장음표시 사용
241쪽
A dt m gi ligno Asculani con aluto de gente di Regno se m sero per la via detranno ha,quio veritati a Munio doli Ulmo o quivi adunati co Io gento dei Governatore cho
lallo uirrii convicino avcva a lunain Ropra a cinquo mila, Se mossero verso S. Petrectio li eontrari Imr os sero di manco numero so Pelirarouo uelle nostre castello colcarni,o clio mai to uno aκκodio formato, ma solo li passi. Quando surono per soccorrerenicuno compagnio di gio vani non volondo obbodire at Generale volgoro vellere ii no- inici, mn con loro danno perchh surono rotii, o prosi 22 di loro o morti da IA Ascularii avonito muκso Monto o vitiovaglio duntro, so ne tornorono a casa songa saro niunilantio porchli rusorcito nostro se inpro gli ora alia coda. o con loro Asem pro ave-robbo combal tuto. It Conio do Popoli con tro conto cavalli o colle genio Asculano fortiato. aridarolio an assedio di Castignano. ma diselidendosi Conto Aceto eon lis,alidiu, ct meo vnno poco gliadagno o Ilum securo trogva o so no partim. Il Goveri, retoro condaniali la citia in I mila ditenti o pena de ri belliono. Noli assedio do Sant utro morso Tornmo Eula ducto , ma como su in battaglia O malattia non to go. Eras lato mandato An scisio Cantcimo Conto do Popoli dat M Federico per vodoro di ac rilaro lo duo citin fra loro o dando nova do nudaro in aluto della Chiosa o potn Caxlignano ; montro nu flava a Castignario su novita in Aseoli eho Bolardino Faleinoro, o Cirro cho so trovava sori . avulo aluto dalla citia onird di nolle nullii citia d'Ascoli o lovato it rumoro, proso la piarga o andalo per prenderola casa d Astolso uti miso suoco, novo scampato mergo nudo proso Ia moglio conuiti si gli piccioli. o saecli xgid lo caso dolia pario contraria, se impatroni dellacitia, o la citin nostra cho gli avova manion uti di fori so ponsava d averti amici. iiiii su tutio it coiitrario cho si dichiard nemico do Firmani. II Conto cho anco non ora lovato da Castignano so ritird di la Tronto o mandb dat M cho avomo a saro. ni qualia ni ordinato cho so rimullosso AStolso o so accordasso con not. o cost so c iiiiiicili a traitaro. o li in mandato Gio. Francosco Assalti, Branc oro coi quato su accordati, elio it Ito pigliasso solio la sua protoZiono la citia, cho se rimettosso Astolla o tu i so pacificassu l 'una o l'aura citia. cosi tu solio seritis o stabilito dat Conino ni ordinato cho Inandasso a Napoli a sottoscrivoro dat M. O ci in mandato nati,ia Eusto luccio cho portli li Capitoli. Α di 10 agosio it M ci miso la mano a it sigillo. ma primn il Conto ventio in Aequaviva asstomo con Astolla o gli su
242쪽
ANNALI DI FERIIo D'AUTORE ANONIMO
restituito Gio. Francosco suo figlio cho la citia li mandb a ficovero otio et tiadinio su confirmati ii patii salti. It Governatore in questo mentre mandb in Aseoli Sanctospagnuolo per consermarii o animarii a staro salili in puero iam contro la eitta. Ilconto tornb in campo o pol si mosso vorso Monto Brandono o S. polo eho se ii r sero subito o di mano in mano Gio. Francosco verso la montagna tanto cho prefero tutio lo Stato da Capradosso e la Comunanta in pol. e mi s aecostarono verso laetita d'Ascoli o dotium it guasto alia campagna o non lasciava nossvno enitam iidusciro soneta loro poricolo. La citia mando mille o cinqueconto tanti a vii invaglio quanto bisognava. ma li Regii te pagava o per Commisario appresso dotio conlosom pro vi stet to Brancadoro o di continuo la citia mandava Ri conto do refroscamenti. Asculani aspellavano d'ossoro soccorsi da Bartolomeo Alviano si 2ὶ cho nolle mon-tagno di Tagliacogro avova adunato tin numoro di cavalli banditi od altra ponto monuinara sed inviat Osi per soccorrore gli si profonto nitra occasiona cho su dat libanditi menato ait Aquila, ma scoperti seirono miti O so no tornli a casa. Asculanit,ersa la speraraza perchli comineid a patim do viveri cho ii dotio assedio su noli araeeolia, ali ultimo S'accordaro de staro a quello che volesso it o cost stolio sinchhni mandato in Napoli cho secero tanto che venno dat Ro, eho so lascias so comessava o non si lacesso altro, o cost ii Conte so no tornb in Abrurgo o is nostro gento a casa. Andrea Doria parti subito clis su Iovato i assodio a S. Pietre. Il Govornatoro stava di continuo molestando con Io gente convicini ea quella banda lonostro castella, ma poco guadagno. ci sacevano stare provvisti di cavalli e santi.
