Cronache della città di Fermo pubblicate per la prima volta ed illustrate da Gaetano De Minicis vice presidente della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie della Toscana, dell'Umbria e delle Marche

발행: 1870년

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ANNAM DELLA CITTA DI FERMO

capitano che in una scaramuceia su satio prigione da Andrea Doria, o mandato allacitia, o dom divorso sagioni su Sopita deita guerra, o mori Tommaso Eustoducci in una sagione. Nol M99 la elua mando oratori a Fodorico ro d'Aragona, nol suo ingrcsso nolregno, Gio. Fogliano, Giammo BrancadOPO , Lorongo di Leonardo. A Ludovico duca di Nilano Francoseo di Pellegrino Morrone cho stledo dite anni a tornaro per te me prodi quello parti. Nol principio detranno il eonto Ercolo condottiere det Papamiso it eampo a Monto Chiaro o vi stiedo sotis molli mesi, od in ultimo alia cista

convcnno sborsare ni detis ducali 1500. La citia mando a Roma Girolamo Aggolinio Giacomo Brancadoro per Io nuOvo imposta cho papa Ivlessandro miso una dopol'altra nello Stato della Chima per sartaro it cluea valentino suo figlio per te guerroche saceva in Romagna. Θ per sario re d' Ibalia come aspirava: e tenova un osercitodi soldati voechi spagnoli o di altro nagioni per ostirparo tanti Signori nol det to Stato. Nol ibol si eominciarono ad osi ro ii pagamenti grandi e passo per il nostro territorio la regina di Ungheria, o Ia citia sui suo gli soco lo speso. Nel dotio anno soco saro a suo spem la citin il capitolo generato in S. Ygostino. Αndb a Roma Bernardo liori acchini oratoro per Io nuovo imposte, ma su bisogito pagario. L'anno lo02. misorabilo per i oppressione della tirannido di olivomito Eula dueei; michli ossendo uno do condottieri dei unca Valentino venno nolla citi 1 contina squadra di soldati, a taeendo chi amare divorsi citi adini solio prolesto di amici-aia, a di 8 gon nato sece ammargare Gio. Fogliano suo gio carnalo. Rassaelo della Itovero , Gonnaro di Giovanni Fogliano, Giacomo , Bongioanni. Pier Leonardo Paccaroni, Pier Ludovico dot Papa, alias Pier Possonte, o Piet eo Gualderoni. Nol detio dilaco uccidero, Gio. Battista Paccaroni presso la porta di S. Francosco stglio doldotio Pier Leonardo di anni dodici, duo pulti di Rassaelo detio, uno butiato dat lolluestro in capo di piatra o I altro nol grembo della madre. Correndo per Ia ei ita seco am margare altro genti si seca padrono di Ogni cosa; o pol seeo metier pri-gione Gio. Franceseo Assaltu, Marcantonio e Loroneto suoi figlivoli, quali volendo ciro bisognb che pagassero quattromita ducati. M. Gentilo do Nobili essendosi satio tornara sulla parota, lo seco ammaggare di in dat Tenna presso S. Maria, od ancho Pier Santo Sempronio, Vincongio di Giacomo Bongi ovanni, Giuliano di ser Be cono , o convitando Girolamo Argolini o Paolo Tamburro ambi dotiori li seco avvel

nare: a Giaeomo Longiovanni morio sece Vondero tutia la robba, e confiscaro choasceso a Moo ducati. Rimosse Ii sig. Priori di magistrato o no seco uno nuovo intitolandoli Governatori della citia per un anno, duo per contrada ossendono egii s prain tondente: per la contrada di Casiollo Giacomo Nini, per quella di S. Hariolom Ereolo ceti o Dionigio di Antonio Paparo12i, per campolorato M. Prospero Montano, o Francesco Morrone, per S. Mareo Gio. Battista Morrone, per Pila Alessandro di Ni olo Paccarone di Giacomo. per S. Martino Gio. Antonio Eustodueci o Pierogeto Marchetti, por Floro a Buonfra cesco et Lodovico Eustoducei s Giacomo Branc doro. Tuiti gli alui umei Iouli via, eccetis it Gonsaloniora; comincio a rita incarsit Girono o ei speso Edifico it Palatro in capo Ia piarga dovo tonova soldati pagati per la guardia dolia sua persona, alabardiori, o cavalli. Volova sare ii porto alla meo dei Leto con metteret Ia Tonna seco fondero artiglierio nella Grotta Azg lino, seco sara una Fusta in maro per corse iam, ed altro coso grandi aveva in animo di iure so non gli si precludova Ia struda; michh mantenova un esercito diparocchio migliata di soldati, a n era commissario Gio. Battista Morrone. et alia si uodotranno su chlamato in campo dat Duca VaIentino ondo si moras eoi suo mercito

