Le opere di Galileo Galilei

발행: 1855년

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tromba non lavor piu Io ct edetta, la prinia volia che osserva itale accidente, che r ordigno lasse uasto est vato it maestro acci lo accomodasse, mi disse che non vi era altrimente dilatio alcuno suo che neti acqua la quale essendosi abbassata troppo, non pativa di essere algata a tanta alteEga; mi oggiunse n. Onommbe, ne con alte maechina hesollevi l aequa per attragione, esse possibile sarta montareu capello pi di ire diciolto braccia, e sieno pure te trombolaris o stretie, ehe questa h la misura detral terga limitatissima. Ε io sin ora sono stato cosi poco accorto che intendendoche una corda, una maZZa di legno e una verga di erro si uotanto e tanto aliungare cheranat mente i suo proprio pes lastrappi tenendola attacoata in alto, non mira ovvenulo chel' istesso molio piu agevolmente accaderi di una corda o vergadi acqua che altro lauello che si attrae ella immha heu cilindro di acqua ii quale vendo a sua attaccatura disopra, aliungat pii e tu, sinalmente arriva a uel termine, olim a quale irato dat suo gi satio foverchi peso, non Nirimente cherae lasse una corda si sti appa E isteas sequirebbe per mi eredere nesti auri siquidi, Ome eli argent vivo, ne vino, nessoti eo , ne quali si arebbe is strappamenι in minoris maystior alιeam deli dieiοιι braeeia seeono a mag-gioris minor stravita in peei di essi siquid rupeιto a quella dessaequa, reeiproeamente mis urando per tali atteas se re

SALv. Cosi puniualmente cam minaci negoEio, e perche lamedesima attegra elle diciolto braccis eire erit prensis termine detral tegga, alia quale qualsivoglia quantiti di acqua, sieno ei a trombe larisissime o stretiei stretiissime quanto unis di paglia, uo sostentarsi, uitavolt che nolleseremor acqua contenula in diciolto braccia di annone, si largo stretto, avremo il valore della resistenga de vacuo ne ci-lindri di qualsivoglia materia solida, grossi quanto sono concavi dei annoni proposti giacche abbiamo dotio tanto. mostriam come di tuit ira metalli pietre, egni, vetri c. Sipuo acilmento timvare sin a quania lungheZEa si pol reb- n aliungare lindri, fili O vergite di qualsivοglia rosseZ-

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κa, lite alia quale gravati da proprio peso, piu non mireb-her reggersi, a si strapperebbero Piglisi, per sempio, unae di ame di qualsivoglia rosseaa e lungheEZa, e sermaio , de suo capi ad alto, si vada agglugnendo ait altro mag-gior e maggior pes si che sinat mente si strappi e sicilieso massimo che potesse ostenere v. g, inquinata libbre Umanifesto che inquanta libbre di ame olire a proprio peso, che sia, Per sempio un tiavo di oncta irato in filo di talgrosseaga Sarebbe la lunghegga massim de sit chera stesso potesse reggere. Misuris pol quanio era iungo i filo che sistrapyo e Sia, V g , u braccio e perche pes unistinvo dioncia e resse se flesso e inquanta libbre appresso che sonoottavi di oncta quattromila ollocento, diremo uti i fili dirame, qualunque si si la lor grosseZEa potersi reggere sino alla iungilega di quattromita otiocent umbraccio, e non tu; e cos una verga di ame potendo reggersi in alia lun-gheaeta di quattromit ollocent umbraccio la resistenga cheella trova dipendente dat vacuo, rispetio a restante, e tanta, quant importa it pes di una verga di acqua iunga braccia diciolio e grossa quanto quella tessa di ame e trovandosi, V. g. ii rame esse nove Volte tu grave deli acqua di qua-lunque verga di amera resistenga allo strapparsi dipendentedalia agion de vacuo importa quanto eri pes di due brac-cia detristessa verga e con simi discors ed operaEione sipolranno irOvare te lungher e elle silais verghera tuti lematerie solide ridot te alia massima che ostene si possa, edinsieme qua parte abbia it vacuo elicior resistenZa. SAGR. est Ora che ci dichiate in qua cosa consista ilresto della renitenga , cio qua sici glutine o visco che ri-tiene attacca terae parti de solido olire a uello che derivada vacuo perche o non aprei immaginarmi qua colla iaquella che non possa essere ars e consumata in un ardentissima fornace in due tre e quattro est, ne in dieci omento; dove stando tant tempo argento, oro e vetro liquesatti, cavati pol tornanorae parti loro et reddarsi a iunirsi e lattaccarsi come prima Oltrechera medesima dissicotta, he honeli attaccamento elle parti de vel ro, auro o elle pari i