cho Gio. Mira e Martino da Citta di Penno si sacevano sontire. Scriveva di continuo al Papa ineitandolo a castigrero la cilla So bono ii nostro ambasciatoro stava a robatiore , tanto cho it Papa mandb signor Ercolo Bontivoglia con 400 uomini d'arme. Porvia dot Gualdo Noeora eald a Fano a Ii formatosi per ollo momi adunando tanti sono Venne a Macerata . pol satio campo a Chiaravalle, dove stetio otio altri giorni perta via di S. Genesio col Governatore, passh in Ascoli a vitiuvamiaro, o dato bonordine, mand5 a castimano cho la cilla vedendo it popolo vacillaro. lavsva lovatolo suo gento o nullo nostro castello flava a veilero it sino. Stava ii Conto un migliolontano d' kscoli o non in ova moto nossit no , nd anco Io gento dot Papa eontro luipere lid it M, michb la citia so ora remessa nolla sua protegiono ancorchh Astolso remanesse de mori secum, ineo saro cho se polosso godem to suo intrato: Da l altro eose che seco it Governatore in Ascoli volso chs so gli desse tuiti prigioni do' nostri quali ii manclava nolla recea d' Usimo por Sancto spa olo di quolla castellano onet passaro tra li confini di S. Genesio surono assaltati dalli parsenti cho a'erano p sti in aguato e li ritolsero. ma lo Spagnolo non volendo patim simile incontro somiso a soriro alla disperata o no seri atquanti . por il cho voltandosi addosso a Iulsu ueciso, o ii nolvito prigiono, cho pol rieon ciuio stalla citia su satis rilaseiaro ossendogli rincresciuis la morio dol gio per essem stato bonovolo dolia citia. It choin teso dat Governatore in collora pili cho mai, mandὼ che li prigioni so rostituissos cho se castigassa Ii dolinquenti; la citia so seusb cho erano stati ii loro parenti solio Ioi non it potova gastigaro sin quando a' intoso la venula det Sig. Ercole, scrisscta Milano at Dum cho gli concedosso sino a duaconis cavalli d'armo che gli su concesso 150 sotio Glando Casala, qualo arrivato in Roma a. la causa non Se Sa. credorsi per esserat dato sotis Ia protegiono dei M. so sermorono o pol finalmetite potorno indi atro. La citia avova ordinato Gio. Battista Morrone, qualo gli avova oti nuto u passo per Urbino e Pusaro sino in Ancona cho di qua pol con Ia scorta do'n stri, se lasse besognato se saria condolis nella citi ; Ia citia voleva detio aluto piu
243쪽
per ripularione elio per altro michli homini o armo sem pro is ne trovava, como inquesto tompo n'avova sopra a cento e cercava di disendorsi s non offendere; mando
aneo at Ru cho gli desse aiuto quale ei mando it Ilarono di Valentino, ma nongento, o da Milano mando di novo Piolro Bardono a Roma at Papa cho gli os-sservasse la promossa di rendorti it castollo o non sarti guorra ; ma it Papa do pili clava parola o saceva scrivero cho si lacesso alla peggio , cho ii detis oratoro assieme eon it Regio vedendo tanta instabilita so partiro o it Milanoso venulo nolla citis. olim te speso dei viagglo obbo cento scudi d oro . o ab ecatost con signor Ereolo liraccomando Ia citri. O il similo seco it Baron di Valentino. Questo su dom cho it signor Ereolo partito d Aseoli col campo ando alla volta eo Monto Fortino o presa quella terra cho non seeo disesa, suce prigione Sobastiano Paccarono Potesta, o it Cancellerocho era sermano, mi so volso at Gualdo e non potendo lare niento anilb a S. Angeloe ll bruciarono atquanto caso do fori. so no tornb a Chiaravallo o di it pol stava infestando te nostro castello che mea proda ci trovava. o te castello fluite di cavali ie santi. It signor. Ercois attoso a saro metiere gento insiems o mi ando assodiam laTorro di S. Patriaio. La citin in quosto montro mandb uno do Priori in Mogliano ctutis is castello muni da quella banda. o nella cilla in deputati duo per contradaassismo con Ramolio dolia Rovero a suo buono guardio o te neva Ia meta do cavallinet Ia citia. Comincib a eombattoro la Torro di S. Patri et io o statoci da sol giorni solevb, ando verso Mouis Granaro o gli su eonsegnato it bestiamo da quolli vieini Castolli nostri cho ravo vano mandati per conservarii, o anco duo pulti dolia citiacho flavano a scola. Pol andb alia Grotta Aretolina o I assedib. o mi so leub perelidso dolandovano bono: