Cronache della città di Fermo pubblicate per la prima volta ed illustrate da Gaetano De Minicis vice presidente della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie della Toscana, dell'Umbria e delle Marche

발행: 1870년

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ANNOTAZIONI E GIENTE E potelio molle volto si e dat cronisin riuordata questa Rocca, Giritaleo, Girone o Zirone. Vedi I tu CANOE alia Parola Girone, ZIro propussilia cuu specles Ilauso, eredi amo opportuno adeonnare cho sorge a essO SOpra un collo Poto men elio isolato nel eontro delia ei ita resai rem liδ in spugnabile Si Per natura, ct si Per arte. A molio vicendo, masti e dominatori do soggetto questo castello it quale pare dOvesse esistere ancho Iungo tempo innanti allaromana domi nazione, Peret elisi rimangono anelio at presente dello traecis di tro diversi muri di eirconvallaaioae a quasi e ali distange, formati di grossa piet . Di questo Girone si hanno duo monete riportate dat Catalani nello suo Memorίs uelia Zecca fremana at numeri 5 o 6 della prima taxola in cui vii Ieggo uel diritto DE FIRMO, e neu altro lato G IRFALCUS e net moZZO un eastello con torri: la prima sicura notiata est resistena a della sorterra Formana, sin drali antichi tenapi, si ha da Apitiano De Bello cirili, lib. I the ei narra. os Mersi Gneo Pompeo Strabone rimvorato nel castello allorcho venns posio in iuga it suo sereno nella guerra sociale. mpo Ia caduta den' Impero discidento in assediata la minada Ala ulla e da Attila, o genra Poteria occupare. Vi ebbe staneta Odoacrct ed Amalas unia. e T dato; quindi Teia. Sbucati i Longobardi dalle regioni seitontrionali, it loro re Autari. assodiata Ia racea, la oltenno per tame o venno demolita. In sui declinars det nono s . olo altro memorabito assedio sustenne ii nostro Oirone contro Arnolso, perche eravi si ri-

Nel seti embro det Il76, come ei dice u nostro Cronista, Ia meca e la intera citia sucu cupata e distrutta dati arci vescovo di Magonra. Vedi la nota I. Nel Ilae su prosa da En-rire VI imperatore, e dopo di tui da Marcualdo siniscalco deli'Impero. due a di Ravenna olinaretioso di Romagna. Xel I 208 il eonte di Colano assali col Piceno anche Fermo, in poseian et I 2Ii rinuperata at i Ont esse e Innoesturio III da Aldourandino snglio di ak22one VI marchessu Esto. Pero tanti assedi sosserti ed i I tempo distruggitii re, avovano satio spari re te sortisse χioni o gli edingi non solo in Formo, ma anelio negli altri Iuniit; a talesiis it ponteneomnorio II ordino elie Ie eitta Pineue di mura lassem cinis per resistere alle scorreris de pini oli barbari e porro in salvamento te lor vite e sostanae. Non s' indugio pertanto dat Femmani di ridurre atratio tale ordinamento; e prosit tando detreminento luogo assai aceo io a tali edistri, delibera no risostru ire la recca, it eho avvenne net 1236 regnando Greg rio IX; e net 1238 gia sorge va tutero it nil ovo castello eomo si raeeoglie da un ΙScriatonoelio su riserita dat CATALANI, Memorio uella Zecca αι FOVno, pag. 33. Un dipinio di essari eca elis si si conservato net Patarao Municipale ei mostra elis esso edissetio per te magnisicito torri elis quasi da ogni parto lo circondavano. ora uno dei piu sorti Ρ pugnaeoli non cho i I principato ornamento della provincia per quello elis riguarda I arte architet tonica. Il Fasio nὰlla sua opera De rebus oestis ab Amonao I, Νων. Dco. . lib. xxxviii, pag. 23ὶ mostra di aver osservato la PDea o ce no Ilonge una breve si ma molto esatta descriZione, che in italiano dico cosi: c Grando e ricea ei ita ora questa, o Ia piu sorio di tulis Io ait a Pieene. Sor va in ossa una rupe di tanta alte2ga. donde come da eccelsa si incola tutio 4 quanto ii Piceno si mirava. Nella sommitta di questa rupe glaceva ua basi evole ripiano. α che di muraglia tanto, eon is pesse interili si e torri, forma va una meca ine Spugnabile. α B questa, I erche formata da natura a lamia di cerchio, o giro, comunemente Girone i ap-α pellavano: o quei cho tene vania, formavano Io Spavento e ii terrore di tutia la provincia. . . PIl porellis Alsonso it quale desiderava di aceamparsi presso una dolis i orto delia ei ita, o v edulo cho la raeca nis per sona di armati, ne Per macellino guerrescite, ma solo coniunga ossidione poteva es pugnas i. munito quelle parti uella elitu, ualle quali era facile it discenderui, tornos sene at suo reame. Ii nuOvo Castello o Girono eomo it primo, anilosogotio a diverse vicissitudini e eaddo in potere or di uno sed ora d altro Signore, e poche volto deni stessi Fermani. Tre anni dotio uacche orasi compluta la raeea. cloe net 1241 su presa da Federim II: nel