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mente congi unie

SALv. Pur poc sa vi dissi che i vostr demonio vi assisleva sono io ancora elle medesime angusile ed ancorato occando con an come a repugnana de vacuora indubitabiimente uella che non permette, se non con gra vi tenga, la separagione elle due lastre e tu elle due granparti della colonna di marmo ora brongo, non so edere Omenon abhia ad aver tuom, e esse pari mente agione delia ooerena delle parti minori, e sino elle lini me ultime delle medesime materie e essendo che r u effetio una sola la vera e potissima causa, mentre i non trovo altro glutine perche non debh tertiar ini edere se quesi de vacuo, ohe si trova, vo basiarci Sivp. Se di gia via avete dimostrato a resistenga delgra vacuo, ne separare te due gran parti diis solido, esse piccolissima an comparaZio di quella che tie congiuntele particole minime, come non volet tenerii che per certo questa esse diversissima da quella 'SALv. A questo rispos i Sig. Sagredo che pur si paga vano tuti i particolari soldat con danari accolt da impo- sigioni generali di soldi s di quattrini, sebbene n milion dior non hastava a paga tuti risercilo. hi a che altriminutissimi vacui non avorino per te minutissime particole, si che per uti si deli istessa monet quello con che si ten-gono tuite e parti congiunteres vi diro quello che taloram e passat perra immaginagione v lo do, non come veritarisoluta, a come una qua si si lantasia plena ancora indigestioni, sottoponendola a pii, alte eontem plagioni Cava tenes nulla ira che vi gusti it resto iudicatelo come tu vi re. Ne considera latvolt come andando it uoco serpendo ira te minime particole di quest e di que metallo, che tantosa damente si trovano congiunte finalmente e separa e di- suu sce e come mi partendos il uoco Ornan colla medε- sima tenacita di prima a ricongiungersi sena diminuirsi puniola quantita et 'or e pochissimo in altri metalli, anc per lungo tempo che restino susi , pensa che cio potosse coa-

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ilere perche e sottilissime particole de su O penetrando per gli angusti ori de metallo traci quali percia loro stret-teEZa non potessero passare i minimi deliinaria, ne di molii altri vidi), vi temptre i minimi vacui tra esse Dapposti, liberassero e minime particole di quello dalla violenaa, colla qualeri medesimi vacui l una contro P altra attraggono, e proibiscon loro a separaaione e cos potendosi liberamente vovere, lacior massa ne divenisse uida, e tale restasse in chegi ignicoli ira esse dimorassero partendos pol quelli e la- sciando i pristini vacui, tornasse a lor solita attragione, edi conseguenaa r attaccamento delle parti . d ali instangade Sig. Simplicio parmi che si possa rispondere, che se bene tali vacui arebber iccolissim in conseguenZa iasche-dun facile ad esse superato luttavia r innumerabile mollitudine innumerabilmente per cos dire multiplica te resi- sistenge: e quale e quanta iacia sorZa che da numero immenso di deholissimi momenti instem congiunt risulta, porgacene evidentissimo argomento il ede notis pes di milioni dilibbre osten ut da canapi grossissimi , cedere, e sinat mente lasciarsi vincere e sollevare ali assali degi innumerabiliatomi di acqua ii quali, O spinti dati austro O pure che distes in tenuissima nebbia si vadano movendo per raria, vanno a caeciarsi tra libra e fibra dei canapi tiratissimi, ne uor immensa orga de pendente pes vietargi rentrata si chepenetrando per gli angusti meati, in grossan te corde, e per

conseguenZarae corciano Onde a mole gravissima a sorravie sollevata. SAGR. Et non e dubbi alcun che menire una resisten Zanon si infinita, uo alla moltitudine di minutissime sor eesse superata si che ancora numero di formiche strasciche-rebbe per terra una nave carica di grano perche i senso ο- strandoci quotidianamente che una formica destramente porta ungranello, e chiara cosa essendo che ella nave non sono infiniti granelli, ma compres dentro a qualch numero, de quale se ne pia prendere u altro qua tiro e se voli maggiore, se quest se ne prendera n liro di mrmiche eguale e si Porranno in opera, condurranno per terra it grano ocia nave

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ancora. When ver che bisognera chera nun ero in grande. come anco, per mi parere, quello de vacui che tengono attaceat i minina de metallo. SALv. a quando bisognasse eli iussero anche infiniti, ravete o sors per impossibile SAGR. o, quando que metallo lasse una mole inlinita:

auri menti e . .