Andh in Allata o ci porto duo pegri d' artigitoria o quelli terrar-2ani con to donno se disesero tanto cho mi ammargoro sol uomini d'amie. o otio seriti: andorono verso Falo no, o pol se no torno in campo a Chiaravallo. Quelli di Monto Giudono con aluto datoli dalla citia ontromno in quel di Monto Giorgio o prefero csacchegiarno tutis it paeso loro cho si rinisaneoro de loro bestiami, traditoli o datoli in mano dei signor Ercole usci uis altra voltas passando alla Torro di S. Patri gio venno in Tenna o guasto un molino o pol ando a Monto Rubbianoe ho dalli parenti det Proposto surono accitati, o di it seco vonim gento d Ascoli o datis terro convicino B an-dava saccheggiando it passo guastando lo mulino da qitella handa cho pretia non ciera se non di stramo. ossendo la fine d'ottobro. La citia si defendova ma non volova offendere, o Asculani per ordino dol Ito non seco moto nossvno, mas accolid. questa volt a disso. per larga. Il signor Ercolo vadendo non saro cosa so parti alla volta dolia Grotta, Sorvigilano o Falerono, tornb al solito allogiamanto. La citia ordindmandaro a Roma Prospero Montano, Gio. Antonio Tabor, pol ii diseriva per non essem sicura randata. So miso mi a traitare con signor Ereolo o ci su mandato Conis Paccarono, andando dui o tro volto la comineio a pigliam con doni o presenti. Pu ordinato mandaro es Papa Prospero Montano. Giacomo Bongio, Polonio Gueriero. Brancadoro . o mi se Atava aspoliando ranno novo, o ci ora tempO.
Il Ro mandb un Bonodotis da Salerno at Papa a posta per Momonstre te cose delia citin cho assiemo con Pordinario negociasso. o di novo spodi ii Barono do Ualentino aI GOvernatora a signor Ercolo par similo negorio. Venno il in Abrugetot anno seguonis o su visitato dalia citia. Ci mandb Battista Euffroducto o Prosporo Mo Lano a donarii argenterio per se. 200 d'oro. Il Barona di Ualentino cost concertaro per letters dolii Oratori in Roma col Govornators o it signor Ereolo clis a runo o Paltro claparte det suo Ro cho da qui in pol andaro sempro pili morbidi so rostrinsero se Iχcitia volova pagaro se. vonticinque mila gli sarebbo restituito S. Distro, Monte Fo
244쪽
tino, pordonato tutio ii passalo. so potesse lare la recca a S. Die tro o non si pagassct niento prima ch so consignasso lo terro, so desso sol oslami da tonarsi dat signor Ereolo presso di Iui nnelth voiiisso la consorma di Roma. Fu accordalo o soli seritio d'ambo te parti stiro consignati gli osiami clio sumno Giaeomo Guerroro, Giuliodo Nieolo Bracono. Dionisio d'Anton Sinimmo, Paccarono di Giacomo. Gio. Battista Mormno . Giaeomo Filippo Vulputio clis dalia citia gli sumno assognato bono provisioni per staro onorat amento, o eost se locentit, bona parte dolio ponte forastiora. Furono prosi a Servigilano duo figli di Bolardino Falconoro dalla cilla. Per efforo dellacitia amico sum relaseiati. Si mando por la eonforma a Roma Prospero Montano . Giammo Bongio. Polonio Guerram o Brancadoro o pol per sollecitaro ii conio Pae-
Il signor Ercolo mandi , ii suo Segrotario por la conserma at Papa, o desta cilla conto Paccarons; ma su trovalo it Papa che non volse conformaro, dicono por esserit satis una reprensiono dalli Ambaseiatori doli' Imperatoro . spagna o Portogallo clienon lacesso altro cho acquisio da cavaro donari por via locita e non Iecita, o cosi nilicenZiato P Rinbasciatore con promessa cho per aliora se stosso nolli termini chostava o che non se innovasso cosa aleuna. Tornando ii nostri s' incontra a Spoleticon it Sogrotario dot Governatoro dolia Marea che andava ad insistoro cha non se lacesso raecordo, o mandb a S. Genesio uno a posta por avulsarii dolia loro venuinclis messost in aguato nollo montagno di Sarnano ii assatirono, quali vellendosi allasprovista assat tali se but torono per un preeipigio pleno di. nove e cosi scam paronocho quelli di Sarnano I accompagnarono in loco securo. Furono prosi ii cavalli o rob da quelli di San Genesio. quali a modo di troseo ontro no dentro a San Genesio. emi usciti di nuovo in quollo dot Gualdo prodando quanto incontrarono . o levato ilrumora co coris anco Giovanno Mira con tronta cavalli. non ancora licengiatosi