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ALLE cRONACRA FERMANE GVerde diventito rignore ili Fermo tenns la modesima nno at 1340: passo quindi ad arri garsi lo stosso dominio nol IAM Gentilo da Mogliano. Tenns Imi breus tena po la roeea Gi vanni da Olenio sino at I 366. Dopo dieci anni in oecupata da Rinaldo da Monto Vorde elio laienne lino al 1380. Antonio Meti occupo per poco tempo la signoria delia sua patria essondo maneato di vita nel 1428: rimaso per un lustro at Formant i quali la tennem eon libero rogo monto, quando nol 1 3 vo uno occupata uallo Smrga como abbiamo dianai vodulo; o daosso per trediet anni ritenula in signoria insistina alla citia. Duranis la sua dominarions soco eonistro molle monoto di argento o di mistura con it suo nomo o stomma: di questo stemma eonservasi un dipinio colla vipera tortuosa ed ii sanci ullo ignudo e rosso clio ascodalia Deca di quolla. ed h questo l' unico monumento cho si a rimasto dolia domin ionas sorroseae Anelio Io S larga net wgnaro ii luogo dove scri vexa lo lettero eon parolo latino, socondo it eos tumo italiano dico var sirisulco nostro Firmiano. invito Petro et Paulo. MAeusAvRLia, lib. v. Deus Storis Fict 'entino, Pag. IM: Genova I 550 si ii Conto alΓ ingiuria Miravere oecupata la signoria dolia Marca vi aggiunso it dispregio. II CATAita, Ninsita sua Zecea αι Foerano pia lieo setis moneto dello S larga , duo vonnoro da nol indieatono i Cenni Morici ai Femmo , o altro duo di mistura ne conserviamo in edito nella nostra Collegione: ha Ia prima nol diritto F. S. VICECOM, ne i giro m eon biscia eoronata nsilmerao o uel riverso piceola emes uel giro e la parole DE FIRMO, net eampo emeo gigilata;

Rendula, eosi libera la roeea ualla dominagion o ssorrosea. v entrarono i Formant: o eloelio non avea loro eoneodula Marti V. Ottennom da Eugonio IV u qualo in me ponsa dolia nee lata degli s soraeselli permiso loro di do vastario o vinario per forma, eho como exprimesi un Cronista la pretra ui sotto ne tum G somv. Neli Arch. Prior. at n. I 382 eon- soruasi it Brovo et dotio Eugenio IV eon eui si da la soprado ita saeoua. Diodosi ill eio P ineari eo ad Antonio do Rido mandatovi dat Ponteneo, ii qualo instomo a sol eluadini olei tida pubblica cernita do ovano essor presenti alla demoliriono dolia rilaea, eoi materiali dolia quale. legni o serramenti vennem eost iis Io mura dolia citia eon bastioni o tore pioni elis anelio at presenta si venono in parte . e the i Iegni o i serramenti si vendossero atruopo, o cosi formare un luogo ditio a disendorsi dat nomici os torni, non gia una soriogranstir interno uella citia, covo o risugio di signo tu ne mi ei alia citia stessa. In colat modo questo insigno monumento Patrio, questo antemurale delia Marchiana previncia. Deo dopo duo secoli dolia sua ri edisse tono, su tutio dissatis e admuato at svolo. SIMONE A. lib. viii: CAT l. I, VIta cel Caiis Capranica; LILII, Oν. est.. lidi vi; DE Mi Nicia, cinni stori f. θ Monumenti ai Fermo. 231, Voltero i Formani rondero pubbliene graais a Dio per Ia ricuperata liberist. μpereio inro it eardinato vescovo Capranica con accompagnamento di molis popolo, o dollo iraternito portossi nglia clitosa di Santa uaria in Castollo, o quivi colobro messa. Qi ipsi tompio su edificato eon pi tra hian a d ' Istria nol principio del xui socolo o dedieato a nc tra Donna Assvnia in cieto, litoto assat comunct in queli eta alle e lites a cattodrali. Una iseri gione in inratiori potici che ancora si conserva sopra la porta laterale verso mezaodiei in conoseors clio uti Bartolomm o Mansionari promosse s seeo essguiro se non lacostruatono intora di quasto templo, almono la Piu parte di osso, assidandons l'opora ad un Gior. gio da Como archi totis assai illustro in quot tempo. o phe nol 1227 questo edisseio ora compluto: ssa iseriatono is eos i cone pila: e A D. Mccxxv II γ'tolomeus Mansionari hoc opus βροι μαι p. manus mastistri Gooroti clo episcopatu com. Εd avvmnaelio at pre- sonto non rimanga elis it prospotiis ossi a la paris clinangi novo o rontrata. o it muro laterato di mergodi od ii campanile. ossendo it resto stato distruilo per opera detrarci ve-seovo Minucet, pero da aleune mamoris si apprenda tho questo templo era eostruito a tronavi sostenuis da eOlonna di stilo oo vale o gesteo, elis non avo a volt e. ma si nivaeol latio: eravi la tribuna g l 'absido, io si nostro ornata di frast agit con rappresentaχioni a

