Cronache della città di Fermo pubblicate per la prima volta ed illustrate da Gaetano De Minicis vice presidente della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie della Toscana, dell'Umbria e delle Marche

발행: 1870년

분량: 618페이지

출처: archive.org

분류: 미분류

231쪽

220 ANNALI DI PERMO D AUT RE ANONI Mocoseo Moto o dopo lui Gio. Francoseo Assaelii; Gio. Marino Argolim a Gualdo di

Porchh non si trova in libro nossvno mettora il valore dolis robbo do quoi tompi. It grano da ollo, nove odieci quarta la soma un ducato la soma, cho h quanto unnorino, adesso do caresua duo volis, otio vonti s venticinquo ducali it miniam, ii vino vn ducalo. l'orgio mergo ducato, la carno do castrato dodrei o quattordici donari lalibbra, ogni qualtro donari sanno vn qiiattrino adesso, agnelli e porci dieci denariet dodici donari te vacet no; poscis di scutiad' una libbra in gili 18 denari; mugollo dodici denari, roscioli sardolio e squadro otio danari, anguille o altro emo it similo: tulti ii sopradetti posci δ' una libra in su so adoptava ii prergo o non

Se poteva vondero piu: tutis altro robbo a proporatono. cho a questi tompi paro coso da non crederio: Ia prima causa era it numero dolio moneto. cho as trovava alpocho che la citist nul risco toro per pagars il pregro dolia roeca recomprata bisognbpor lutta Ia Marca por suppliro a d cito pagamento. L'alira causa so contentavano de poco si in materia do vitio o vestito, cora o gucchoro setio bolognini la libbra.

Vonno ii vescovo di Fossambruno Legato della Marca. A dt 2δ marro Aseulani eon 300 uomoni o con li sorusciti ontrarono in Umdao no caecio sessanta della parto di Cario, qualo per ossore troppo potento era stato lal Legato mandato suori o se tratisneva net nostro Stato. Andd a Roma GiovanFogliano mandato por lo no2ge det Signor Paulo Savello . e anco per Io coso d'Omda. Era segulta la parentela de Ramelo dolia Rovero con Nieolosa 1lglia do GiovanFogliano. Do gennato meo prima su mandato Tomasso Ludovico dot Papa amb sciatoro at Papa per ii monasterio di S. uaria dello Vergini lamentandosi do' pratidi S. Franceseo cho no avova la cura, cho non te saceva vivere da monicho. Comineio nova rottura tra Golmurano o Loro per il roscolare doli' imposto: quelli di S. Bonodotio mandarono ut Papa per rassoluziono di qualchs occulta geomunica chonon sapevano, mi in det to castollo Vonne continua mortalita per il cattivo aere. vonne it Loeotonon in per ordine det Papa, ando a Omda por aceomodam quella terra o ei stetio quasi dui mosi, in ultimo tu resoluto cho Cario entrasso con quai tro sol e repatriasse: torno con paroro delia citia, o it primo glorno gli su satio caroggo, il giorno pol su chi amato in palagro per metiero aesto allo suo cose por strada in assaltato da atquanti Asculani occulti per te inso, levatosi ii rumore desondendosi Cario con li sol compagni o crescendo it rumore vi corso it L. o uncommissario papalo d's rvieto I er nome Baltassarro et in ammagrato it commissario. Cario is ritiro in palaeteto o di ii in roeca con L. nolla quato su assediato, ma ilL. la notte per Io mura se ne usci o ando a Monta Floro . dondo diala citia sentitola novita gli su mandato aiulo. come anco uallo vicino terre, o dat Signoro di C merino cho ci mando signoro Anibale suo nglio o satio campo grosso che delia citiaci era sopra quatim mila tanti conilotii da Brancadoro, Gio. Grisostomo o Gio. Ba- l

