagitardo e resisteni a grandore ches gli thocia per Omperio ma una corda composta dirali dicanam non tu lunghi di due o ire braccia r uno, come potin idursi alia lunghegeta di cento restando tanto gagitarda In olus vorret anc sentire a vostra opinione intorno atratiaecamento delle parti dei metalli, delle pietre e di attre maiori prive di tali lamenti, che puros i non ' inganno,

anco pii tenace. SALV. In uove speculagioni, e non multo a nostro iv -

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teni necpssarie converra divertire se Ovrem delle promosse dissicolla portar te soluEioni. SAGR. a se te digressioni possono arrecarigi a cogni-χione di nuove vertia, che regiudica a Oi, non Obbligati au metodo serrat e conciso, a che solo per proprio gusto sacciam I nostri congressi, digredire ra per non perderquelle notiate che sors lascia te, I incontrata occasione un'altra volia non ci si presenterebbe Angi chi sa che bene spesso non si Ossano scopri curiosita piu belle delle primariamente cercale conclusioni pregovi pertant i ancora a dar Od-- dissaaione a Sig. Simplicio e a ne, non me di esso curioso

desideros d intende qua si que glutine che si tenace-meni ritie congitante e parti dei solidi che purinalmente sono dissolubili cognigione che pur anc e necessaria per intende la coerenga delle parti degit stessi filamenti, dei qualial uni dei solidi son composti. SAL v. ccomi a servirvi, Oiche cos vi piace. Ecla prima dissicolla come ossano i lamenti di una corda Iunga cenio Macci si salda mente connettersi insieme non essendo ia- scheduno di essi Iungo iura due o tre), che gran violenaaci Oglia a dissepararii. a ditemi, Sig. Simplicio, non Ο- trest vo di ii sol si di canapa tener una detrestremi atat mente stretia rarae dita, che i tirando ali altra, primache liberario dati vostra mano, lovom pessi certo si quando dunque i sili della canapa susse non solo eil estremita, main tu ita a lor Iungherga con gran orga da chi ii circondasse tenui stretii, non e manifesta cosa che o barbariida chi ii stringe arebbe assai tu dissicile che rompertisma ella orda cistesso ait deli attorcerta stringe te lascambievol mente rara loro in manter che tirando mi congran orga a fune, i suo stlamenti si pergano, e non si separanora uno dati alim come manifestam nte si conosce datvedersi ella rottura i lamenti cortissimi, o non unghi almen un braccio uno, come douria edersi quando a division della corda si sacesse non per I strappamento ellenia, a per a sola separagione detrino ali altro strisciando.

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SAGR. Aggiungasi, in consermagio di quesio, it ede si talvina romper a corda non pel iraria per o ungo,

ma sola per o foverchiamente attorcerta argomento, pare me, concludente te fila esse talmente ira dicior scambie--lmente compresse, cherae comprimenti non permettono alle compresse corre que minimo che arebbe necessario poraliungar te spire, acciOcche potessero circondar a fune, chene torciment si corcia, e in conseguena qualche mco

Sh v. o benissimo dite ma considerate appresso come una veriti si tira dieir i altra. Quei filo, che stretto tra ledita non egue hi con qualchs orga tirandolo vorreis ditra esse mitrario, resiste perch da oppia compressione tenritenuto imperci che non men i dii superiore preme contro ali inseriore, che questo si prema contro a uello. Enon ubbi cho quando di quesie due rem ut se ne Ο- tesse ritenere una sola resterebbera meta di quella resistenga che alle due congiunt dipendeva ma perch non si puo coit algar v. g. ii dito superiore leva la sua pressione senZa rimuovere anco altra parte, conviene con uovo artifigio conservarne una di loro e trova modo che ristesso filo comprima se medesimo contro a dito, O altro corpo wlido sopra i quale si Osa e sar si che ristessa orea, helo ira per separarnelo, tanto tu e l comprima quanto pii gagitardamente i tira e quest si conseguir coli'avvolgere inuisa di spirari stlo medesimo intorno a solido I cheaccio eglio ' intenda, ne segnero un me di gurara equesti AB CD Fig. 2 siano due cilindri, e tra esst distes ilvio EF, che per aggior hiareZEa cera figurerem essem una Ordicella non e dubbi che, premendo gagliardamente due cilindri in contro ali altro, a corda E strata da r estremita , resistera a non iccola violenga prima hescorrere tram due solidi comprimentilatam se rim voveremor uno di toro, a corda, enche continui diri cara alim, non per da tal Occamento ara ritenuia che liberamente noniscorra. a se ritenendola benche deholmente, attaccata versola sommii de cilindro , lavvolgerem intorno a quello a