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AN NoragioNi se o iv Nigdiversi eolori: marini ultramarini. sculi ure a hassirili evi od ornamenti d'omi inani era vi rano a doviria. Sopra Ia porta maggiore ne i pilastri delia quale, como anelia deli altra laterale si v μggono Inolle seu uuro sim licho, osservasi uae ampla finestra circolam dinuirmo incomiciata con assai fregi a formata a forata di rosono con dodici raggi Inlaesiali ili sua alti vitrei, i quali si riuni Mono nol centro; in uno loggesi: Inois Dnt. N ccc xi viii, inuit. pa. u. ωr. a. clomis. N. vl hoc fuit sucis. ω L murens νει carit. ecce lat. m. Palinorius. Dcit. hoν. Da alc uno notiZio cha si lianno Rerubra elast questo Palmerio fosso uietestes sermano. Altri restauri subi questo templo nol 113I essendo vescovo di Femo unBongiovanni placentino; e uel 1391 su formata la tribuna, o poscia r a ius su dipinto da Domenico Guidi ei urbinate. Il novello tempto su seguito sul disomo di cos imo Morellii molesor in esso si conservano i sepoleri di Giovanni da Olorato elis su signoro di Ferino. Ome gi, vedemmo alia nota T. di Orario Brancadoro, a Saporoso Matteueei capitanΙ diventura Marchigiani. DE Mi Nicis, Monumenti ut Fremo, pari. I. Voggasi la Supplica delua lita di Fermo ad aucunt eminentissimi caruincti xuue presensi vertenae con mona. Is Aa virescono intorno alis Chiosa Metrosolitaua; Villa Franea. 1782. 232 I Fermani, composis io e s ne, mi glior modo possibila, spedimno ambasclatori alPapa perelisi venissem approvati i capitoli e lo convenaimi semita fra Ia eitta ad II L gato; consermasse attre si ai Formant ii possesso dei castelli dei contineo sui quali esstrei lavano ii moro o misto impero, como dalle Bolle di esso Eugenio conservato neu Archirto G io, ale ai num. 12.259 o INT an M46. Con altra Bolla assolvh il Pontoneo it Comunoo it suo eontado da ogni deluto eommosso in tompo dei P oecupazione Ssorresea, condonan- dogli anelio tutio Io inglie, consi ed amiti dou uti in passato alla Camera Apostoli ea

da estendersi de ita concessione anche a tre anni avvenire. Archirio Pr orate, an. 1446. num. 1267.