odandoli sopra atri inproviso ne ammargarono lsi o ns proscro vonii duo, seriti assai: o ritolsero la preda nella qualo tanto si gloriavano. La citi 1 no soco querela in corteoel Govornatoro . qualo ordinb cho so mandasso dui cittadini o lui ci avrobbs mandato un commissario, cho da' nostri mandato uia di preciso, Iui non mandb. Εssendo satia di nuovo querela rispost eho lacosse la natura; la citia ricorsa a Roma e non obbo niente; al nno mandb ii Commissario quale seco una trogua por dui mesi. Delmoso di margo volano it Ito in Abrueto o non como su di sopra scritio o gli su mandato Gio. Fogliano, Giacomo Braneadoro o Francoseo di Leonardo con 300 seudi de argentario. Di maggio traitando per metro dolii protottori Cardinali Soneso Savollio Cotonna con it Papa so dies intondoro cho volova cho la ei ita pagasso 20 mila ducati songa u Castello San Piotro, altrimonii protostava mandaro contro Giulio Ursino e Giovanni Carvamalo Spagnolo, cho con 400 eavalli flava in quoi di Viterbo. o la citia non volso Meettare. Mando a Napoli Francosco di Loonardo por aluto . quale mandb un Gregorio da Citta di Penno nolla citia cho non dubitasse do nientecho tui avendo bisogno gli avrebbo soccorsi. It cardinias do Siena mando nolla citia it Vos το di Mona a consoriarii atra cordo per suo me2go; su concluso de pagare otio mila ducati quali a sitati sengail castollo. ii Papa eho avova dotis di sarto non volso sotioserivere, ma seco ripi-gliam di volero ii primo partito do 25 milia ; ma porchli se ne accorso it Governam
245쪽
toro ci mando meaZo ii Castello a progars o fgridaro tu Roma: replico cho voleVadieci milia o cho con poco di tompo gli volova anco rondero ii Castello, che vedeiido tanto mutagioni noI Papa, la citia non no volse. La eitta mando at M Ludovico Felica dot Papa a rallograrsi per la naseita dei suo figlio maschio, o donato I 50 scudid oro per lo lasco o 25 at Sogrotario. o passando por marino parib M signoro Fabrigio colonua I er gento, ii ualo gli promiso mandaro ii signoro Giulio e MuZio Cotonnacon l50 cavalli che si trovava a Todi, subito sarobbo alia citia in aluis e che anco ilsignore Prospero Sarobbo vo nuto con 400 altri cavatii bisognando. So mosso it signoro Mugio o venno sino a Camorino. ma non su satio ventro pili innaneti perchli it Papa rivoch l ordino dato at signoro Ercola o so miso do novo in traitato. M signore Murio su satin presenti d orgo e altro gentilorete. Dei mose di giugno seco it signoro Ercolo intondero cho it Papa volova 10 milia ducati altrimenti so protestava la guerra, ola ei ita mando per aluto a Cario d'Aragona. vi cery d'Abruto . ma bisogno mandaro at Ito Francosco do Gioannurio det Foco. Alidoro Stabile a colonnesi. Eolo reportb cholarebbo col Papa e por muggo dei suo Oratoro cho as roducesso it Papa a otis milia, ma non volso it Ro cho se accut Lasso o disse volero cho it Papa calasso a sei; saria Seguito so non succedova coso cho inutb ranimo det Papa, porchli det moso d'agosto Ludovico Ilo di Francia collegato col Papa o Vonogiani mosso guerra a Ludovico Ducadi Milano o maudato suo Generale Gio. Giacomo Trivulgio com incio a gueroggiam dila dat Po con I'esercito dei Duea, quale per disordino avendo avulo una rotta uel pas
porbi in chiamd in Roma ii signoro Ereolo o lui se motio Girolamo Agrolino por vodorod accomodaro te differento, ma trovd ii Papa cho volova 50 mila Reudi di pona, porii cho la eitt1 mando Francesco di Leonardo es M per aluto , qualo mandb it Barondo Valentiano di novo nolla Marca at signoro Ercolo tornato da Roma, cho non si incesso nossvn motio, o li suoi oratori in Roma a traitare col Palia. La citia mandbdi novo at M por aluio Balista Eusroductio. It cardinato Ursino avanti cho partisse di Roma meo intondero a Girolamo AZZ lino cho so la eitta voleva paco col Papa go valesso di tui o non η'altri porchh glisarebbo tornato conto, it che in teso nulla citta a lui so recorse. Gio. Antonio Eustodueeio Potosta a Citia di castello, Pier Marino Braneadoro a Noreia, Gio. Marino Argolico a Termini, capitano Fabrigio Beliramo a cascia. conto Aeeto coci di Napoli per capitano d'una compagnia do cavalli.