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cho passava Settemila persone, o con il sig. Paolo Ursino ducadi Gravina. sig. Vitis logeto da Citta di Castollo suo cognato a Sonigallia dovo si trovava ii Duca Valontino, od essi suavano suori dello mura attendati. I 'ulliuio di doeombro invitatili a eetia seeo serraro lo porto dolia cilla o tutii li suddetii con olivomito hirono strangolaii: o lamat tina esponendoli resercito si s bando o toruo allo caso loro. Fino ben moritato dalui. Dielili di simit morte seco uccidero tanti citi ini. o cost non sint ranito dolIatirannia nolla cilia di Formo. Uomo ceris di animo grando. Itoichh essendo privato soco daro a suo statollo per moglio una de' Signori Oddi i,orugina, cd ogli nnalmonio tolso la sorolla di Vitellogeto Vitelli subbeno non Ia sposb perchh in morio comi sopra. Nol 1503 Ia citia intesa la morta di Oliverotto subito si miso in armi gridando liberta, e corse a sacche laro te casu dei tiranno od ancho do' parenti e su eavato deni ro una soma un figlio maschio di Tomma so e tre semmine, e mandate a Portigia lalla madre, o subito hirono cletti li soliti Priori ed Oilleiali secondo ii co tumoantico . o vcnno legato nolla Marca it cardinal Farneso qualo veniae a Formo, o insi mo col magistrato rimiso a susto ogni cosa. Il det to legato stetio nolla citia parocchi giorni ossendo da lui spesalo. Pol surono mandati a Roma it conto Paccarono oFrancosco di Leonardo o Melchiorro Stabilo per lo graveare messo dat Papa per lo

erro di Romagna, ma bisognb che la citia pagasse una compagnia di eavalli di. lsonso Saracini. Finita questa guerra it duca Valentino tornd a Roma, ot alti l 3 diagosto avvolono it Papa e lui per iscambio cho suco it bottigi toro che cid dovea dama l oro a' eardinali ricchi invitati da lui si . Il Papχ per offer vecchio mori subito, maogli visso at cuni giorni. Dopo sti clutio Pio III nostro vescovo. ma su avvolenatoanelio egii dopo ventiscite glorui, o sinat monto it primo di decembro su elotio papa Giulio II. Nella sede vacanto la citia tenne I 000 santi per is guerro det rogno di N poli o per iema degli Aseolani Nel I 504 net mese di aprile pass5 la sig. Giulia sorolla dei sig. Fabrietio colonnao su spes ata per il nostro torritorio. Tu continuata Ia sabbrica det palargo comin-ciato da Oliverotto per i vernatori: surono mandati oratori a Giulio II. Giovanni Marino Argolicco, Francoseo cli Leonardo et Antonio Speziolo por Io Staio di Formos surono dati 1000 seudi d oro. Il Papa ordino che lo robbo tollo a citiadini mortida olivomito fossoro restituito a loro dalla robba di Battista Eu educet xio dei detto, o Ia sua robba in data a Niceolosa Fogliani moglio di Rassaelo ngliuolo det Papa. o dom maritd dotia donna a M. Antonio della Itovere suo ni polo. Nel 1505 Ia citia atteso a risormaro lo coso dello Stato. Florivano in questi temptiu medicina Paolo Fioeco o Niceolb Zamponi, o noli anno seguento Diotro Morso et

Messandro Vinco.

Nol 15M it eardinal Farnoso mando a risormara Ia citia it vos ovo di Veroli. o la ei ita lo ricevh manitando pol a Roma Usonso Attolino o Gio. Maria Argoliceo. Pior Marino Argolino e Piero Fiorelli pur lovaro detio commissario quale era controlo Iorai et obtenno che fosso levato. La peste si sece sentiro nol mosa di iuglio eda sto, o Dei Ia rinfrescata cesso. Fu tenuis assoldato dalia citin per sospetio delcommissario Leonardo Cologno forastioro capitano di 500 tanti. Nel I5M in principio su mandato foedorso at Legato di mille tanti contro Ase lani cho ricusavano obbodiro at detin Logato. Λndarono oratori a Roma il eonte Paccarono e Melchiorro Stabile. Nol 15M it cardinal Cesarino su rieovuto nolla citia splendidamento. Fu rivolu-gione a Potritoli per Io inimicirio tra Ioro . e la citia su largata tam una roeca oteuorvi un castellano con presidio.