2333 At satis si a lungo narrat i dat nostro Antonio di Niccolo, ii quato su serit toro

contemporaneo, nulla puo aggiungersi. Faremo notaro pero elis 1'monimo Ascolano spag. 33l oltro ad Meonnaro cho questa pace avvenno nel 1450, ei dico vitresi che su opera dei Veseovo aseolano. Angelo Capranica, o non ei Data Giacomo da Monto Prandono detis delia Mareain. Poro dat documenti conservati ne i nostro Archrefo Priorata at num. 248 e 256. anno 1446, contenenti it mandato di Procura degli anzimi di Aseoli o dot generale consi-glio. ed anelio i Capitoli det iratiato di pace, o Pistrumento di ratinea ad omologarione dei mede simi satis nol I4 10, ehiaramento si ri leva avem Io storico Ageolano errato ne l-ranno in cui aVVenno deita pace. me deus aver argutis dati anno notato nolla iseriatono 1 vista solio ullo stemma inquartato di Aseoli. e Fermo, ii quale aneora at presento ve-dosi sui Palto della porta di Solesta in Aseoli ove leggesi Incilia Societatι Asculanorum et Fimnansmιm Arma haec sempiterna cicata sunt UccccL; ε puo ritenerei clis in detis anno lasse posta Ia i scri Zione n ricordare ii satio via avvenuis; mi αδ dat sopra meat ovati documenti, e da quanto dice ii Cronis ta indubitabit mente Ia pace avvenno ne i 1446. In simit modo orro notrat tribuire r i uigiativa di deita pace at veseo vo d' coli Angiolo Capranica scambiato con menteo capranica vescovo, appellato cardinale di Fermo, eomelonesi in dotii Capitoli di paeo conservati net nostro Archivio at sopradstio num. 248. 234ὶ Mentro i Formani erano occupati noli assodio det Ia meo. ii castello di Moglianoa loro sonetis, si ribello; ma caeciati gli flaraescia, moui uomini armati si diressero allavolta di quel eastello per ridurio solio Ia Ioro dominarione. sacendo molis prede si di u mini o si di animali. Venuti pera i Mogliane si a traitative eoi Fermani, questi mossero vorso it castello di Monto Vordo ad assi donato da Bolsorio di Antonio Aeeii ed altri diquesta inmiglia, a patio cho venissem alutati a conquistam ii castello di Monta Santa Maria in Giorgio, i eui uomini aveVano devastato, o da' sondamenti demolito quello di Monis Verde. Arch. Prior. an. 1446, num. 2162. 23M Lo scalone di eui paria it nostro Cronista incomineiato per ordine ed a spesa de Ieardinat caprant ea, eho ualla piareta S. Martino conducesse pili agiatamento a S. Maria in Castello, non pare fosse portato a compimenis, nim vestigio essendo rimasto sti esso.

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ALLE CRON ACRE PERMANE

236ὶ Il generale Taliano Foriano the ora stato mandato dat duca Fili pilis a eomandarole sorha della chiesa contra Franeeseo Ssorra. Res lega ton i Florentini dat quali vannogri osseris it eomando delio loro truppe. Venuto, non si sa in quat modo. un tal trailato a cognitione dei duea di Milano, ova ancile erasi stabΙlito clio si douesse urei dors it Patri area Legato det Papa. ad u castellano di S. Angelo, Riva, spodi tosto negli aream pamonii dolia Chiosa Giorgio Danono, intrinseco dei Patri arca, a iurgii eon cero ii trans Ilo nam rato. Ineareerato Taliano instemo al nglio per ordine dei Patri area sumno condotii sotiobuona seorta a Meea Contrada foret Adeevia , e consegnati sti eastellano, ove meo ai,

lib. VIII.

237 I duo eastolli di Mogliano e di Loro erano avversi a ri tornare solis it eomuno di Formo, ii dominio dei quali era stato rieon ciuis e consermato da Eugenio IV eon sua Bolla. elis eomo si h deuo. ἡ eonservata net nostro Arch. Prior. al num. 12. o riportata nolis duo odirioni elie si hanno dello statuis di Fermo; il lae Pelio dat eomune sum no spediti amba- sciatori at Patri area amnelth proeli rasse la sommissione di detii eastelli, it che divvennai,er opera di un cancelliere mandato daI deito Patri area a traltare eogu abitanti di essi eastelli. 238ὶ Alessandro Ssoria cho da Camerino si era condollo a Posam. Vedendo tho loarmi det Papa ave vano occupata tuua la Maria, e te eoso dei Datsello Francoseo volg vano sempre in perato, delibero cedere la citia di Posam at Legato det Pontolles, o o trire te sua amni a pro della Chima. cio satio portossi at campo do i nemici. procurando melio trans alla sua paris it conto Federigo st' Umino. In eompenso di elo it Papa eoncesse ad Alessandro la de ita ei ita di Posam in vicariato. CORIO, O . GL, parta V; SIN

NETTA, lib. VIII.