Anno dol Giubilis a Roma. Α di 15 genuato su satio Paceordo col Papa per meZZodol cardinato Ursino per I 5 mila ducati d oro, non ostanto che re Fedorigo mandasso Comissario Antonello Sorsalo cho so accortasso di pagare 20 mila clueati per vodero ilPapa tanto in stanto. Dopo I accordo torno Girolamo Agrolino quato risori cho somandasso oratori a rondoro obodieneta at Papa, cho in fino di margo Iurono mandati Prospero Montano, Girolamo Agrolino, Giacomo Brancadoro cho ni no bene visti oportarono donari a conto deI pagameuto. mpo surono mandati Gio. Fogliano, Al- sonso Artolino a Sarnano o alia Mandola por accordare quelle duo terre, quali paci- flearono. Fu mandato anco Modoro Stabiis a Milano at Duea Ludovico Ssoreta poravero riaequi statoIil suo stato. In questo tempo li morusciti di Monto Fortivo una
246쪽
ANNALI DI PERMO D'AUTORE ANONIMO
notio prosero dotta terra e raeciamno li loro nomici. Tornorono li oratori da Romaeol brovo della reintegrariono di Monto Fortino , qualo portarono at Governatoro delia Marea: non volso ob diro, ma mandb un Comissario a Monte Fortino o cominetb amolestaro 1i torraggani amici do' Firmani, o venna a talo che soco serivero a diversicol sigillo det comuno in Aseoli cho venissero clis volava darii dotia terra o mandon Roma a reclamaro contro Firmani.
Dol meso di giugno venno 40o Asculani contro Firmani o volsoro pigilaro dolia torra col lavoro dei comissario o Potesta: surono ributiati da poetii uomini. o lo donno laesero piu disosa : il Potosta o comissario sugirono. La citra ci mandb santi di naseosto, mandb pili volto Oratori ai Govornators quais mai Volso darii ii possesso , angi una volta sdognato gli mosirb una lotiora dot Sogrotario dot ripa cho la monte det Papa era cho non gli si desse. ma cho lacesse quanto potesso e persequitasso gli amicido Formani. o di pili gli elitariva l'animo cho so millo brevi gli mostrasse, mai tui gliavrobbo obodito. La citia manilli Gentilo Nobile a Roma qualo con Proteitori s or tori dol Ro: ottonno snal monte di nuovo un brevo cho la citia s'andasso da sh aprondors il datio possosso. It Govornatore in tanto ando a Monio Fortino a perseguitam, processara detii torraggani, ma lui non Volso alloggiare dentro mai. ma flava alta Mandola o li prigionavano o sacova quanto potevano. Mentro stava sacendo dotiscoso li venno Ia nova clis la citi 1 avova anto dotio brovo. so parti sdognato e torno a Macerata. La citi1 mandb otio citi ini a prendero ii possesso cho surono ric vuticon grando allegre22a. La citia sece sare bandi cho so cavava tuiti procossi gino aqvel giorno per saro paco di toro . cho quelli grano suori tornassero o da quatim in sol pol tuiti tornarono. La citia mandb ii Potesta clio su Alsonso Argolino: inquesto tempo it Duca valentino gueregiava in Romagna, o Ia citia su necessi lauamandaro 300 santi O eonto guastatori, o in ultimo Gentilo de Nobila con donari dolresto di II mila ducati, che bisogno pagarii tuiti questo anno, o it cardinals Ursino presth millo ducati do suoi s anco la sua argenteria per pegno a' hanehistri in Roma. Ereolo Bentivogli stava col Valentino o mandb ii suo segrotario como Ini Voleva mandaro sua moglio ad abitarct a Formo: la citia gli mando a diro eho gli averoh
donato una casa volendo venire, ma porchh mi restasse non so. Conto Paccarono
su mandato a Napoli oratoro at Ro o mi a Roma a colonnesi por gli assari dolia cill1. In questo tempo Pietro Gualtierono su Potesta di Norcia o Fabrigio Baltramo C pilano in detin citia.