SALV. Aurimenti che 3 Orsu, gia che si e messo mano aiparadossi, ediam se in qualch manter si potesse dimo. strare, come in una continua estensione sinita non repugnii potersi ritrovare infiniti vacui e neti istesso tempo civerru, se non altro, almen arrecata una sol ugione de piuammirabile problema che si da Aristotile messo ira quelliche esso medesimo addimanda ammirandi, dic ira te questioni meooaniche e la soluatone Otrebbe esse per avventura non eno splicante e concludente di quella che eglimedesimo ne arreca, e diversa ancora queli che molio acu tamente vi considera it Oitissimo onsignore di Guevara. Ha biso a prima dichiarare una proposi Eione non occata da altri, alla quale dipende to sciogliment delia quisitone, che mi frio non ringanno, si tira dietro alire noti Zie uove ammirande Per intelligenZa di che accuratamente descriveremo a figura. Pero intendiam un poligono equi lateroe equianwlο di quanti lati esse si Oglia, descritio intorii a quest centro G Fig. ), e si per Ora uia sagono di ABCDEF, simile a quale e ad ess concentrico, ne descriveremora altro minore, quale Oierem ΗΙΚΙ ΜΝ, e dei mag-giore si prolunghi u lato A indeterminata mente verso . de minore it spondente latora si verso a medesima parie similmente prodOlto segnando a linea Τ parallela ali S. e et centro passi P altra aue medesime equidisian leGV Falto questo, i maggior poligon rivolgasi sopra lacii nea AS, portando seco P altro poligono minore. I chiar chestando fisso it punio B, termine de lai AB. mentre si co- mincia a revoluetione, langolo A si sollever, e i punio Cs' abbassera deseri vendo I arco CD, si cheri lato B si adattialia linea a se tesso eguale BD: mi in tal conversione

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P angolora de minor poligono si elavera sopra a linea IT per osse la B obbliqua sopia r AS ne prima ornera ilpunio I ulla parallela IΤ, se non quando it punio C sarupervenuto in in aliora I sarii advio in O dopo aver descritto P arco IO svori delia linea T, d allor il lato Msar passat in P. a i centro G tra tanto sem e vera

camminato suor della lineam V, ulla quale non ara tornato se non om aver descritio arco C. Falto quesio primo passo it poligono maggiore ara irasserit a posare oes aio C su a linea BD il laiora de minore so a lalinea P, avendo saltato tutia a parte Io senχ t carta, ei centro G pervenuto in s , sacendo tuti ii suo orso suoridella parallela GV sinat mente tuita a figura si sara ri- messa in un post simile a primo si che continuandos larevoluZione, e venendo a secondo passo, i lato de maggior poligono DC si dat tera alia parte X, i, de minore avendo prima saliaiora' arco PY cadera in YZ ed i centro, procedendo sem pre suor della GV in essa cadera solamente in n. Opora gran alto CR. d in ultimo finita una inter conversione, it maggior poligon avra calcate sopra lasu A se lineo eguali a suo perimetro senEa verun interposigione it poligon minore avra pari mente impresse ei line eguali ali ambit suo, a discontinuate ali interposi-χiono di inque archi, Otto i quali restano te corde, partidella parallela II non ocche da poligono e sinat mente ilcentro, non e convenulo a concia parallela V, salvo chein se punii. Di qui potet comprendere Ome Io pagi Passat da minor mligono e quasi guale a passato da mag-giore cloe la linea I alta S, della quale e solamente minore quant o a corda d uno di questi archi intendendo perora lineam instem con gli spagi de cinque archi. Ora questo, che vi ho spost e dichiarato Deit esempio di questi sagoni, orrei che intendeste accadere di tuiti gli altripoligoni, di quanti lati esse si Ogliano, purche iano simili, concentrici e congiunti, e che alia conversio delmaggiore ' intenda rigirars anco ' altro quanto si Oglia minore che intendeste, dico, te mee da essi passate esser