25M Dopo poetii glorni the Alossandro ora passato dalla parto della Chiosa, vellendoogli elio la fortuna era tornata prospora ut fratello, peniendosi dol tradimento commosvo .eon la mediaetione cli Federigo Q Urbino si rieoncilio col conto Francoseo. eost abbandonis te armi do Ila Chiosa o dei cluea di Milano. SIMONETTA , lib. VIII. 2io Por la morio dei ponte fleo Eugenio. Me ad uia it 2l sobbraio . venno statio in suo successore TommasO Parentucelli da Sarrana vos ovo di Boloma elio assunso it nomo di Nicolo V. Questi eon Brevo deli' 8 novembro di questo anno tonse malo nol nostra Archir o Priorale. at num. 14 IT, eonsermo alla ei ita di Fermo tutio lo lihortii. esen et loni. eoneessioni o privilegi dati alla med os ima dat prodecessori. non cho dat Legati o Nun etipontino. IGNINcoNTRI. An 1rmes, in m. XXI; in MURATORI. miri Ral. Sormi.

24l Il nostro Cronista ei dies elio la morio dot duca Filippo Maria avvenno il l 2 ag stis, pero ii Corio. u Muratori ed ii Litta la stabilis no il la . circa lo oro uno di notio noleastello di porta Zobbia

Questo Duea dubbioso detral trui sed . crudele eo vinti . familiars ni tradimonio. edamante delia solitudin . si reso invisibilo a tuiti. DOIU la sua moris grandi seon volgi montis cessem ne suo i stati cereando la mugior parto dello citia remersi in liborta. La nascentore pubbliea di Milano. clii amato in suo soccorso Francoseo Smrra. ulla perans Ss no res Padrons it 26 labbraio l450. CORio, Op. cit. . Part. v; SIMON RTTA. lib. I x: LITTA, Fam otia risconti. 242ὶ Ii cardinale caprantea che ora ancora Legato della Marea e non erasi trasserito alia sua reside neta vesco vile di Formo. ove ora rappresentato da Vicari. serisso ai Priori perelisit Mossero dimostraZioni di alte eZra. a grandi suochi o salo, sessondo he laetita di Bol nera tornata alia ob dio a della Chiosa, od i et tiadini amavano molis Niceolo V elio meo innaneti era stato loro vescovo. Ovntica ui Bolo a. tom. xv III: Nor. Script. Πα. 243ὶ Come vedemmo la citu, di Fossombrono ora stata aequi stata dat conto Foderigod 'Urbino: dolia quale. per tradimonio di aliuni eiti adini. Sigismondo Malatosta antie Signoro di deita ei ita di FOssombrono si rose padrono. ma non poto a eme la meca. Sa-pulosi pero raeeaduto dat eonte d Urbino. insi me ad Alessandro Ssoreta, Meorsero a Fos-

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24 in Comlmste te e e interne dolia citis, i Formant volsem i Ior Iiensieri at ri equistis delle molle castella un temt,o ad ossi Sonet te: e net vero per opera di un talblanditrio quello di Aequaviva si rese alia ei ita nostra medianto un trauato satio eon gliuomini di quel eastello. Ebbero ait resi molianto ii prerto di 400 ducati pagati a Pandolso Talamonii Aseolano Ia cessione di castot Sismondo o Gismondo a suo territorio, AEgidi struito e compress uel comune di Oualdo di Fermo. Arch. IVictr. . an. 144T, munero 23 12 s mil. 245ὶ La eronaca di ser Luea Costantini liassa da quella Niceolo, terminata ne i 1447, ill Pauno 1453, e quindi v 'ha una laeuna di cinque anni. Nessun satis note volo pero av-venne tu questo irascorso di temtra nella nostra citia, che, como si disse, ora intenta avi ordinare te cose si interne eomo esterne: Da te quali di rieuiteraro it eas tollo di Montot. ione, limitare i eon ini di quelli di Monta Verde e Monte Giurgio M altri viein lori r sareu uovi capitoli Per Ia Z ea, eho, eon comita dol Ιου novembre Idae stabili aprire a Iir prio conto. Viene lMi it Costantini a narraret eome Maometto II imperatore dei Turetii axova uen anno 1452 lvisto assodio alla cuta di costanti nolioli. che in ques Panno con surioso assatio dato it 2s mugio se u ra impadronito, uecidendo Costantino Paleologo ultimo imperatored 0 Greci, o molta quantita di gente, o dando a saeco la citia alle barbare soldatoseliae Talo annuario amissa grandeinente I animo di Niecolo V. ii quale a reo naro I'im liolo do mussit Lmani spodi alauni Cardinali, se Legati ai duehi di Milano o di Venetia o alla Repubbliea Fi rentina: ut re Atlanso pol mando it nostro cardinale Caprantea, satiendolo a tui benevolo. univclio tutu inviassero a Roma ambaseiatori, iter traltare una Paco od alleanra generale.. di aecordo procedere a I ri aequist O di costantinoivili. MuRATORI. an. I 433. 246ὶ Continuarono te inimietate fra i sorusciti Aseolani. e la euia si essa. benelie Giacomo della Marcu aveStis rapti aetati gli animi n0l I452. Giosia Saladini uno degit esuli Aseolani alutato dat Ripani, e Castignan si, lento di ontrare ne ita citia. Ilia ne venneium edito da us armi della claiosa per la quale teneva il verno di dotia cit tu i l xe- Ovo di Ravenna, Bariolo me O Rouerella. A endiearsi Imi it ilopolo Asculano deli' uiuio illigit uomini di Castignano dato ut Saladini, abbrueiamno te loro derrato. ANONibio Asc