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soggia di spira FLOΤn e dat camin 1 tireremo, e manifesto che ella omincer a stringere a cilindro, e se lespire e Voltate aranno molle, sempre tu ne validamente tirare si comprimeracia corda addosso a cilindro e sacendos colla moltiplicagione delis spire tu lungo i i camento, o in conseguenga men superabile dissicile si sar sempreptu lo oorre della corda era' acconsenti alla iraente larga. O chi non ede che tale e la resistenga dello stlamenta, checon mille e mille simili avvolgimenti it grosso canam con- tessono Angi lo strignimento di simili tortuositi collega tanto tena mente, chera non molli giunchi, ne anc molis lun- i, si che poche sono te spire concie quali tra di lorora' intre iano, si compongon robustissime sunt, ohe mi par chedomandino suste. SAsa. Cessa per Io vostro discorso ella mi mente lamaravigii di due effetti, de quali te agioni non bene erano comprese a me. Uno era it edere come due o alisi trerivoli de campo intorno a sus deli argano minuan non solamente lienerio, ohe, irato dati immensa larga de pesoch et Ostiene, correndo non gli cedesse, a che di piu, girando argano, i medesimo laso, o solo inccamento de canapo chera stringe, potesse colli succedenti avvolgimenti irare e sollevare vastissime pietre, mentre che lebrae ita diis debile agagg vanno ritenendo e radunando I altro cam de medesimo canapο L altro e diis sem-ylio ma arguto Ordigno, irovato da n iovane mi Parente per pote con una corda calarsi a una finestra senEa Morticarsi crudelmente te palme delle mani come oo tempoavant gli era intervenuto con sua grandissima ossesa. Nesar per facile intelligeneta n piceolo schiEgo. Intorno a

canna e lungo circa un palmo, incavo un canaletis in larma di spira di una voliata e mega e non pili, e di argveaga capace delia corda che voleva adoprare e questaseo entrare perra canale da termine A, e scire per al-ir B, circondando vicia cilindro e corda con cannone pur di egno, uver anc di ulla, ni diviso per ungo ed

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inganglierato, si h liberamente potesse aprii si e chivdersi: abbracciando mi e stringendo con amberae mani eηs cannone, accomandata la corda a uia sermo ilegno di sopra, si sospes suu braccia, e riusci tale a compressione dellaeorda tra it annone ambiente erat cilindro cho ad arbitrio suo stringendo sortemente te mani poteva ostenersi senga calare, ed allentandole u poco si calava lentamente a suo piacimento. SALV. Ingegnosa eramente invenZione, cui per inieraesplicagione delia sua natura, mi par di scorgere cos per om-bra che qualch altra speculagione si potesse agglugnere manon oglio per Ora digredi pili sopra di quesio particolare; massime volendo vo senti it mi pensiero intorno allaresistenga allo trapparsi degli altri corpi l cui testura none di silamenti, come quella delle sunt e delia maggior paris dei legni, ara coerenga delle parti loro in lire agioni par che consista , e quali per mio iudigi si riducono adue capi: in dei quali e vella decantata repugnanEa cheha a natura alr arumetiere it vacuo per altro bis na non basiando questo de vacuo introdur qualciae glutine.

visco o colla che tenacemente colleghi e particole, delle quali esso corpo e composio. Diro prima de vacuo mo- strando con hiare sperienge quale e quanta si la sua virtu prima, it edersi, quando ne piaccia, due piastre di marmo, di metallo ora vetro squisitamente planate, pulite lustre, che osata una su altra, sena verun salica se gli uove sopra strisciando sicuro argomento che nessunglutine e congiunge in m che volendo separarie, mantenendole quid istanti, a repugnanga si trova, che a superiore solleva e si ira tetro P altra e perpetuameni la ri-tiene sollevata, ancorch assa grossa e grave, evidentemente ei mostra irrore delia natura et ove ammeitere, sebben per breve momento di tempo lo pagio uoto oli ira di quelle rimarreb ovanti che i concors delle parti deli aria elrcosianieci avesse occupato e ripieno sedes anco he quando hane tali due astro non iussero saltamento puli te, e percio chera lor contait non fiasse riuisito de lutio, ne volet le

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Separa lema mente, iuna renitenga si rova suo di quelladella sola gravita dei a superiore; ma in un algamento repentino i inferior pietra si solleva, a subito ricade, se-guendo solamente a ovi ana per que brevissimo tempoche hasta per a disiragione di quella poca di arta ches' interponeva tra te astre, che non e combagiavano, per i ingresso detraitra circonfusa. a resistenga, che cosi sensata mente si scorge ira te due lastre, non si uo dubitare che pari mente non risegga tra e parti diis solido, eche ne loro attaccamento non entri almanco a parte, e come causa concomitante.