232쪽

eino. eon dui cento cavalli aridorolio assodiam Ossida. cho Asculani adunati loro laneora sopra quailromita tanti avult da Tommo o Matrico atquanti cavalli attendova la atrinmro de avere la rocca cho Carlo la desondeva Valorosamento: questo sit allast ne di iuglio. Attendova it Logato a non largaro resercito o li nostri sompro saeova instaneta do combaltero, ma ii signor Anibale non permotiova o mandava in longo: in ultimo volans it signor do Camorino e lui proso la eum doli'esercito, ma inisso mi Λseulani it campo efforo ingrossatis o non mendo potulo prondere la recca. dinotis Ao ne suggirono con tuiti li piu colpovoli de Omda o dat capitano gli su dato adito a suggire: it L. Ont rh in Omda accomodato lo coso at meglio, in licenetiato resorcito. Intoso in Roma simile novilli it Papa spadi it L gato Cardinato Andegavi onso . . . . Nicola Drsino conto di Diti gliano L. gonerale con signor Pietro colonita . Giulio Umsino, Antonullo e Petre S. avelli con Nicolli Doria con te loro compagnio do cavalli svonnoro tutii in Osnda per castigaro dotii Asculani o it L. a comandaro tanti a tutis io torro cho la citis ci mando Gio. Grisostomo con qua trocento santi, dopo sino aduimila, solio coinmissari Brancadoro, Anton Francusco de Vocchi, Gio. Bacino oTrolio da S. Lupidio cho ton noro campo in quot d' Omda dovo stollero parochi moraisonga saro nulla, per sam cho li nimici se sortificassoro. como secoro per l'aluto det Regno, sebbeno mostrava di non darii aluto. Alia citia toecava de sostenero ii campodi veitovaglie s eoso necessaria o Da i alim ogni di mandava at Legato per unal, ea ogni coga necessaria in dono o alli capitani ancora. A l' ultimo si mossero opigilorono Caslignano o Casturano: assediarono Monto Brandona o lo combalteronoeon artogitorio parecelli glorni e nutamento it presero, mandarono ii signoro Anto-nelio Savollo vorso la montagna, assodio no la Comunania o altri luoghi dove socero gran prela Norsini anco loro. DOpo la prosa de Monte Brandone l'eseretis dol Ro g norato it Signor Virgilio Ursini passo it Tronto e Monto S. Polo. s'accampli li vicinomostrando di volem assaluare ii campo det Papa: avea solio lui 40 squadro de e valloria. quatim mila tanti, cho vedendo it Legato non ostarito lo prolesto e sco- municiis mandato contro Asculani o loro fautori so retiro col campo alla rocca. o ii nostro nello nostro castelix vieine, o perelisi so ammald ii Gonorato o mi ilLegato sempro stetis sermo in quot loco '. rosercito regio stolio ancor net modosimo loco. e flava minaceiando Volero assallars Io nostro castello, per ii cho la citia miso in S. Benedotio Anton colicelli con cloi eento lauti o in Aequaviva Eurialo Tortoeon trecento, mi so miso a sortificare Aequaviva, muniria de arieglieria, vitiuagiisse monigioni, spianli suori dolia Porta la Chiosa di S. Antonio con rospitale, sede inroun has sione a delia porta o altri ripari. aspellando it campo deI Ro cho dicova v lorio pigliare, cho durb pili cl'un meso dotio rumoro. Nulla filio d otiobro morso ilLegalo alta Ripa. guari ii gonerias: tenno do continuo a presso lui dui citiadini chosii pono Gio. Fogliano, Gio. Francosco Agrolino. de mi Folice Morrone , Conto Paeca no . Giaeomo Braucadoro, Giovanno Tabor, Gio. Franconseo Assalti e Gentilo do Nobili solio ii quale morso, e dalla citin sompro gli su inministrato quanto gli saeova bis gno . e morio gli Reo saro rosequie nella citia. ma non volso li si laseiasso it c

clavero cho lo riportarono con loro. Asculani verionilo l 'occasione assallarono casti-gnano Q lo piglio rono cho era della Chiosa o di qua spinsoro verso Ie montagna eseeoro atquanis danno nal Castallo ei Monta Falcone e se altaccorono con te gentellei signor Anibalo cho ci morsero da ambo lo parti o anco progionis d'ogni banda: clatraltra banda Tolentinati cntrorono in quel di Loro per te cose di coimurano Q pr dando so attaccorono se no rimasero gran numero do seriti. Dotti Tolentinati avevano nuto aluto da Conto delia Suaciola condotii ero det Re. Se mosse ii campo det Ilo e

233쪽

voltatosi verso castignano se a saro altro se retira in Regno per ordino auto desito. Aselliani mandoro dieci citiadini at Papa per ottenero pordono, savoriti dat M. ita Loroneto do Mediet o da Ursini: mandh anco la eitth Giacomo Branca loro, conto Paccarone a Roma per ottenere qualeho remunerualono, avondo inisso Norcia avere auto Arquati . con climandare S. Pietro degit Agli, Monto Fortino che ancora non ora restituita I' assoluetions per la morio dei Vescovo o altro coso. Gli su restituito Monto Fortino. lo cosa dei vos ovo volova che andasso a Roma dodeei principali doeomplici ai cho ni uno s'assi curava; non ora it cardinato eo Siona in Roma, eho torno pol l'anno seguento e sino at suo ri torno non si seco altro; di S. Piotre non nevolse intendero niente, gli rimisis bono una meta dolio inglie d'un anno, o cosi allososto di Natalo so ne retornorono a casa, e ii similo fore it campo dolia chiosa chosiotto sem pro mai formo alta Ripa. di dovo per li strami su saetisggiato tutis ii nostro torritorio che non eo remaso nionis. reclamando citiadini su mandato a stantiarapor la Romagna. La citin ogni quindici et mandava un commissario cavato a fortacon 25 citia lini. o quelli avova cura d'Aequaviva oltra li einquanta soldati pagati: ne to roe ho di S. Benedet in Anton Blanco con venticinquo soldati pagati. Li amb sciatori otion noro cho S. Bonodotis Re lovasso dovo flava o so mettosso in loco piusalubro e ni eommesso at Governatoro della Marca venulo nuovamonte. Balista FO tuna polostu alta Matrice. Midoro stabito a Fuligno. Morso in questo anno a Milano Francesco Vascono de Cerichi o Quirici cho avova servito sopra dicti anni questi duchi con la sua persona da Dotiore e lascib a suo Datello in glardino. millo duo conloseudi d oro elio tui avova da mors dalla camera Ducalo o custui aneo ora dotiore onostro ettiadino. Feco Ia citia in deita guerra speso grandissimo per mantonoro dettossercito do vitiuuaglie, munirioni o artigliarie, saetis cho da ogni cosa loecballa citia.