II Cardinato di Salerno vonno Legato della Marca o mono suo locotonento ilVescovo d Assisi: Ia citia mando oratori a visitario o prosentario Gio. Fogliano oGiaeomo Bran adoro. In detis tempo passb per la Marea alia volta di Napoli la gina d' Ungaria, la signora Beatrico d'Aragona, s il locotononis raccompagno persino a Tronto e la citia ii se lo sposo o presontolla per tutio ii suo territorio. Vennole reppresulio alla citia por la saluea indebitamento. De magno di Florenta venno I'oloetions det Potesta, o la eiit1 nomino Girolamo Agrolino, su satis it capitolo gonorato a s. Αgostino la Pentecosto, it Papa manebun Giubileo per ii quato su gran gento della Marea. Fu mandata Girolamo Argolino a sodaro lo discordio fra Monto Rubbiano o Monte Flore, o portali non Ie pora acco claro seeo daro seeurta di non offendero.
247쪽
In quos to tempo Oliverotto si sece vedero nella Marea dom I aroechi anni eon lagonio do Vitelloggo Vitelli; dotis una saelioggiata alia villa clo Casalecellio dei signor di Camerino, qualo mando alla citia a dolersi elis tot mostro commessione doavero eid satio ad istaneta dei Duca Valentino. In questo tempo Ii soraselli di Monto Fortino con aluto di Asculani comineiorono a molestato quella terra per la qualo lacitia mando cinquanta tanti per guardia. Dei meso do novembro ii cardinato di Siona nostro vescovo IR Venno nolla citias dom avem satis divorse paci Da eiit adini parit o Girolamo Artolino rendo per Potesta a Florenta dovo era stato collaterato Fabrihio di Vagnorgo nostro citin lino monato da Altiorio Leoncollo da spoloto Potesta: ni mandato Girolamo Berinechino oratoro a Roma per Io lasso de secretario. e anco per una nova collet a cho mando commissario Nicolli Gigorto da Fossombrone, de duo ca lini a s o o lo decimo do iusti li ostigii. Nel fina deis anno venite la genio dei Duca Valentino a svornaro nella Marca. Da quali vi venno Oliverotio.
Olivomito Eumduceio do po la guerra d Asculani andb a serviro ii signor P loo Camillo Vitelli in diversi luoghi e sempro con maggioro condolla, o particolarmente con Florentini cho it signor molo como Capitano gonorato coiitro Pisani cho lanno assediata quella citia: ma perclid non la proso in imputato di tradimento, tornato a Florenta illi su lagitata la testa: tra quolli prest uno su Oliverotto cho su mos soprigiona. s Ia citia serisso leti ero di favore, per cib su relassato o restituitogliquanto gli ora tolto. Torno a Citta di Castello da Vitelogro. qualo per Ia morte delmatello, si miso dalla parto de Pisani contro Florontini o por duo anni gli seco
guerra crudolo cho sum pro Oliverotto so ci trovo, o sta'primi tui ora uno. L'anno passato se missi a Serviro ii Duca Valentino e so no venno nolla Marea a svornamo arrivato nolla citi 1 alii 2 gon nato con una handa do' cavalli o tanti subito rando a visitaro Fogliano suo Zio, Rallacio della Rovero, Giacomo Bongio, Pier Lo nardo Paccarone, Pier Ludovico det Papa dello Piorpossente, o Pietro Gualtierone. quali subito li laeo strangolaro o pol buttaro in certo suo cantino Sotteraneo o micon la gento uset mori gritiando . Ammageta tiranni v e cost so impatroni delia eitici. Alla porta di S. Francesco incontrando Gio. Batta. Paccarono d'anni dodiei, figlio cli Pior Loonardo Paccarono. lo suco am margaro. duo putii di Rasaello Sopradotio. uno a capo di piareta it seco bullaro dat lo fluestro, uno cho lo lenova in braccio sua madro in casa. o altro delia plebo. Pol seco moti ero privione Gio. Francosco Assalti con Marco e Loreneto suoi figlioli, quali bisogno pagare quatim mila ocinquocento ducati se volsero uscire, a Gentilo do Nobilo cho stava a Mogliano incondolo venire su la sua parota di la da Tonna a S. Maria Glacoma lo laesamargaro. Pier Sante Sempronio, Giulio servanni Bracono seco uecidere, dopo Vin- coneto do Giacomo Bongio stato occulto. trovato, in satis morire. Avendo spaventatola citia per similo scolorategra chlamato it Consegito si soco claro libera meoltA do potero sars a suo modo per ii che muto ii governo, seco dodoci Govornatori quali per uti anno polossero governare la citia con questo cho tui susso superiore o non si lacesse niento seneta lui e in sua assen ga quelli di sua casa. I Priori gli eassb oei agglunso it Gonsaloniero di giustiria, ma senta sar nulla. So com incio a saro cons scare tuiti li bovi delli amazgati, ma Ia roba di Gio. Battista Freliano su donata a Iul.