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Xol l 500 memorabile por i Vonori alii porchh gli su . . . . . quolla lega controda tutii ii principi eristiani quali sit dono spogitati di tutis io stato. Florirono in questi tompi Francoseo Morrono, Gio. Filippo , Giacopo Filippo Vol pucci, Girolamo Si di Ludovieo det Papa. ii conte Gio Gio. Bartolomeo Bonvicino, l- soliso A cesco o Gio. Battista Morrone. Biagio di Riecto Papacori do Sinigardi et altri. Xel I5I0 il Papa dalla paris di Romagna sa Morra a Voneriani di Franeia in Lombardia, ma per una volin data da Francosi at Papa surono reso tutio loci ita di Romagna. nella qual guerra era generato ii duca di Urbino e la ei ita mand5560 sanit pagati.

Nol 15 II it Papa ando a Ferrara per sar gustra at Duca, o la citin mandb niar ineontro ii conto Paccarono e Gio. Battista Morrone. Furono mandati ai vernatoro della Marea 500 santi per sopiro la guorra nata Da Anconitani et Esini. o pol surono mandast a Bologna contro Francesi e Ferram. Nacque guerra in questo tempo staS. Angelo o S. Ginosio o ci moritono molli d' ambo Io bando. ma ultimamento eonsar daro sieurta d'anilio lo parti quietin il tulto ii govornatore dolia Marea. Vennologato it cardinal Gonraga nolla Marca. Ρasso di ritorno u Papa sit accotto l'invitodi ventro a Formo, ma sopraggiunto d'altri impedimenti non venns. Furono amb sciatori it conto Paccarono. Francoseo Morrono et Alossandro di Gio. Filippo cliol 'aecompagnarono d Ancona sino a Tolentino prosentandolo diversi rinfroseamonii o di 300 scudi d'oro: o nol meso di Iuglio ultimamento, passb ii vies ro di Napoli congrosso osercito in aluto det Papa contro Romagna, o net mos o di decembro la citia prosonio tuiti li eaptiani di oserciti con grando spesa e particolarmento ii signor F brigio Cotonna nostro grande amico. Nel 1512, memorabile per Io guerre in Italia o particolarmonis por il saeco di Ravenna o Broseia, satio da quot sol goro di guerra monsu di Fris ii qualo essendo govormatorct o capitan generato do' di Francia in Italia. clopo aver dato due rotis alli Venetiani, proso it generale Andrea Gritti, sacche io Brescia; tollo Bolognaal Papa o satio risi raro l'eseretio dolia chiesa, ed ultimamento posto Passedio a voiana, seco quoi momorabile salto d'armi uel quale moritono meglio di duo mila porsono . sta' quali ii dotio monsi, Fris ii quale avendo ottenuia vcdendo uno squadrono di Spagnoti cho si ritirava in ordinanga fra certi argini, si nil se con Daneteso a romperii: ma quelli salta fronto tui Da primi con parto delia nobilia. Da'quali corpi morti ni trovMo monsti Lon vivo; por la cui morio Ravenna si rese, o socche lata. Dopo la rotta di Ravonna vi it vico re di Napoli con li soldati rimasti nel passare gli sece te speso, surono risatti rotto nella citia et ii Legato venno a Fermo a la citia gli diede 300 sant Papa Giulio intesa Ia rotta di Ravenna non si spavonili punio, ma attego a riore inarsi'esorcito, o ricupum subito la Roma a. Peco calaro Massimiliano Slarga d'Alemagna con Tedesciit o ripi tib lo sinto det Papa occupato da' Frantesi. Giulio II cacetati libarbari d'Italia, aequislo it nomo di liberatore d'Italia. Furono mandati dalia citia in Romagna qua itro Capitani cho surono Alossandro di Simone, Troilo Paccamiro, Ludovico d'Anton Francesco o Girolamo Brancadoro. Α di 5 otiobro S. Ginosio conmillo sanii pigito la Ripa. .loro castollo, non ostanto Ia parata de' Permani, e noeaeeid gli abitanti colla guardia posta dat legato della Marca, ed ammaggb sino lisanetulli. Nel 1513, 2I di solibrato, mori it Papa ed a Ini successo Leono X quale Panno innanzi, essendo preso Dei resercito, mentro surono cacolati ii Frangesi di Lombardia. su