La Citta obbo un poco di ropogo es guerra, ma comineth a travuliam por Is dissarongo do eontini con Tolentino in curia, tonno guardato it castollo d Aequaviva o S. Benedotio per dubio d'Asculani, quali obbero la pace dat Papa, ma con cho patii non ne ho notiria, credo pagasse huona somma de danari. So ammatb it Papa dot mesodi maggio , ci su restato gran suspectione per conio doli armala det Tureo che granctissima ontra in mila o bisognh saro guardio grosso allo marino. Dei meso di gi gno Toleutiuati di notis antrorono net torritorio di Loro a salciorono atquanti campi.ma lovato it romoro, chd la citia avondo presentito radunata dello genis ci aveva mandato Eurotiano Torto per capitano, Comissario Brancadoro, so attaccoro lina sanguinosa scaramuccia, che d ambo lo parte no sum no seriti gran quantita, o tre diquelli di Tolentino morii. ci su prosento P. udi toro dot Governatoro dolia Marca choera a posta Vpnuto per sarti sermaro. ma non m in teso, per ii cha ventio da Romacho se incesso posam l armo o so v osso di ragione. o satis daro lo securin, la

Det mese di iuglio am malo it Papa o per parerelii glorni stetis ammalato. ealli re det meso morso, o nella sua malatii a la citin mando nolle castello vicina gente per stare pronii se Asculani sacessero movi monto, e in Omda Gio. Grisostomo con cento tanti che assiemo con Cario guardasso quolla torra: ma Asculani socero tumulto sta di loro cho sol lovaiosi proscro tro cittaclini de loro o li socero ingliare

234쪽

ANNALI DI FERNO DAUTORE ANONIMO

per lo discordio intostino Iaselorono do molestaro gli estorei. A di II agosto su creato papa Alessandro VI di casa Borgia spagnuolo o stetista Marca in paco o meo in Roma non su satis niento tra te sationi. Avanti la moriodsi Papa Ia citlli mandb a Noreia Gio. Franeeseo Artolino o Gio. Francoseo Amalti per metierit in pace, cho como in Ascoli era venulo te sarioni sta di loro allo mani. Fu mandato at Papa a congratularet Giammo Brancadoro . Giacomo Bongio Vinco, dat quale ottenno clis subito gli soco rostituiro Monto Fortino. Passolugiono della mortudet vescovo cho dat Papa morto tanto volt o richiosto, mat volso daria, o altre grario con la conserma de tuiti privilegi. Αndb Potesta da Noreia Girolamo Attolino, a

Fu questo anno diseordia tra S. Genesio a Gualdo per ii confini, o ii simile traΜοnto deli Olmo e Mogliano, e in ultimo rimesso per non potere accordaro per viam juris et sententia, come anco se potesse sinire. Fu nolrostato una grandino cho secedanni grandi o in anco carostia de frumento. Nel stilo volano vn commissario par sare allogiars li soldati a te stario, o ei su gran garbuglio por offersi a cordato per donari. o mi pigilato ii denaro non volso osservare, per il eho bisogno mandaro a Roma Piorsanti Morso stl Papa o per altro coge contra it L. della Marea o Tosoreroelio dat Papa Ia eitta obbo it suo intento. Fiori in quasto tompo Nicolo Flacco e Nicolo Zam pono medici famosi. In questo tempo su concesso alla terra cli civitan uova de edisscaro ii porto nella marina conaiquanti capitoli satioci, quali a mia notitia non sono vennii. Edilleo it monastorio do S. Maria delle Graetio ovvom S. Chiara Maria Glacomina. de Leonardo a suo spese, e eispose sopra qti attro mila ducati. Costoi ora sorolla do Frances o do Leonardo Da primi dolia ei ita: quosis Francosco it cognome mal non I 'ho potulo trovare; ora dolia casataeho dom si deelsa do' Elisei o Calabria o do Gio. Giorgio o delia citia fra primi. In questo tempo so doviso detin famiglie como anco qtiollo d Albuoeomando o Matioucei. Fu inquesti tompi un Marcheso Antonio, ma di cha casa non to metis. Abbate in Florenga ;auta per uno amico ea Cosimo do Medici ii primo, do ontrata de mille seudi, qualoavondola voluta cambiars con I abbatia di Campolitione con uno di casa Capranica, suimpedito da certi ei ita lini Florentini cho ci pretendovano. per Essors questo vecchio e Paltro novano se vede Cav.ehe la citta Scrisse a Loronto do' Medi ei e alia eitta de

Petro Filippo de Patro. Canonico do S. Pistro in eastello di veneria. Fu salta ta paeo tra Νteolo Caprantea e Petro suo fratello por la morte delV scoVo, o di margo venne rassoturione a Macerata per brevs.