217ὶ It eardinals Immeni eo Caprantea vesco via di Fermo. in Roma passo di questa viva it Id, o eoms altri vogitono . il l 5 ngusto di quest anno. ne hein quantollesimo di otii. Exontis oesimo di cardinalato; la sua saliua su dei osta nolin ehiesa di Santa Maria sopra Minerva. Sotio Lugenio IV Sofrri varie Persecutioni. ma iκHeia tortio in graria det Pontu- nee . da cui in inearicato della irat laetione di molli e gravi timori. Fia i eritissimo in assarisi i Glitiei eo mo militari, di stnimo sermo ct sincero: rigido eon so Messo o largo 'IMVeri. S. Antovino arei vescovo di FirenZe, col quale su in Strotta retarione, lodo mollissimo it Capra- ni ea dicendo, che la morio di tui estgiono a Roma uti lutio universale. Serisse varie opero in lingua ita lana e latina, fra lo quali L Arto stet ben morire flampata in Fironge net 1 77. Partano di tui it Isalvetio, it Doni, ii Catalani nolle duo oti ero citato. od u Muroni nolsuo Dirionario sti erussirione. 24M Finisco la sua breve Cronaea fer Luca costantini col narrare uti truculento saltorix venulo in Formo uel genia aio dei 150e per opera di Olive tuo Euffredueci suo conciliadino, sed ait resi coli'acero a morte di tui seguita ne tranno modo simo: ma allinctili lo origini della, ua inmiglia, e Is geste di questo guerriero Si conoscano, abbi amo ere luto ri assumerne lμ notitie che ei recano gli Storici ed i eronisti di questa et ita. Oliveratio ο eo me unctis altri aptu irino Live ito Euffroducei Ussre luces . su sigilo di Gio vanni e dr Caterina di Niceolb FGliani di Fermo. Era sto vanni signore di Fulerons. in quel tempo sorte castello IK,s sedulo dalla sua illustre e liotente famiglia lino dat x socolo in Sieme con altri sortiligi, e congiunta in parent ado coi Signori di Brunst,rte, o di Monte

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ALLE CRONACHE FERMANE

Vorde. Γ ignora Panno preelso det suo nascimento che sembra avvenisse circa il I473. Λneor sanet ullo, perduio u i adre, tu da 1 suo Zio materno Giovanni Fogliani nobil mente educato: ne primi anni di sua gio vetitu mi Iitis solio Paolo Vitelli, e dopo Ia morte di questo s'aeeon-eio eon Vitellorao Datello di tui. Suogitato d ingemo e foris delia Porsona, laeo eose me-raviglioso in maestria di merra, ed obbo sompro in cima de' suoi pensieri limonognare Iapatria.