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prossitnamente eguali, computando nello pagi passato dat minore grintervalli sotio gli archetli non occhi da parieveruna de perimetro di esso minor poligono Passa dunque ilgra poligono di mille lati, e misura conseguentemente una linea retta eguale a suo ambito e neti istesso tempori pic- colo Passa una prossimamento egua linea, a interrottamento composta di mille particelΙ eguali a suo mille ali conr interposigione di mille pagi vacui che tali possiam chia- mari in relagione alle mille lineeito occate dat lati delpoligono Ed ii detio si qui non a verun dissicova o dubitallione. a ditemi, se intorno a n centro, qua Sia, . . , questo punto A, o descriveremo due cerchi concentrici edinsiem uniti, e che da punii C, B de lor semidiametri sieno tirate te tangenti CE, F, e ad esse et enim A a para tela AD, intendendo irat it cerchi maggiore Opra a linea BF posta eguale alla di tui circonserenaa, come parimente te attre due i Ε, AD), compita che abbia una revoluEione. ohe aver salto ii minor cerchio, e chera centro 3 questo si- curamente vera corsa e toccata tuticia linea AD, ecla cir- conserenga di quello vera con li suo toccamenti misuratatuita la CE sacendo 'Istesso che lacer i poligoni di sopra in quest solamente differenti chera linea Η non su Occain ulterae sue parti dat perimetro de minor Oligon , mane sum lasciat tante intatte con interposigione di vacui saltati, quante furo te parti Oeche dat lati; a qui eicerchi mal non si separa a circonserenga de minor erohiodalia linea Ε, si h alcuna sua parte non Venga occa, ne mai quelli cho occa della circonserenga e manco deles catonella resta Or come unque puo senga salti Morrere ii cerchio minore una lino tanto maggiore delia sua circonserenga SAGR. Andava pensando se si potesse dire che si como ilcentro de cerchio emo solo irascicato sopra A lacio aiultu, essendo anco u punio solo cos potesser i punti della circonserenga minore, irati dat moto delia maggiore, andare sirascicandos per qualche particella delia linea E. SALV. Questo non puo essere per due agioni prima perche non Sarisbo maggior agione che alculio dei occamenti b

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mili a C andasser strascicando per qualohe parte delia linea C ed altri no e quando quest susse essendo tali ioc-camenti perche wn punti inliniit gli strascioli sopra laC sare ero nuntii, exessendo quanti sarisbero una linea infinita, ni iam e sinita. 'alira agione , he mutando

it os hi grande ella sua conversion continuamenis On-tatio, non pu non mutario parimente i minor cerchio, non

si potendo da alim punis che da punio B tirare una linea retia sino a centro A e che passasse elisunt C; si με mutando contaitora circonserena grande, to inuis amoracla Piccola, ne punt alcuno della pio la occa iura' u punis delia sua retia CΕ. Olire che anco ella conversione dea ligoni nessu punt de perimetro de minore si adaitava aptu 'in punio delia linea che da medesina perimetro veni v misurata come si pu lapilmente intendere considorando la linea I esse parallela alia BC, onde si choria Cnon si schiaccia sopi clara Gad resta sollevata sopr. la is, ne prima a calca se non ne medesiuio istante olis is msi unisce con a Q. Gallora vita instem laci si unisce

SALV. I ricorrere alia consideragione dei poligoni so-pra considerati, imito de' quali e intelligibile, o di i oompreso, e diret, che si come ne poligoni di uentomita Iati alla linea passata e misurata dat perimetro de maggiore, torida oeninmila suo lati continuamente distest, e eguai lamisurata a ceutomita lati de minore, a con interposi-rione di centomita pagi vacui traposti cos diret, ne corchi che so poligoni di lati insiniiij a linea passata agit

infiniti lati de cerebio grande, continuamenis disposti, esse paraggiata ita lu'gheaeta della linea passaia agi infiniit lati de minore, a da quest con interpostitione d aliret- tanti vacui tra essi e si comeri lati non son quanti, chens infiniti, cosi r interposii vacui non son quanti, a infiniit,