248쪽
per confvito pulilico a bandiro diversi che orano sumit i. massiino li figli delli amaretati: lui poro se seco una guardia do stipendiali o comincid ii palagro a capo a Plarga dovo stavan ii Frati dolii Apostoli mandandoli a S. croce, comincio a volere ritare ii Gi-rono a comineio a redificario. Mando a Roma Hieronimo Montano at Papa dantioli eouto elio tui aveva liberata la citin do mano do tiranni o cho tui la lenova a sua obodionga o anco a tuui ii signori Ursini como suoi patroni, o pol Gio. Anton Eusi duceio porclid in Roma non era intesa secondo it suo volere , o pol Alsonso Argolino, Apolonio Guerrero. Piermarino Brancadoro quali ii altri sopradetii con lavori do signori Ursini li su ammessa la scusa con avem anco mandato a donaro a diversidi corio: mandi, subito a venezia Francesco di Leonardo a compraro arme e ris olere donari do Gio. Fogliano como suo oredo ed anco a trovare signor Bartoloni meo Alviano ad offeririi per sua la Citta; ma arrivato a Sonigaglia la mostlio dei Duea d Urbinoia seeo metiero in roma solio protesto cho avendo satis moriro Rassaolo suo parento voleva Io suo robbo. Dopo si miso a sars sciolia de millo sanit det Stato o armo doeento cavalli con bellissimo livree, o se mise ad osoreitarii di eontinuo o lui anubeon dotti soldati a S. Claudio dovo sece una superba mostra, pol si misi a ma claro alla volta eo camorino o cominetb a sar guerra a dotio signoro o molestario prondendo dolio suo castello di mano in mano Bnchh arivb il signor Vitellorro chevorano con I altro suo gente, o assediorono camerino nol quale it signor Giulio si ora sorti 1lcato cho par spagio do duo mosi so diseso donteo allo mura che pocho volto volsousciro suori. Dol meso d'agosto venno ii Duea Valentino con resto dolrosorcito qualovedendo non potero resistere dopo avero per la fama passato gran disagi si rose concondietioni, cho tui con suoi potesso u scire salvo, ma non gli su osservato perchhm satio prigione assiemo eon duo fglioli o mi satio morire. Preso Camerino surisciato per Governatore it Veseovo de Isernia, et a Oliverotto in data remunerarions dat Duca Valentino como causa princiliato detracquisio di detin citia. Fu Commissario dello gento di dolia citia Gio. Battis in Morrono. Li contadini di Camorino dopo Ia guerra lacero at Govornatoro instaneta cho gli fossoro restituitu lo bastis tolla in guerra. mali nostri non volsero, como proso giustamento ; su mandato duo voltis uictronimo Mon-dano per simile conto cho it Governatore voleva che so rondesse. Li uomini det C. di Giovo, una notis secoro scorrepta in quel di S. Angelo o Mogliano o mon rono conto bostio grosso: per ii che levato romoro in quelli Castelli raggiunsoro letti prodatori s ne seri rono parecchi o no prefero otio, eho surono messi prigioni. ma non potero giungero is bostis mandato innaneti.