Fn coininciato it castello novo d'Aequaviva a odificare. Morsa it Ilo do Napoli Feminando o tu croato Alsonso secondo suo figlio. o Iaeitia ei mando Battista Euffreduccio, Girolamo Agrolino a congratularsi, essendo naiatra Monto Cosaro e Morro disserenga per raequa det uolino, su mandato altito di

235쪽

22 ι

tanti a Mouto Cosam. Nel meso di mugio Tolentinati vatilat i di volem di novo mi et ero ii grano come li anni passati secero. ma con Ioro eosto. La citia ei mando a di 2 I dei moso Anton Blanco eam o commissario con tanti pagait: e michhTolentinati satin lega con Asculani. S. Genesio a attre torro emule delle citin. emassantio gento dogni handa. e dando voce che tornava ii conto Antonio loro citis indino cho veniva con gente clarme de Regno Alli suoi servigi se ne trovava. Ia ei ita mando at Duea di calabria Girolamo Atrolino at quale su res posto: Lui non volere impaeciarsi nelio loro differenro. La elua raduno gente d armo dolia Marea de P sam 8 de Matelica, eho con li invalli delia eitta ascess a quattrocento omini d armoe bales trieri a cavallo, o mea campo in queI det loro eho aseese a cinquo missa persone . seeo dui altri comissari Gio. Fogliano e Brancadoro eon Anton Bianco. iiche sentendo it Loeotenente et volso andaro lui per vedere do accomodarii paci camento. Li contrari adunarono ancor loro esercito cl'Asculani e de ii sopradet tiluoghi s s aspeltava conto Autonio che pure arrivo con tro squadro de eavalli se a Asculani o gente di Regno. Arrivato it Lo tenente volso cho se facesse trema per dieci morni e lut so mise per accomo Iarii. ma non tacendo niento per i Varelo parto dure. Mortando la tregua seco venire ii signore Gasparo Sanseverino chostava per staneta in Ieat con tre cavalli per metiere freno alle parie. Era stato ordinato dati a citia che non si lacesso trema, ma che de notte se mi tesse ii grano oso levasso via, ma li commissari seco deita tregua: gli ordinorno che sinita la tregnaso ingliesso it gratio subito. It L Oleneuto vedendo non poterii accordaro pronuntiocho sis se questrasso o depositasse ii grano, at cho non volendo aeconsentire linostri se appellorono at Papa, per ii ehe adirato it iudies incito alia lega doTolentino cho andasse contra ii nostri o anco it conto Francasso. ma dotio conto avendo visio it loco. informato deli' inglustiria dei Loeotenente la pigito sopra di sos inline seco mietere it grano dalia ei ita e non potendola nnire s aspeltasse da Roma II Loeotoneu te so torno a uacorata e la citia ei mando Gentile de Nobili a protestare in publica audieneta deli inglustiato sattile o ne scrisse at Papa. at Legato, nCardinali, allegando lo suspello. e favore volo della parto e cho si costituisse novo giudico : resorelli surono mandati a casa loro a non ci in latio altro. 1l eonte Fra casso su invitato nella citia o ci stetis una settimana o gli su satio onoro grando oanco datoli la civilita. Il Cardinato do Siona sceo suo coalutore Αγstino suo nepote net nostro v scovato. Αl Signoro do Camerino su mandato conto Paccarono e Giacomo Drancadoro per vodoro cho non ontrassi in lega contra not. Era la poste in par chio citia d' Italias anco in Roma, pera hisoguo tam te guardio, e anco penuria che valeva ii grano quatim ducati.

Passo gli ambaseiatori dei Duea de Milano liceariati da Nap di per te nimicitie nate Da loro . clio su la ruina doli' uno o deli atro di loro porchδ questo su ranuo

satale per la servitu a cho in ηottoposta quasi tui in P Italia, o sum reci uti. a carerrati e presentati da' citi ini. Se com incio Asculani a insistere che si lacesse pagarela pona dolia paco rotta da noi por avere satis prendere nolla Torre di S. Patriaio atquanti miolitori de loro contailo, che tutio erano clance per scusare te loro gente in aluto do Tolontino, o perchli cominciorono a dam aluio alli suoruse iii de Oanda. prodando it passo e abbrugiando Io biado in campagna , la cit tu gli mando M santi onet meso cli set tombro assat torono Io mura o suro rebutiati s it meso seguerite des notio outrorono in Ossida o combattottoro sino a gior no o Cario li caecio suori conmortalita grando do detii suorusciti o Asculani vota uti in loro aluto.