Nos 1407 nato orano gravi discordio ira Fermo ed Ascoli. e percio tornando Oliverottodal P impresa di Napoli aliora compluta, in areolais dat Fermani o mandato alia custodia ill Ripatransono, ovo Piu volis venno dat ne mici assaliis; ma surono da esso rest,inti sinsolio te mura di inlida, alia eui dilaga ora Et sora Fieramosea, it cui nome in appresso divenuo celebre Iinr la sssda di Barietta. Fatia poscia una tregua rea Fermo ed Meolitoreo col Vi tolli, ii quias venulo in sospetio alla signoria di FirenZo ni satio morire, edoliverotto soston uto in prigiono; dulla quale in liberato me teli is caldo Preghiere o raceOtii andra loni dei Priori di Fermo. Passato lin Vitellano Vitelli ai serviri di cesare Borgia a cui si uni P Eustridue ei, Io verei amo seguiro insistino Is improse di Pisa, di Casavecellia Castello dei Varant , di Faengae, di Capua e di Diombino: II Borgia doli octo, mosse a Romalier assistero alio quarte noZZe di sua sorella LucreZia, avendo data licenZa ae suoi condobiteri di tomaro allo horo caso seneta ieri, iuglierli dui suo stit endio. u perciis Olive ito cupido di occupare la Signoria di Fermo, gludico osser questo ii tempo ori Ortano di eom- hiero ii eoncepito disegno. Di s l sertanto avulso delia sua venula in ei ita at suo Eio Giovanni Fogliani, aut nehei Fermani non si spaventassem, vedendo lo venire eon genti armate, eonia di satio vi giuuse, secondo alcunt i, 2 s secondo altri P 8 genuato di questo anno; o su incontrato ed onor tissimaments rieexuto. Poso egli sua di mora ne i proprio patagio in contrada Floroneta chealti est at presente conservasi in un angolo di osso si velle ancora n suo Stemma gentiliato, formato di una testa di leono dat lo cui sauei eseono tre gigli); e subitamento si resei adrons dolia citia. Bandito uno splendido eoavito, v'Invito lo aio Giovanni Fogliani, od ii tu onorandi citi adini di Formo, i quali di buon grado ebboro Meet talo. In sul nnire deIhanesietio lioro egit adopero in modo elio i discorsi versassem in torno a Cesam Borgia o ut apa Alessandro suo Padro: s usu si tosto dato I rincipio a questo ragionamento incontanente si rimo dicendo: essor materia da traitare tu piu se et O tuom. Sagulis liviscia dat ut ii i convitati, si rilmasso in altra staneta da cul naseondigii i satelliti che quivi eranoda lui ivisti in aguato, sece di tuiti. incominciando dat FGliani it piu orribile eccidio. Poco stante Oliverotio monto a cavallo, o p tosi alia testa dolio suo genti corae la tutu, assedio II pallirho dei Imori, i quali imito tenti a resistere, dovettero cedere e Sotismet tersi alui. Fecs mellere a morte molli altri ei it adini, e tanta si in ta sua erudelia the non risi ammio la vita nommeno a duo innocenti sanci ulli det gili ueciso Rassaeis della Itovere, si glio naturale di Oiuliano elio iioscia su papa, assumendo it nome di Oiulio II. Aneste ii veleno su da lui adoIterato iter tori ero di vita ricelii e liotenti signori Fermani; conssseo iloro bovi lier sopperire allo molio spose; pereloeelisi sece eomimare la ri in aetione delia

certo detraequistata signoria di Fermo. si diresse alla eelebre diei a delia Magione ove ilcardinale Orsini uveva invitati altri volonti signori e eapuani. s Vedi ii VERMlo MOM. ιγια u Mutatosta IV Quivi si aceordamno di collemirsi ad abbatiere Cesare Borgia divenuis tri tento, e che ambiva rendersi padrone di tulta Italia. Diemno subito Ol era i congregati a preparare te loro milietie ed ineo mi arono te offese. Ebbero favore volt i primisatti di armi, prendendo Urbino, Camerino, Fossombrone. Doceia ed aliri tu Glii. o si a viei navano ad Imri ove era it duea Valantino; it quais veggen is non P0ier rosi tere a