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riinito da corti in utro passavano ii PO. e Da pochi giorni tornato a Roma in salio Papa di et a di m anui. Nella vacaneta mandb ii duca di Urbino a svornare nolla Marca lis uoi . ma la citta pago Ita ducati. Pu nolla sede vacanto gran discordia se a cit L idini. quali si caecitavano a vicerida e commoti vano grandi Omicidii, sacondo mollidrinui nulla campagna ; Iper la quat cosa it papa seco che Ii Priori di quelli templ. finito Posticio, aridas soro a Roma, che sumno Pierconto Assalii. Dionio Siniores, Bo movaimi di Loronao , Battista di Antonio, Donisaelo di Biagio od Amico di Vinceneto. quali non essundo stati autori, ni ron lasciati andaro, o si spodi commissario ii vescomiti Faenga, qualo avondo castigati a mih avero bando gli altri il Papa mand4 commissario alta Ripa Michol Doleo o la ei ita gli 200 soldati Furtino mandati ambaseiatori a Roma netrassunetione dot poni ineato di Leone XI Ommaso Evangelista et Antonio Speetioli o nimii , b nignamente ricevuli. La citi,s co 24 ei tui lini per govornaro la sodo vacanto di Giulio II. nella qualo Eula dueeio v nno armata mauo da Porugia entro a Fallerone accet uato da quot castello, anchon Formo nulla crearicino di Loon X : o porchδ vollo ob diro alli mandati do citiadini della cula o in consermato por breve venendo i suoi dis mi intorrotti, o di na Roma o messo alli a cahinniam i citia lini per lo coso di S. Ginesio o la citia . 9ubito spinso at Gualdo tulit li Banditi solio Ia condolia di Francosco Lauro commi Rario. Quolli di Nirnano armati stasciarono ii molino dei Gualdo, per lo cho si secoro divorse scorrorio no' loro territori. It togato cereo di sar dare sieurta . ma la citia riei Marulo S. Ginesio ontrd in quello di S. Angelo ed ammaEgo sol di quotli: por la quat cosala citia olosso sol citi adini coli autorita ampla o surono Giacomo Filippo Volpucci, Pierconto Assalti, Ippolito Lauri, Domenico Giuliueei, Ludovico di Antonio Franc sco o Gio. Antonio Eumrelucet o Franeesco Nobili per offer flati pari nolli voti, quali messo

In ordino i in cfercito andarono a predaro u territorio di S. Ginesio, o con varie seo rorio secirro Ia vendulla uo' loro morti. Furonti oratori a Roma nella crearione dolPapa, Gio. naua Morrono, Bernardino di Alossandro: montro si clava ii guasto a

Sarnatio o S. Ginesio su riodissenio u molino dei Gualdo. Per Io quoreis di Ludovico Eusroducci stirono mandati Oratori il eonio Paeearotio ed Alessandro di ciceo. Era procuratoro in Roma nidolso Lelio da Camposellono, ora medico det Aureliodo Flacchi. Fit satio dalia eit in il capitolo di S. Domunico, o per sarto la citia dono 200 scudi d' oro. F ssendo nata discordia tra Monto Rubbiano o Monio Floro por liccinniti. la citia mandδ Bastiano Margiato ed ii conte Paccarono, o Filippo Giacomo Vol pucei cho li misero d'accordo. La citia riel sit di iuglio si miga in armipor li favori di Ludovico Eusroducci o Barioli meo Bongo, cho sacevano conventi cola: ma per opora de' cit indiui essendo sei, perta, surono salti prendor molli, i qualicolises Aarono volo i mutaro lo stato profonto ot ammagraro li citi ini: per la qualcosa it Papa mando commissario ii veseovo di Faonga ii qualo vonando a Formo Jacitia gli diodo sei citicidini. accid quali con tui si trovarono noli mamo de'case rati, o sucoro appiecaro Francesco di Gnavio, o Bariolomeo di Angolo o Xieeolbdi Pierinatioo di Angelo banditi, Da' quali vi su ancho Piorgiorro, Alossandro di Simono . Gio. Giaeomo od olim ii set clopulati con regia poto Niceold di M. Giulio, Teodoro Volpue i. Ρiotro di Giulio Antonueci, Pior Marino di Giulio Giannucci, Dornardo Tahor o nolla congrum Ricei su accusato Filippo Gi como pur la quat cosa in messo quali tormonti Da poco ci morio la citia sompro sit guardaia da soldati pagati. Nol i5l4 li soriiselli della cit tu securo gran danno in eampagna; ondo la citia tentio la guardia dolio stato nol Palatio, et ancho 50 soldati a cavallo coi stipendiati