236쪽

ANNALI DI PERMO D'AUTORE A NON ivo

Pasgh il signor Gio. Antonio do Aequaviva con cavalli a Potriolo por andaro controil nepoto por ossero stato investito da Carlo VIII dot dotio stato a Io pigith. ma ilnipoto andando a Napoli dat desto Ito gli lo concosso o lo seco restituiro: ii dotio Ro acquisio seneta cavar spada delio Regno, a lasciati auoi ministri se no tornh a casa, o arrivato a Roma it Papa laggl per paura. Passo, tornando do regno ilsignor Camillo Uitolio e ii signor Ambrogio Lantriano con la genio d'Urbino scam pato dat regno. Li ministri lasciati dat M Cario in regno, so portarono tanto malo, chonon ora arrivato in Francia it M. cho intose la perdita di dotio Romo : o it Vieerho' Lbruto mandb sus Iottoro alia citia cho volova danari, so non voleva ossero Sacch giato it suo Dese ; ma non obbo tempo como h dotio. bisognb suggiro: a tui su mandato Conto Paeearono at Papa at quale dalla citia su donato 600 seudi d'oro. Passb ilconis di Gingolo con gente d armo a su regalato per terna dello gente Franceso o tonno quieto tutio lo convicino terre. Lucian Carpino in satio abbreviatoro Apostolico. Fu mandato Glaeomo Bon insanio per potesta d'Osimo.

1496.

La pesto era per I Italia e anco uella citta. Cominciis Asculani per loro solito a infestare con li banditi Ossida. o anco la Ripa avova comineiato te sagioni. I nobili erano amici nostri la plebo ni contrario. Or questo prevalon do i nobili chlamorono in loro aluto li nostri cho gli su mandato doleonto tanti sotto la condolia di Micholangolo cirico. Li contrari recorsoro in Ascoli per aiulo quali spedirono tremita santi o assedi orono la terra o Ia combati ero per parecchi giorni o ci ven noti Locotonenio o anco it Conto d' Urbino eho li seco levaro. Nol ri torno it contola rectulo nella citia o sattoli onori grandi. Do noveinbro anco si provomno do ontraro in Ossida o sum robuitati: passb il signor Giacomo S. Soverino o su regalato. ilsimilo at Marcheso do Mantua at quato su donato un hol cavallo, cho essendovi sopraun movinetis, disso it Marcheso cho voleva ogni cosa, o quolio su Ludovico Guo

rero, che so lo mend con tui, o da quollo h discosa la lamiglia de Guerori in Mantua oggidi cost illustro. Fu potesta di Spolati Sebastiano Maraialo, o di Milano Ballista Euffreducto. II Papa miso un inglione alii obret, cho quelli dolia citia gli laeca rono millo ocinquo conto ducati.

Anno famoso por tante guerre, peste a carestia, cho it grano valeva cinque' ducati o bisognb mandaro suori dol passo: la posto lavorava per tutis la proVincia. Do gonnam ii sorusciti dolia Ripa con Asculani di nuovo scalorono lo mura, mascoperti da lo guardis sum ributiati. Dei moso di sebraro Aseulani mandarono 20 ca- valli per rinsorgo dei prosidio do S. Piotro ma in quollo di S. An lo surono assaltatida nostri, ne sumno morti tro Paltri, si salvorono a S. Gonosio con la fuga. A di 2 margo Asculani sopra tremilia, duo ore avanti glomo enlrati per via dolia roeca in Omda cho it castollano gli aperso Ia porta, entrali nella terra su combat- tuto duo giorni, gli furono voltato l'arti glierio della rorea, o in ultimo non potendo

237쪽

ANNALI DI PERMO I 'AUTORE ANONIMO

rosistero, Cario con la sua parte usci tuori cou i suoi partogiani, o Ii nimici sae-ehegiarono la terra o si sortificorono. Intoso da nostri a non in tenam, tu mandato dat Papa o ai Cardinali a notificare eo me it castellano cho go motio per guardiauella rocca. da quollo venga Ia ruina. Io trovo nel registro uello letiero scritto innanti, eho la ei ita aveva scritto alPapa, at Cardinato di Siena o ad altri ministri in Roma che detio castollano dovova tradiro dotia como seco, o la citia non m inissa cho nollo lettoro seritio at Papalo miterava detraviso pili volto scritto; venendo la citia cho bisognava saro cla Iovem, assoldo gento d armo; Giovanno Grana svirgem con T2 halestriori. Francoseo da Ferrara, Ortandino Pue illo da Modona, Pasquale da Napoli, capitant con bal strieri a cavallo il sig. do Matelica con conto cavalli tra balustrieri a lance, o pol mandorono per il signor Troiano Savello o anco it signor Antonello Savollo elio promiso e pol non Venne, ma non obbs soldo. Asculani rinfortarono ii presidio a S. Piotro comi iaciorOno a prodaro in quel della Torro S. Patriaio, Francavilla a Petriolo o secero gran lanno. Ssalciorono e tolsero ii grano nol mulino. Stava vico vernatore Malalestino Topihili da Narni cho con procotti contro dinoi ordinava cho non so venisso ali armo cho tui avo robbo ri mediato, ma tuito in

parole cho Ii nemici saeeva li salti. In questo meso it conto Antonio da Tolentinoavendo adunato millo tra sanit o cavalli clatro in quollo possossioni cho so litiga-gavano o tutio lo seco et apparo guastando it grano o pol so no torno a casa: quellidi S. Diotro usciro do nuovo a prodaro, ma da quelli dello terro lamno posti in fugas morsoro quattro. quali semii an soli li prodarono per 200 ducati do bestiami o an- dando at molino gli tot soro 20 somo di sarino e gli scisci orono ii molino e se von-dieorono delli danni da loro sat toli. Fu mandato a Mogliano Mustalotio da Bologna. a Fran villa Pasqualo da Napoli con balestrieri a cavallo clis tutio ii di cor vano nol loro torritorio o non li lasci avano usciro dat castello o li te neva quasi assodiati. o gli su dato ii quasto alia campagna cho intoso in Aseoli usciro a popolo o se invi

rono vorso S. Vittoria. La citia avova mandato altri capi a Sorvigilano O S. Angelo por ritenere cho non passassero. como surono a S. Vittoria tornorono in dietroo non secoro altro; avulsalone Tolentino altri delia lega so trovassopo nel viaggio, ma come s'h det to retornarono a casa. Fu mandato alta Ripa Gio. Bacili con B