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ANNOTAZIONI E GILNTE tanta oste dei collegati ricorse alle asturie, eereando spargor discordia Da i consederati . conosseri r loro patii vant aggiosi per la sie urerra dei loro stat L Cadilem incauti nolla in o. o sera alcun sos ito tomarono tulit in amitigia col Borgia, it quale spinto anelio dat con- si gli deI iioni ossco Llessandro suo Padre, diviso prendere aspra vende ita degli Orsint. dei Vitelli, o doli Euhedueci. A talo seopo trovandosi iI Dum a Cesona elii amo a-Oliverottoo eo mandogli, elis in si emo agit Orsini ed a1 Vitelli andasso sΡeditamento a eaeclaro da Si-nigaglia Giovanna dolia Rovero elie teneva quella citin per Francesco Maria suo figliuolo Oliveratio eorse ali' improsa seneta neppure aspetiare gli Orsini ed ii Vitelli. e einta di ri- roso assedio Ia ei ita, quasi al punio stesso Passatio e la prese. La r ca pero dises ada Andrea Doria, si tenno serma: ma arrivati Dattanto gli orsini e da Citta di Castello Vitellorro con genti ed artignerie. non su piu possibile it disendersi; e seampato ii Doriacon la presei tessa dolia Rovere lascio la raeea at Castellano. ii quale dichiam agit a piliantiche gli si sarebbe arreso seneta piu olim eombati re, ma at solo duea Valentino i avre edata in mano; perelisi quei suoi papitani lo consoriavano a venire tosto iter avere la mecadi quella et ita. Parie at Duca esser questo ii momento di metiere ad e secutione ii suo progetio, o it eo munico ad otio de suoi piu fidi rea' quali a un don Nichela Coreglia, e a Non- signor d'Eula simi eardinale); ed ordino loro, elie subito ventiti ineontro a tui Vitellorro Paolo Orsini. due a di Gravina o Oliverotto, Ogni due di loro meti spro in merro uno diquelli, o in tal modo intrattenendou in suo a Sini gaglia, non it lasei soro partim si non elie non fossem presi ed assicurati. Mosse Pertanto da Fano ii duea Valentino it 3I diem-hro per Sinigaglia, essendo stato ineonirato dat Vitellogro o dagli Orsini; e da quello surrino rieouuti ton ogni mantera di cortesia: e d agit inearieati subitamen te os sorvati messi in merro. Ma xedendo it Duea che vi maneava Oliverotto, aerenno don Michol0 ho pro uvodosys, arcio Oliverotto non semiapasso. It perchodon Micholo cavaleo avanti. o rax-ς iunio da Olivorotio ii quale era ne ita piaaza di Sini gutta eon to sue miliate. pli disse: non ossor tempo di tenero te genti suori deli alloggiamstulo, si ben do voa andar con tui ad ineunt raro ii Duea. Ed avendo Oliverotto ese ito tal ordine, venne it Duca, e vellii toto Ioelii amo, at quale PE usDeducci sece rivorema. e si necompagno con gli altri. En irati a Sini gagna secivaleamno tutii at palaZeto dei Duca, elie invito a Soguirit. I, relisi dousta pariare on ossi di una bisogna assat importanis. Si Persuasero gli incauti allo parole dei Due a sit socuirono: ma giunti ad una staneta sogreta, dom breve colloquio egit se ne Darii di-eondo tho in brievo sarobbe tornatis: nim si tosto ii Valentino su useit O. elio ontrarono noli astanaa i suoi fghorri . o tutii sumno salii prigioni. Vitelloam optiose resistenet a. o seri unod sei sicari: Oliverottis cavato un pugnat0 tento ueciderat: ma Soprassatti dat numero do ii as- qalitori surono irascinali ambedue in una Prigione, mentre in altra sumno rinchiusi i Date lu Orsint. Monto subito a cavallo it Duea e comando sosssero sty0glia te violente mento dello eos loro lo genti di olivomito e degli Orsini: quello di quo st' ultimo obbero lemiis di suggire da Sinig lia o pomi in salvo. ma quello doli Eii Dedueet sumno tu ite messe a sacco. Vonutat seri, la noite, parvo at Duea conveniente di ammaχZaro Olive tuo o Vitelloaeto: ondo elio su-rono am duo per ian modestino capestro strango lati con te sellieno deli uno addos Maio a quella deli altro. I duo O sint sumno lasciati vivi uno a clio ii Duea obbo nuova elis it Papa uvova satio itu prigionare ii Cardinale Orsini Arciveseovo di Firenχs o mossor Iacobo clasanta Croeo: o poscia in Clita delia Picus it 18 gon nato det I 503 sumno simit monio tuti i

La citia di Fermo uilita la morte deli ' EuGeducet si miso in armi gri dando: a liberia mo saeclio ib is case dei tiranno. o dei suoi aderenti. E benche piu volio a essem speri. inentato lo crudelia o rapi ne dei diversi tiranni che in vario te inivi tennsero la Signori ad hila loro citia. pur nondimeno rin aziato it Duca Valentino per averti liberati dat giocodi olivomito, si soti omisero a quello di tui. In tal minio ebbo Oliverotio lino condogno. dello suo Molleraterae, a essendo molto iusto eosi ii Guicci ardini), eho morisse per tradimentoc ebi poeo innanai avexa Per tradimento animaazato erudelissima mente in Fermo . Por. sarsi grande in qu0lla eitia. Gio anni Fogliani non Frangiani suo aio con molli auri

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a convito . .

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