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sotio la eondotta di Giaeomo Braneadoro, ii quale sinua pronio ad Og ii hisomo. Furono mandati Oratori a Roma Girolamo Villiani, calisto Paccarone o pol Girolamo Montano ed Ippolito Lauro per i clanni cho lacovano i banditi, ondo mando it Papa per commissario it voseovo di Giustinopoli ii qualo secis appiccar molli. Furono mandati oratori Girolamo Montano ed Antonio Morso per gli affari delia elua. Passo laregina Mechia di Napoli net nostro territorio e seco spondoro alla cilla piu di l 500 du-eati. Nel dotio anno li 22 di mareo venno a Fermo Ludovico Euffrodncei chiamatoda'suoi, e noli 'ingresso sues ammaggaro duo cituadini: per la quato oceasione . si aggl la manior parto do' eittadini dalla xiita, o Petritoli butio la rorea per terra. o subito salto consigito, rivoco gli oratori di Roma cho erano Girolamo Sileno oseecro procuratori Ridolso Lelio o P lo Flavio o socero pomonaro at castollano di P tritoli por Ia ruina dolia roeca: lumno restituiti tuiti li boni di Gio. Battista suo gloincamerati. Venno ii vescovo di Giustinopoli commissario per metiero in Deo Ia eiit1.ma gli assenti non Volloro tornare. Nel Panno 1515, 14 agosto, ontrarono Ii larusciti a Fertno con li Manto vani. ed alli fodiei di agos in lumno morti alla Torro di S. Patrigio Iontano vn miglio da Fermo 200 uomini sorti; ed io Gio. Paolo Montano no videi condurro eon to trogosnello lasso dei Girons morti dalli contadini o menati da Girolamo Braneadoro. Neldotio anno serero scorrerio li banditi per ii quali la citia tenno santi e invalli pagati: o tu necessitata per decreto dei consiglio gonorato mandare oratori cho sumno due eit tadini della citia Polonio Tamburno Biagio di CiceO Bianeo dello stato. Malim Barabueei dat rahitidona Basta da Rapagnano, Luciano Palmarolo datio Groite, Pior Matteo di Giuliano d'Aequaviva, che promisero di sarti rimotior tuiti, pur-ehh volessoro desistero dalli danni, e tu rimessa la maggior parto nol dolio anno. Ludovi eo Eumedueci qualo sin dalla morio di olivomito suo gio si aIIevd in Peru-gia: o presso Ia madre essendo in ota, si miso per paggio di Leonaod essendo satio Papa divenne o riebbo tutis Ia sua robis, o v nendo a casa . . . . e net detio anno la satis c. dat Papa contro ii dum di Urbino investondono Lorengo Medici suo Nipoto, ed egii andb con genti di Formo suoi ad renti. o noli aequista di detio ducato si portli talmonis valoroso che tu satin eapitanoda cavalli.

Nol 15l6, tornato nella citia it dum di Urbino, avendo una buona banda dispagnuoli si rimiso in posscsso dello stato, e per pagaro ii Roldati si miso a saccho glaro quasi tuita la Marea. Vonondo net territorio di Formo Ludovico so gli opposocolla sua gento, per la quat digione la citia gli concesso I 600 ducati per pagam Iosue genti. In deuo anno passo it stilo dei signor Fabritio colonna o tu sposato del

Nol l 5IT, li 24 giugno su brueiato tutio Petritoli dalla parto colonneso eiolidalli guerriori cho stavano a Fermo con cario Baglione. Nel dotis anno II 8 diiuglio obbo una rotta M. Ludovico Euffreducet a Chiaravallo, o gli sumno morti is cenis uomini dat duca di Urbino. Nel detis anno I 5 T laeo seorroria it duca di Urbino. o Girolamo Braneadoro con cavalli, o Ludovico con santi disesero ii nostro stato. Libanditi saecvano Io solito ruberio portoehh la citia, nol seguento anno, tenno la Mardia in patrato e cavalli in campagna. Ludovico ossendo satis eoionnello det rapa di 200 cavalli, egit seco capitano Girolamo Bra adoro di 50 mvalli e Cosam Giosia Nobilodi 50 altri: e perchh li sopradetii secoro nollo bandiero rarmi, loro vonnero in discordiacon Ludovico, ii qualo sacendo sempro massa di cagnotti et altra gente di mala vitavonnem in sospelio ch'egli aspirasse at principato como seco Oliverotis suo gio: γλ i

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ANNALI DELLA cITTA DI PERMo

coinciarono ad ... gnare contro lui it qualo essendo giovano con parolo a salti, meando atti da tiranno precipito pili cho piu che non ineva disognato, michh nol IMI I meso di gennam egit con la compagnia do'satolliti ammatra no ii Ρ t ut eho era Bartolomeo Al castollo per Ia cui morio la citia gli miso armata s lo perso ith; stando egit con gran gente. e moendo diversi movimenti incontra li soldati stipendiati della citin sotis la scorta di simiamo Brancadoro ed ancho della Marca elio era it Mnasedo da Sangiusto ospingendoli contro uti capitano do cho alloggiava a Monto Giorgio ii

amico et aveo mil ondo stlandosono . mentro an va a Fallorono con una

trappa, it detis inpilano gli uses incontro e searamucciando ructiso ira primi a di 2Imario deI douo anno. o su portato nella citia stando in mostra in piaria per otiugi orni insopolis; o cost l' ineauto novino eaddo nolle roti. o la citia elado una buonatuita at dotis capitano ii quato si domandava Tiborto d. Quod quidem suprascriptum exemplum sive transumptum ego Dominicus Ex conus do Firmo publicus apostolica imperialique auctoritate notarius per meum mihi fidum ex proprio originali mihi tradito et postea restituto de verbo ad verbum, pr ut jacet ab G oxtraora feci et cum eo concordare inveni. Ideo hic me subseripsi et publicavi requisitus ad instantiam illustris luvenis nobilis domini Loopardi Montani filii sub anno Domini millesimo sexcentesimo quinquagesimo socundo, Indietionaquinta et dis decima quarta mensis iunii. tempore pontineatus in christo patria et domini nostri, dominus Innocentius divina providentia Papa X.