quelli cloe in sinit punt tuiti pleni, e questi infiniti iunii

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parte pleni e parte vacui. qui Oglio che notiate come -- solvendo e dividendo na linea in parti quante, e per con- SeguenZa numerate, non possibile disporte in una est sione maggiore di quella che occupava mentre tavano continuatΘe eongiunis, senEa r interposietione 'alirettanti pagi Mui: ma immaginandola risoluta in parti non quante, io ne' sues

infiniti indivisibili la possiam concopire distratta in m menso senga P interposigione di pagi quanti vacui, a r ne d infinii indivisibili vacui. questo, he si leo delis semplici linee s inienderi detio delle superficie de eorpi solidi considerandoli composito infiniti atomi non quantiς che mentro ii vorrem dividero in parti quante, non dub-bio he non potremo disporte in spagi tu ampli de primo occupato da solido se non con ' interposigione di spari quanti vacui, vacui dico almen della materia de solido; ma se intenderem l altissima ed ultima resolugione attanei primi componenti non quanti ed infiniti, miremo conoe pire tali componimenti distrati in spatio immaeis se ar interposigione di pagi quanti vacui, a solamente di amiinfinii no quanti ed in questa guis non repugna distrarsi, v. g. un iccol globetio 'oro in uno pagi grandissimo se a ammatiere pagi quanti vacui tutiavolt pero obe mettiam rim esse compostola infiniti indivisibili. Stur Parmi che vo eamminiate alla via di que vacui disseminati di oerto filosos antioo. SALV. Ma per uoi non Oggiugnete Il quale et vala pro videnga divina, come in certo simi proposito, maipso a Proposito, oggiuus unciale antra ista de nostro

SIuP. Vidi bene e non sono stomaco, i livore de male allatio oontradditore macio non solamente per termine dibuona orsa a non inocherei simili tasti m perche so quanto sono discordi alia mente en temporaia e ben organimatadio S. non sol religiosa e pia, a cattolica e santa uarii nando sui proposito, molle dissicotta sento nascerm dalli avuli discorsi, alle quali veramente io non aprei liberar- mi. per una mi si para avanti questa che se te irοοn-

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serenge de due cerchi sono eguali alte due rette BF questa continuamente resa e quella Oll interposigione d infinii punii vacui,T A descritia da oentro chera, punio solo, in qua manter si potin chlamare ad emo eguale oontone dono infiniti 3 In lire que comporre a linea di punti, i divisibile d indivisibili, ii quanto di non quanti, mi palonos gli assa duri da passarii est istesso dove ammettere ilvacuo, tanto concludentemente riprovato da Aristotile, non manca delle modest me dissicottii.

diam i ho iam tra rin sinit e gl indivisibili quelliinoomprensibili da nostro intelletto nito per a loro gran-

ara, e questi per la Or iocoleEga contutiocio odiam ache rumano discors non uole rimanersi ali aggirarvisi attorno dat che pigliando io ancora qualch liberth, produr- rei alcuna mi fantasticheria, se non concludente necessaria mente almeno, per la novita, apportatrice di qualch mera vigila ma sors il diverti tanto iungamente dat cominciat cammino mire e parervi importuno, e per poco grato. SAsa. Di magia odiam de benefigi e privilegio, hes lia da paria conci vivi e tra gli amici, e tu i cose arbitrarie e non necessarie differente dat ratiar o libri morti, i qualio eccilano mille ubi, e nessuno te ne ri- solvono Fateo dunque partecipi di quelle consideragioni chei cors dei nostri agionamenti vi suggerisce, che non cima hera tempo, merce deli esse no disobbligati a sun-gioni necessarie, di continuare, e risolvere r attre matorie intraprese e in particolare i dubri occati a Sig. Simplicio non si ira passinis in ulti modi.

SALv. Cosi si saccia, miche tale e ii vostro gusto e Omineiando a primo, che su come si possa a capi re chou sol punio si eguale ad una linea, edendo di non -- ter sare altro per ora provero di quietare o almen temperare una improbabilitii ο un altra simile o maggiore, cometatvolt una aravi glia si attulisce conis miracolo. inuesto ara O mostra rvi due superficie eguait, ud instem duecorpi tu eguali, o sopra e medesime detis superficio coine

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