Iardino da Modenre con santi a guardars quella terra. Asculani assaltarono dinotte in principio di maggio la Ripa. ma surono robuitati con danno loro. Arriud ilsignor Troiano S avello, it si g. de Matelica. ii signoro Anibalo Varano con gento dot Papa, avova satio lega con Ia citia o cosi su resoluto d'assediaro S. Piotro e sucircondato d'ogni tutorno, pianto lo artiglierio con baltero ii castello. Asculani sontendo tanti appa echi ancor loro mandorno in Napoli o derono nomo d avere oti nuto dat Ilo grandi muti cho la citi1 ei mandb aneor let Batista Eusreduecto chodal Ro gli su dotio elio tui non volova impaceiarsi sta Ioro se non in pace. Contuito cib il conto do Popoli gli dotio atquanti omini d arme, se attendeva a battere S. Pietis. ma lentamento cho li capitani Volova guerra Ionga o per tutis magio sostolio in questo. La citia avsva in dotio assedio tro mila tanti, cento homini d armo. 200 balestriori a cavallo e 700 podoni delli sol. In questo tempo in Roma sit spedito

governatoro della Marca Anton Flores o mentro cho la citia mando Branc oro in Camerino a solocitaro l' aluti promessi o incontra it governatoro per stracla o procuro a scusare la causa detrassedio do S. Diotro od ii governatore mandb cho so se assol 'armi, tui mando a sare congregare gento per la provincia, ma non e enlrb te citiupor esseret stato Bartolommeo Brancadoro a tutio promosso do stare a vodore, la

238쪽

citia rinforab roseretio a S. Pistro clis ascendova a cin quo mila. seeo voniro ii signordo Matolica dalla Ripa mattondoel Gio. Fogliano con tanti elio basi assero alia dilasa. In Ascoli so amassd genis par soccorrero S. Pietro o satio capitano Pieriovanni Capuano signor in Abrugo con tro mila sanit o 200 cavalli si mosso e por la via dos. Gonesio con millo santi da Tolentino, con it Conto Antonio o con gonte do S. G nosio so no pasin a S. Giusto o Monte doli Ulmo. Venno anco rinsorio at signoro Ani-halo dat patro cho gli mandb tro mila santi in tutio o arri vh ancor tui at resercito a S. Diotro. Ilavova solleeitato di continuo la cilia cho so baltosse, ma it capitano sem- pro motiora coso innangi cho arrivo i aluti o aneo ii Govomatoro cho su it pomio porchli comincid con precetii o pono a fulminare: so ritird ii campo vn miglio discosto dat castollo, li nemici misero dontro vitiuunglio o soldati novi. e pol se rotird in quoldi S. Giusto o com inciam a molestam ii loro amici; ventio lin comissario dei Ro da Napoli quale so miso a trailaro de pacisscarli o andb a Macerata col Govomatore: flavaelio so lacesso trogua clis la citia non volso mai consentiro ii nimiet porchh non avova vittuvaglio volsero entraro nol nostro teritorio . ma ci trouli meo do guadngno: andarono a saechmgiaro ii teritorio cli Monto Santo por ossore amici della citia. II simile a

Monio cosaro cho i nostri sentito socero rochiamo col commissario Rogio elio so tra lava theordo loro predassero ii nostri amici. Essendo arrivato it signor Venantio con logonto do Camerino unitosi con nostro offercito. o con l'eseretio linito cho ascondova a nove milia soldati, assedio thsercito nomico cho stava aecam pato allo muro do Monte del-r Umo, o it primo glorno ruppo conto soldati cho 6nivano in aluto loro da Tolentino. o no prosem o ammaZZorono 60 o profero re somo do sarina elio loro conducevano.