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CONTINUA ZIONE DEI ME DESIMI ANNALIDI ALTRA MANO

in scaramuccia con Hieronimo Brancadoro.

A di di iuglio 1 526 venno dat remo tanti grilli cho per raria la matum ossu- seciva ii sole come la li nuvoli o nebbia; cho pronuncid morbi e caristio per tutis Italia. Α di 24 di subbraio I 525 su proso ro do Francia dalia gento imperiato atrassedio di Pavia. Α di 11 di iuglio 152T su proso it papa Gomento VII o sacchoggiato Roma congran vituperio della gonio do' Bor ni, e mori tui. De maggio 1520 ni venduin il grano a 20 a 24 o 25 norini Ia soma per questo di

dolia ei ita per darei nomi di ribolli a torto o su dato allo castella novo governatore. tenendo residentia in Monto Ottone de tutio Io stato gia do Fermo, e prima cho lasses perso lo stato. so in compraro Monto S. Pietro sottoscritis per causa da venire a questo. A di 24 di iuglio per cenni o ordino do Roma it comuno di Formo comprbMonto Santo Piotro dagii Agli da papa Paolo per proreto di scudi dodicimila d oro da pagarsi in un anno in tro pagamenti, o mi cel n pagare tutu o col lampo de cambie, o sope ambio remosso in Roma cho eo costa sevii quindeci mila d'oro; etio Gioanpaolo Montano per trovarmi dolli detii signori Priori coa vince o Partinoco annammo a pini ars la tenuis per mano deI rovorondissmo Magalotio governatore dolia Marea: di mi it comune de Fermo per sar la recea in eam delia terra m Mastala chiesa de S. Franceseo a messa la raeca in sortetis; it Papa la volso per un messe di pol ce la rese spianata per terra: it comuno de Fermo per isde O. Θ comeeosa sua per non tar piu recca at popolo se Deo a buttar per terra te mura det C stello tonno tonno contro volunta o comandamenti dot reverendissimo de Trani, Legato

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della Marca anelio prima at pagamento: cel concesso por brovo dol che h stato causa. eomo deuanta o seritio depogneret ri belli per mandaro ii signor PierIovisi do tutiolo Stato; non so se lo do a ponoro a li nostri peccati o at bono animo che teneVaal Papa cost socoulo l'ordine dulla tota non gia per nostra disubbedienra. Dio 8 aprilis 1540 horis 25. fuit terremotus magnus ita quod et vituperaverunt plurima odificia. Α di II do gennato su morio Hieronimo Braneadoro in Atri citia dei regno, homo ei gran credito. o vadoro per capo do parto non basio per tui. Λ dl 10 do ollobro it di da sanis Nicola it signor Pieriovisi Dum do Placeneta suammargato a bullato dalia finostra cosa miranda: eomo dieci anni sa a li I 0 do settembroil di di sopra detis intrb a Formo a privaret dello Stato o cho at medomo Q della sua