SAGR. Fermate di graZia e concedetem che o dica una particolar considera Eione che puro Ora mi e caduta in mente equesta e cheril edere comeria piastra inferiore egueri superiore e che con moto velocissimo vie sollevata, ci rende sicuriche, contro a deti di molli filoso e sors di Aristotile me- desimo, i mol ne Vacuo non arebbe instantaneo; perche quando susse tale te nominate due astre senZa repugnanZaverun si separerebbero, glacche i medraimo instante di tempobasterebbe per Ia loro separa Zione e per i concors detraria ambiente a templi que Vacuo che tra esse potesse reStare. Da segni dunque che in inferior lastra la superiore, si rac- cogite come ne vacuo i moto non arebbe instantaneo e si raccogite insieme, che pia tra te medesime piasire resti qualch vacuo, almen per brevissimo tempo, cio per tuit quelioche passa ne movimento deli ambiente, mentre concorre artem pire it vacuo che se vacuo non vi restasse, ne di concorso, ne di moto di ambiente vi sui ebbe bisogno Converra dunque dire, che pur per Violen Zam contro a natura it vacuo talor si conceda Mnche opinion mia. che nessuna OSasia contro a natura, salvo che impossibile, it quale pol non mai). a qui mi nasce un'altra dissicotta, ed e che sebben resperienga mi assicura delia verila ella conclusione, intelleti non resta gi interamente appagato della causa, alla ale cotale esseti viene attribuito Imperocoli rotatio delia separagione elle due astro h ahieriore a vacuo che in On-seguenZa alia separa aisne succederebbe e percli mi pare che

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la causa debba, o non di tempo, almen d nai uia procedereali emtio, e cite diis emtio positivo positiva attres debba esse la causa, non est ea pace come deli aderena delle duo piastre, e ella repugnanZa ali esse separate esseti che gia sono in atto, si possa riseri la agione at aevo, he non , ma che avre e a segui re delle os che non sono, nes- sun pu esse ropera Zione, conforme a pronianaiaio certissimo de Filosola. Stu . a iacche concedete questo assiona ad Aristotile, non credo che state per negargliene uia altro bellissimo e vero, questo e chera natura non intra prende a vole sare quelloche repugna ad esse satio dat qua pronu natato mi par chedipenda a soluatone de uostro dubbio perche dunque a se medesimo repugna esse uno spaZi vacuo Vieta la natura illa quello, in conseguenZa di cho necessariamente succederet, ii vacuo e tale era separaZione elle sue astre. SAGR. Ora ammesso per soluatone adeguata dei mio dubbio questo oti produce i Sig. Simplicio, seguitando it cominciato discorso parmi che questa medes ima repugnana a vacuo dourehbe esse bastante ritegno elle pari di u solido dipietra o di ietallo, o se ali re verae sono, che tu saldamen lostiano eongiunt e renitenti alla divisione. Perche, se di uno

egetio una sola e la agione siccomeri ho inies e credulo, se pur Oli se ne assegnano, ad una Sola si riducono, par-ch quesia de vacuo che sicura mente e non bastera per tui lete resistenZeΤSALv. I per Ora non Oglio entrare in quesia contesa, seri vacuo senχ altro ritegno si per se sol basi ante a tenere uniterae parti disunibili dei corpi consistenti; ma vi dico bene hera ragione de vacuo che milita e conclude elle due piastre non basia per se sola a sald collegamento delle parti diis solido cilindro di marm o di metallo te quali violentate da large agitarde, che dirit tamente te tirino, linarumente si separano e si dividono. quando io trovi modo didistingue quesia ia conosci ut resistenEa dipendente alvacuo, da Ogni altra, qualunque ella si lasse che conrae con- corresse in sorti sicari ait accamento, e che i vi sacria edere

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tra Aluta telo, Sig. Simplicio, iacche egit sta ambiguo inpraquello che debba rispondere. Stup Ε oreta phe a sospensione de Sig. Sagredo iaper altro ris iis, non restando uogo di dubitare sopra si

S GR. Vol si g. Simplicio, ravete indovinata Andava pensando se non astando un milionis Oro anno, che vie di Spagna, per agar resercito, russe necessari sare altra prov- visione che di danari per e paghe de soldati . a seguitate Pur, Sig. Salviati, e supponendo chera ammeitara vostra conseguenaa, ostra teci ii modo di separare operagione delvacuo ali attre, e mi furandola inieci edere come ella stasearsa per P effeti di che si paria. SALV. 1 vostro demonio vi assiste Diro i modo deli ap- partar a viri de vacuo atralire e mira manlera de mi-suraria. Ε per appartaria piglierem una materia continua leevi parti manchino di gni altra resistenga alta separagione suo che di quella de vacuo, quale a lungora stato im strato in certo traitato de nostro Accademico esse raequa. lche qualunque volt si disponesse un cilindro di acqua, eehe attratio si sentisse resistenχ ali staccamento delle sue parti, questo da altra agione, che dalla repugnanga a vacuo, non mirebbe riconoscersi. Per sar pol una tale esperienEa misono immaginat uii artis Zio, ii quale coli aluto diis meodi disegno, meglio che con semplici parole potro dichiarare.