Sinito atquanti giorni cost assediati elio pativa da vivere ii nemiei cho it Governatore delia Marea mand5 Sancto spagnolo a partaro di secreto col signor Venanetio omiso in sospotto Ii nostri elio dopo disso avore hauto ordine dat Papa, cho non volovacho Suo gonto camperatasse nolle terro dolia chiesa, eho la citia mandh conto Paccarone a Camerino a posta a diro cho avendo li nimiei nella gabbia non so doveva lasciare useiro suori. Venno aneo un mandato dat Govcreatore cho so lasci asso andam via sotio pena di 50 mila ducati o privario no do privilegi, o cosi suro lasciatiandaro via. Asiniso Guider co iri ora andato a Napoli per aluto o nogorio tanto conquet M cho otion no, so disso per sol denari, settanta cavalli o dii conto Spagnoli, o sono venno volando, o di notio Malto Ia Ripa, ma essendo avisati no stirono rebultati, o duo gloriai dopo puro di notio eo proub una alira volia, o per tre voltu sem pro notaro ributiati o ci laseid parocchi do morti, o do seriti gran numero, o pol voelondo non sar nionio na lascio Etloro Fieramosea φὶ in Ossida eon cavalli e tanti, di continuo so saceva scaramuceio domi banda. L'osorcito Asculano scam palo da Monto deli Ulmo tornando a casa per recompim salacoro in quoI di Potriolo gran danno, por il cho Io si invio rosercito nostro e somproalla coda gli dotio lastidio tanto cho nollo muro do S. Gonesto gli asscd id uii'altra volta per ii clis ei corso it Regio Comissario o vn Auditore di Macerata, o puro conprotosto e minaceio li secero cho se andassero via. ma quolli puro ingrati in quoldi Montosaleono o Smerillo foro gran danni, o cosi torna no a casa; monue Rinvast S. Genesio venendo da Macerata M somo de sarino gli su tolio, o sugato la scorta: Dopo it Commissario regio con it Govomatore dolia Marea so mise a traitano per aecordo. Venno anco uno oratoro dei Duea di Milano Picino Barvo eho la ei ita so miscsotio la protegione dei Duca , o dom molli discorsi sa satin una tregua per tutio mareto seguento resemando it Govomatoro sopra di tui lo eoso di Omda o Ripa. eost suli natata lo genis; quello cho in messo diseso Ia Ripa dopo eho su levato it signor

239쪽

.li Matellea su Livorotto Eustoducto IR cho veniae con cavalli: tui era stato o flavaeon Ii signori Vitelli Paulo o Camillo, o sotio li loro stendardi approso l'arto militarae lui tonuo sona pro l inimico discosio o di continuo arrivava sino in Oaeda. II signoro Antonollo Savello cho ci su mandato per duo citi adini cho venisso, Venno tino a Spoleti e li si misis o guere lare in lavoro di dotia citia cho guere lava con vicini. La ei ita licentio li soldati sorasileri e donli alii capitani o at signor Troiano sebbono lamentava che per sua colpa non a era proso it castello S. Pietre. II Governatoreando a S. Vittoria o flava negogiando por Paceordo, o Ia prima cosa volso cho si lasciasso li prigioni salti in det in guerra doli una o I altra parto: mi ando in Omdadove levb il prosidio asculano, ma non it Castollano. Mentre flava in S. Vittoria quelli d'Onida assallarono Io mura dolia Ripa cho ora partito Livorotio, ma surono robutiati o no surono presi venti. Accomodato te eoso d'Omda ando alta Ripa clovoloub Io gonto di Fermo. se seco consignaro ii prigioni d Οmda cho a persuasione te nostri gli surono confugitati, ma volondoli cavaro suori della torra si levh il postoloo li rit olforo o dom molli discorsi andalido duo do nostri cit inlini socero cho soconsignassem in mano de' nostri, o meo dom per paropo do savii suronoli dato inmano cho li mando nulla rocea d Osimo. Assotiato dotio coso se ne i Ornb a Mac rata. Nella citia non volso ventro per essem stato sempro nomico dat primo ingresso elio suco in provincia. Dei moso it a sto la ei ita si miso sotio la protegiona di Lud vico Smreta Duca do uilano at quale mando Ambasciat oro Francosco Morrone o cistello quasi tro anni. La peste lavorava per Italia in Ogni loeo : di otiobro volanore Loreto ii Cardinato Ascanio Smreta Vieccancelliora o Ia citia lo mando a prosentare per Prospero Morrono o Conto Paccarono. Vorso la fine doli anno mandb il Go-vornatoro un precetio alla citia cho non desso ricetio a niun bandi in Asculano, ollidano o do Santo Petro, o Ia ei ita li mandli via, quali ammassati insiems prefero Castignano o so ne impatroni rono; il Govornatoro volso recuperario ma non su po sibilo per esset gran numero o la turra sorte. Passὼ anco la Marchesa di Bitonto do Casa Acquaviva, in rcciuta o sposain uel nostro teritorio. Stava in Roma ambascia- toro Girolamo Argolino, o pol Gentilo do' Nobili. Purono commissarii netresercito Dranca loro de Braiicadori . Gioan Fogliano, Francesco do Leonardo.

Asculani vodendo proso Castignano non potendo tolleraro so miso incontro. ma damno in Regno per adunaro gento e cho sosso per consenso det M ; gli su mandato Pior Gio. Capuano con 50 cavalli, o loro anco adunato da ogni banda gonto si misero a di si subraro con millo tanti o conto cavalli con li suorusciti at numero 200della Ripa. Avova presentito la citia similo apparato. aveva mandato Nicolli do Ba tolomco eon duo cento tanti . di notio enlrb nella Ripa e preso merga terra, mades intest tu guardio. adunali ii soldati comineid a combattoro sino at giorno, su com- battuin o surono caeetati dalla terra o mi usciti dalla torra gli misoro in fuga:

ma no rimas ro morti trenta . seriti songa numero . acquisib armo o che per suggiro lasciaro per la strada. La citia mando a Castignano armo o vittu vagito uodendo la tregua rotta. se beno Asculani di eva essaro stata rotia da nostri.