moris sopraddet in sta stata causa cho papa Paolo ei ha promesso la integragione dello Stato con pagamonto di ventimila scuti ot oinquo milia do mancie: ot oggi marinill 22 novembro, M. Paolo Latorano Loeotenento dei reverendissmio mons. L gato dolia Marca o commissario papals ha rimesso li nostri signori Priori nol posscsso det palaeteto con tutio lo Stato con stennardo, sigillo o Statuto, con quellamedesima utilita o potesta di prima, salvando Potriolo a Mogliano por dot anni in potero dei reverendissimo monsignor Farnoso solio sua sedo Bnito it tempo rimotterlidetti duo casiolli in potoro dot comune do Formo como li altri, cho Dio voglia: eoggi 23 dot dotio moso a' h mandato patento per tutio Io Stato cho abhia da mandare. o creare con pleno mandato qui alia citia ad accottaro o pigilaro. ed ubidiro Meomuno do Formo per loro patroni det tutio rogato ser Folico da Montalis notario curialo si emo at nostro cancolliere cho Dio per sua misoricordia o pieta co dia modo e larga da re ero, o governam bono e diligentemonio a Iodo dol grando Dio, o delia sua gloriosa Vergino Maria sompro eoi timors di Dio o do ire iustiria moglio de prima, como per osompio o memoria do aleuni cho it comune de Fermo put sua benignita gli a rimesso ol capo su lo bustu: questi lar mugior nomici det comuuodi Formo nollo stato p Pso. Α di s dei novembro Ib40 morotto Papa Paolo III. per la quia cosa retornb Fodericodo Nobili da Formo condonnato o per intraro dontro da Petritoli contra mento deleomuno o dot commissario, cho ora Il, eo su serito o robultato suori; dei cho ceri tornb eon adunaneta do molti handiti, tantoria o gli so granno guasto do abbrus roclo sora, guastare de molini. ingliars arbori, vigno: do pol sotis Musa dei c muno do Formo se ingrossb di 2000 homini o vonno a Formo por lo stendardo ocavo dalla citta 800 homini contra mento dei eonfiglio cho Aa sacova in quoi di Iss novombro I 549 o ri torno a campo a Petritoli por sermario e pigliario dovo tultata Marca aveVa messo in guardia, et in timoro: dol cho Mignanello veco legato dolia Marea su sorzalo col favoro delli Braneadori da Fermo sar osoreito da pili lochi per levario dat campo como et so levo da Petritoli e si anco per comandamento delvos vo de Posam mandato dat collegio do Roma se ann5 con Dio. De pol satio papa Giulio III mandδ a Fermo it Veseovo do Nopi ad osaminar so h stata colpa de comuno de Fermo ce sit impediis it stato dolii salari a doli' obodioneta, e per trovarsi omi it comuno do Formo in grandissimi debiti impoditi doli intrato, abbandonati daretiori, o travagitati da Ognuno, anelio do aleuno castello revolt se dei cho com desperati la citia in un consigito a di 25 do maggio do M ordonb chlamaro unGOVornatore perpetuo , o con mento dot Papa o sognor Vincongo do Nobili nepoto dPIΡapa, eho per li suoi boni odori omi nol vorno di Ancona I' h desiderato, dei chodietis signor Vincongio do Nobili por il bono animo delia nostra comunita per dar

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aiulo o lavoro se retrovb in Roma eo li nostri ambasciatori dovo papa Iulio glie parso de Sermo con placere ua'altro suo nepote carnato dei cippo signor Glain ballistangliuolo dei signor Boluccino fratello carnato det Papa: dei cho subiici accoliato mandb a Forino M. Paclo Latorano suo locolenenio clis Dio per suo insinita gratio

Α dl I9 do Iunio I 550 su satin una predica in S. Maria in castello, o presentato noIpergamo un' omo do 75 o 80 anui chlamato it Beato Marco da Mogliano, ii qualo per Vorta. o poco iuditio I'era stato anni 26 sotto verno o potesta dot dimio det ehoavova aequistato nomo di beato, a dicova de molis coso do vivi e do morti o della animo o coma ava se sesso diro da messo o limosino a lui pariva, clovo aviva piglialogranne concurso de gento, se oggi gli partate, o domano vo respondera de molioeoso consormo et vero porchd la notio partava at diaolo causa di tenere seomunicato lui e chi li credova, nove in proso o tenuio prisione alcian moso e it sopradicio di Iiel pergamo consessb il suo grauno errore e domandb perdonanga a Dio, ni vescovo o M popolo o turb nelli sacri Vangoli credere alia Santa Madro Chiosa o non eas ropiti in talo erroro, o menato genuflosso nanto aI Veseovo lo ribenedi frustandolo omi eo la mitria disinso a cavallo su Pasino per la terra: et o uno so guarda docre tere a tal gente. Il giovom sanio. I 4 de aprilo I 552 so morio it signor Ioanballista do Monto, nepotodsi Papa Julio o nostro perpetuo govornatoro, essendo Stato a campo alia Mirandola piu mesi sa, fino at sopradicto di e su morio per suo di sordine per vendere una vieno alla terra. o nol modosimo di in conclusa la tregua per duo anni con assai reputarions det Papa: il vonordi 15 de aprilo arrivb la statalia alta Mirandola eho s6 lovasso it campo non sapendosi la morto sopradesta.