Figur questo CABD Fig. 4 essere ii prosito diis cilindro

di metallois di eiro, che sare e meglio uoto dentro, magi ustissimamente tornito ne cui concavo entri con squisitissimo contati un cilindro di egno, i cui prosito noto EGΗF, ii qua cilindro si possa pignere in s e in tu, equesto voglio che si bucato et megro, si che vi passi unlii di serro oncinato elrestremit Κ, e altro cap I vada ingrossandos in sorma di cono o turbine, sacendo heri sorolatio ne legno si nella parte di sopra ess ancora incavato in forma di conica superficie agglustata puntuat mente per i -

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cevere a conica siremtic de serro IK. qualunque volta si tiri in tu alia parte . Inserto il legno, O Oglia molochiamar assis, ΕΗ ne cavo cilindro A D. non Oglio che ar- rivi in alia superior superficie di esso cilindro uia che oresti loniano due orare ita e tale spaZio de asser ripienodi acqua, a quale vi si metiera tenendo it vaso colla occaCD ali insis e calandovi sopra lo ast ΕΗ co tenere it turbine I remoto atquanto da cavo de legno, per lascia resito atraria, che ne calcare o East se ne scira per lorior dei legno, he percio si is atquanto tu largo della grosseEa de I asticciuola di erro ΙΚ. Dato risit ali aria, e riti rato iserro che en suggelli su il legno co suo turbine, si rivOlter ii vaso tutio colla bocca ali inglu, ei attaccando ali Oncino' u recipiente a metiervi dentro rena, O altra materia grave, si caricher tanto, che sinat mente a superior supersciea dello assis si stacchera dati inferiore detracqua, alia quale niente tirocia ieneva congiunt chera repugnanEa de vacuo e di que tui oceamen ι delis asso con a super i- ei de ellindro: a qua resistensa di oeeamentosuossi misurar

tremo sena veru dubbi asserinare la sola ragio de vacuo tenerrae parti de marino e cristallia congiunte ma non 3 siando, e che per Omperio bisogni agglugnervi quatir volte attrettanto ego, converra dire, la resistenZarae vacuo essurdelle inque parti una, e r altra quadrupla di quella del

SiuP. Non si uo negare che invenEione non si in- gegnosa maci ho per oggetta a molle dissicona che me larendono dubbia perche, hi ci assi cura che raria non possa

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penetrar ira i velim e 1ο assis ancorche si circondi bene distoppa ο alti a materia cedente e cosi, acci chera cono Isaidi bene i soro sors non basierebbe ingerio con ceram trementina. Inolire perche non Otrebber te pari deli acqua distrarsi e raresarsi perche non penetrare aria, o esalaZroni, attre sustange tu solliti per te orosita de legno, o anchedeir is tesso vetro 3 SALV. olio destramente i uoue i Sig. Simplicio edissicotta, e in parte ei somministra i rimet, quanto alta penetrario debraria per in legno, rara i legno erat vetro

Marao, olire di io, nolo h potremo eli is tesso tempo ac-cOrgerci, con acquisi di nuove cognigioni, serae promosse dis fleonae avrann lvogo. Imperoeche se r acqua ara per natura, sebben con violenEa distraibile, come acead netrarra, si edra ο Eam calare, a nil a separagione delis asti μυ-r aequa, per a propria ruvit e per quella he se ii a -- iiungendo ne reeipiente e se larem nella parte superiore dei vetro un me di Ombelico prominente, come quesio , enetrando percia sustangat Orosita de vetro orae legno aria, altra tu tenue e spiritos materia, si edr radunare cedendogli P acqua uel l eminenEa V le quali eos quando non Si Scorgano, verrem assicurali resperieDEa esse colle debit cautele stata tentata, e conoscerem Pacqua non esset distrat bile, ne i vetro esse permeabile a Verulla materia, noli sottilissima Dori he da moes. SAGR. d O merce di questi discors riti ovo a causa diis esteito, che lungo tempo mi ha tenuiori mente inmm-braia di maravi glia e uota ' intelligenga. Osserva gia una citerna Bella quale, per rarne P acqua su satio lare una tromba da hi sors credeva, a vanamente, di Oierne cavare con minor fatica Pristessam maggior quantita che colle Secchi ordinarie ed a questa tromba i suo stantussis animella su alta, si cli r ac tua si a salire per attragione, non per impulso, come sanno te trombe che anno ordigno da basso Questa, in cho nolla citerna vi e acqua sino ad una determinata alte Ea la ira abbondantemente, aquando P acqua rabbassa olire a uia deierminat segno, la

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