Per la prosa di castignano attoso a saro soldati sorastiori asoldb Giovanni Mira albaneso con 25 balostrieri della sua compagnia. Mando al eonto d' Urbino ebo glimaudb Andrea Doria genovose, quello cho dopo su chlamato Magno por li gran salti

240쪽

da lui por maro eon 50 Da homini d armo a balostriori a cavallo. A di 25 margo di notio si Iovo it popolo della Ripa gridando Ρopolo e chiesa e fora soldati, por ileho go vh usei fori i soldati o ii Potosta cho era Firmano o dimi proforo bestiarni

per rinstancarsi dolio loro robo ritonuto nolla torra, ma pol d'aecordo anco loporto so ristituirouo. Ιl di sequento vonno Astolso con il capvano con millo santio corcaro cl essero messi dentro, ma non surono acestiati, o serm&χSi per tro nornisem pro corcando d'ossero intromossi So ns andorono via. Li Ripani mandorono dui alia ei ita a seusars il satis dicendo do voloro stare sotio la divogiono loro, ma geneta soldati. o cerearono anco cho si mandasso alcunt citia lini cho gli sacosso pacisscara

instemo. o la citia ei mandΛ tro quali li socoro sar pace. Furo remessi handiti ocosi ii lasciarono tra loro d'accordo. La ei ita manilli in Roma Gentilo do' Nobili. Gia- como Brancadoro per lo coso delia citia o rebattoro lo querelo cho gli si clava dat

Go vernatoro o Asculani, ma Gentilo stat i da un meso ratornli, restando Giacomo. a sculani avendo reeiuto da Alsonso d'. ragona aluti do nova cavallaria. ora vico Rodo Abrugeto. A di 25 aprilo con tro milia soldati o du ut o cavalli con artigliorisandarono assediam Castigiano cho la citia subito ci mandb eonto Auro per Capitanocho mossesi di notio da Ortoagano con 400 santi. Androa Doria aliora arrivato conmo cavalli tiro innanai, entrarono in castignano non accorgendosi ii nimici o di notis usol mori detiero sopra it campo de nemici a la sprovista o lo reppero a lomisero in suga con perdita di tutio it campo artiglierio o munitioni essendo sugilo it Capuano o Astolla. Duo giorni dom. eon la invalleria, si presen torno sino alleporto d' Λseoli o useondoli contro atquanti cavalli surono fugati o loro Ii saeehoqiorono ii passo o li brugiorono da 40 case: quelli de S. Polo con scorta do al- quanti cavalli scampati da Castignano socero una correria sino a s. Benodotio opigilorono atquanti porci o uomini, ma gli usci d'Acquaviva Andrea Doria cho eracorso in quello parto O li rupporo e ritot sero la proda e seco prigione Gio. Franc eo nglio do Astolso capo do loro con sotto omini d armo a menati in Aquisivata ei ita mandΛ in Napoli Batista Euffeoduecio por Paluti cha clava ad Asculani. mando anco Braneadoro at Vicera d'a brurto per simile conto. cho se scusava cho li soldati orano stati licentiati da lui e da Asculani assoldati, o ii Ro disso como I anno passato non volero interporro se non in paco sta loro. Trattava ii Governatore da pa- einearli o sarti saro troga. ma con tanto iniquo conditioni per uoi cho la citi, non te potova sontiro. So cominetb a tam correrio da quelli di S. Pietro alutati da Meuianio Monto dolPUlmo in quoi di S. Patritio, Potriolo e Franeavilla. o pera m masso. ndrea Doria in quollo castella cho gli soco it contraeambio. Fu posto Gio. Mira in Aequaviva cho entrb in quoi di S. Polo: manli 400 bostio in una correria, o in una altra tolsu tutio it bostiamo d'. stolis fino a dui muli earichi di munitioni eho

mandava a S. Polo.

Alloggib nella clita nn Veco Duca de Bari ehe andava per Ludovico Slarga o suregalais o spesato: maudb anco a donaro duo mulo a dotto Duca Nella tregua cho volova it Governatore vi ora un capit olo cho so credoa per publiea voco o fama cho la citia essondo insidiata da vicini non la volso sontire. A. di 22 do magio laeo Androa Doria ill) generato clis andasso atrassodio di S. Ρ tro. ma solo te nesso li passi, eho non ontrasso nienis dentro a Iut so no trovava duo mila tanti, o 400 invalli, nδ Iasci ava ontrara nh usciro cosa verum, per il cho i I G vernatore seguiva a fulminaro pono di ri bellioni, at cho la citia mando rispondero in Roma o Maeerata ed a di Io giugno in satio sal claro di notio tutis it grano eho non orastato ioceo o lagi iam alberi . ii cho intoso dat Govornatore pronuncid eho la tragua

SEARCH

MENU NAVIGATION