A dt 3 do margo 1553 in remosso it comuno do Formo nol possosso di Mogliano ede Petriolo per mano do M. Pietro Galleso commissario di Sua Santita quali dotii duo castelli su ritonuit nol possesso reso doli'altro castella Formano, o at dotio M. Piotrosilio su donato 560 seudi dat comune di Fermo con isperanga che avesso da sar de altri mori per l' invenire. A dt 28 do luglio I554. mori it capitan Foderico de Nobile da Fermo a Floroneta de una sorita cli' obbo alla guerra de Sisina do archibusio o di pol so morio Sacripante suo Datello puro in ditis guerra. Nol mego ni aprilo I555 arrivb no la Marcha monsignor do Viso eon 10 o 12 milia tanti Francesi e con 4 milia cavalli o a Ii 12 do aprilo cho su la Pasqua assolutoria allodigili nolli paduli. o dat comuno di Formo sit satio duo plagro do moniet iono. o'I0 per uno sopra la cura do 40 carri o piti di vino li su spaceiato a 5 a 6 qii attrini at huceato per ubbi diro a nostri suporiori per ossor condotti ad est anetia do papa Paolo IV nap litano do casa carassa con animo do ripigliar Napolo con regno, dei cho seco condurrora porti di artigitoria do piu sorio o di pili l hi con 400 muli carichi do pallo doserro a I pallo per mulo conduiti a Formo o at Porto con 200 para clo M o con tanta vettovaxlia di vino o sarina per terra o per maro cho saria bastato a Ogno grandi simo osurcito o non tanto la Marcha ma merga Italia no su dovo la citi 1 do Formocon gran numero do cavalloria o condulti a campo in la citia do Napoli dovo sinito in st nctili su assaltato da morbi o mal dei cho annb tutuo in ruina, o mo talita con lassaro denari artiglicria o quanto portomo, et io ho visis dovo mori Monsu Luiroth o Piotro Navarra con moriro ancora un mio Datollo carnale fouem rato dentro da Poggio Malo, o ali anni di pol riportato lo suo osse da Napolo allaChiosa de S. Maria do Plarga a Santo Arpino.

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ANNALI DELLA cITTA DI FERMO

A ili I 2 de sottombro Ib56. so satia la Deo ira papa Paclo IV o l' imperatoro e redi Francia, o a lui ancho do pol eho M li I 4 di sollembro, so una grandissima ruina dorobbo o mortalita. che se ii Tovero a Roma chi dici tro chi quattromita animo as cato Iaer Roma, o in Florenta l Arno affocate do animo Eo dico da numero seneta la robba che a mo par sorte a scriverto ire milioni do danno, et ii Ρο med Simo dat sonnamonto ruinato, o me natosi un castello sania Agata de IM sochi la meta di Argonio do IT0 s hi o final mentola meta de casalo e per tal signo venendo da Veneria ii nostro Sacristari trovo nollito det mare granno numero do morti tra omini o donno . o pulti songa li sotterraii Principi di un tuto statis. Do assanni guerro rumori allogmamonti o pagamenti tuital Italia ne senil ma con pili dantio nel paeso de Roma, dove molio terro presse, Sa cheggiato, prodato. vituperato o abrusate, o Nonis Fortino per una terra della Chimae eon essere stato a peri colo Roma dato gento imperiato sotio ii governo dol Duead'Αlba per isdegnagione col Papa P lo quarto nostro Pontenco ut dicitur cho da luidipinniva Ia pace o la guerra; ma credo per delatio de nostri peccati si a volonta de Dio, o cho sia ii vero vi venire de Francisei mansueti, o adunati, o con gran suroreentrd nul Regno. o aecam pati allorno a civitella giorni IT con un grandissimo ha tero d'Artigitorio non gli possetto sar danno alcuno, intanto glie vonno soccorso dala o I 4 milia santi O 600 numero do cavalli dei cho i shancesi retirli iii drelo da qua dat Tronto et se interienno ira questo do Fermo it pili o per tutia Ia Marca dellimesi cinque. dei cho tra la Marina. o la Montagna non res id una terra che non lasse aggravata d alloggiamoliti o callivi portamenti in alcun loco; come so avesse aula lablarea in proda da M. Falcono in larga; o como at vonire so mansueti, tanto at partirem indiscreti, ma con lassare sorso ian quarto de loro sot terrati nella Marca fra ramo.

mariori; in questo metro da genio imperiato su accam palo Pallano cho in principio della guorra it Papa l'aria dato a suo nipoto, dei che richiamati i Daneosi at so eorso do Pallano o da questo parti della Marca dove so' an danno: ma it giusto Dio elio rendo lo Veci per chi non pud. nol medesimo tompo la regina Maria congento importalo piglio nolla Francia it Passe do Mons. do Viso e su grandissimo danno de mortalita, o sacche tamenti assai pili che tui non ira nella Marca. douo doltem po passato nol l 528 det mese di sobbraro passo per la Marea 60 mila stancesi. o non m tanto danno, cho anno a camparo a Napoli, delli quali lor cam so Lutretho Diotro Navarra cho alloggili in Monto Ottono con clodici milia tanti.

Fi NE DEGLI ANNALI DI OIOVAN PAOLO MONTANI.

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