Fu mandato a Roma Molchiorro Stabilo per ii miti della citia. It Duca Valentinoandato verso Florenga, la Volso prendero , o dopo la guerra principiata su satio levare dat Ro di Francia Gio. Maria da Varano cho innanai alla guerra era stato mandato dat padro a Vonoetia; do otiobro con Paluto dei Dum d Urbino, signor do Matolica, signor Iulio Cotonna suo cognato riproso lo Stato, o Ia citia ci mando it Conto Paceamno ascusarsi s rallograrat con tui det segulis o suaecordato lo disseronto dello hostis. cho tutio bestio durante fosso leeito alli patroni recomptario per il medesimo progro choerano state venduin o lo prese dopo so rostituisso oratis, o eost surono laseiati liprigioni. In questo tempo Oliverotto seco sabbricaro at porto una susta per costo iapo ilmare o la mise in ordino. Piorsanto Evangelista bandito dat detto, su proso in maro mentro da Senogaglia se no passava dat Marcheso de Bitonis per una lega satintra loro con it signor de Camerino cho volova molestare oliverotio come tiranno cru- dolo : menato alia citia sattoli consessare it traitato in satio appiccaro in piareta.
249쪽
Hieronimo Αtolino tornato dalia Pro iura di Florenta su satio moriro assismo con M. Paulo Tabor, in un convito dandogli it volono. Olivo tio vorso il nno doli anno somiso ali' assodio di Sonoga glia dous stet to tui in capite o per accordo la prese. AInno qui si soco vontro la susta cho per maro molestava detin citia. Dopo la prosa doSinomalia se mise alla volta do camerino per aequi staria cho d' ogni banda socominoid assediaria. Fra tanto ii Duea Valentino ando a visitaro it Ilo di Francia αMilano o Paccompa d nno a Genova o li prese sospetio cho non Io volesse sam pri giono: di notio so no parti o nndb a Ferrara at Duca Alsonso suo cognato, o perchhil Ro di Franeia avvisb ii Cardinals Ursino cho it valentino cercava di sarii moriro per farsi patrona assoluto, it Duca di Gravina con li altri cho soguitavano detis Duca cominciorono a sarti gitorra e li Deo rebellare atquanto torro in Roma a. ma per pa- cincarsi, salti novi patii se ne venno assiemo nolla Marca, dovo arrivati a Sinig glia it Dum ontrato dentro con li suoi Spagnoli o satu sntraro detii Ursini eon Vitol-loato o Olivetotto quale se protesib con dotii Signori cho non ci ontrassero, ii ponultimo morno di decembro It secoro primoni, o Vitelloeteto o Oliverolio surono subito saltistrangolaro. Gli Ursini dirono monati a Perugia o li avendo nova cho era stato presoli cardinals Ursino gli socoro moriro, la mattina subito laee svalinare ii soldati do Vitellorro o di Olivorotto, quali no morsoro in quella suria cla I 0. Paltri spersi e saltiprigioni por la Marea. cho pol surono tulti salti lasciam, o tornarono a casa. Hieronimo Bortaechino Potesta a Cascia. In dotio anno su grando carestia clis ilgrano valse sol norini Ia soma. Vonne Legato della Marea Alossandro Farnoso cardinato , o Ia citia it mandb a visitare. Li nomi dolii govornatori per la contrada Castello Gio. Battista Morrono o Gi como do Marco: per la contrada do Pila Alossandro di Nicold Paccarono di Giacomo: contrada S. Martino Gio. Anton Eulasduecto o Piorogo Marchosi; contrada Florenga, Giaeomo Branoadoro Bon Francosco di Ludovico; contrada S. Bartolomoo Ercolo Aceto. Dionisio do Anton Paccarone, contrada Campolege Prospero Montano, Fran
L'assedio o prosa di Senigaglia o do Fano la seco olivomito con to suo genio, quando su seoperto cho it Duca Valentino gli volova saro moriro, tuiti gli Ursinistavano in Roma a a levarii Io terre che sinuan per lui, ma aecordatisi di novo. stirono strangolati como si h dotio.
Arrivata la nova it primo di genu Aio. la citia so misa in armo o tuiti gli Εuis ducet suggirono via, o M. colantia do Oddi messi ii sui figlioli in una soma fingendodo ossam altro robo, li mando a Porugia. Li Priori subito secoro indossare Parmo. miso ordino do assastars la citia, qualo mandb da Legato at Duca Valentino Oratori conte Paccarono, Francesco di Leonardo a ringrariario cha avesse liberata Ia citiadalus mani di si crudelo tiranno. ma prima clis partissem arrivb da Macerata commissario Giulio Gonsi a da Monto Puleiano, o dat Duca VHontino vinceneto cal- mota, quali subito profero ii possesso dello robbo di Oliverotis e sequestra noin casa, mi so misero a reformaro la citia quale assiemo con li commissari secero una adunanta eo citiadini o rimosforo citiadini nol numero ordinario: do piu misero sessanta homini dolio Stato a socero do datu homini duo contrado do' piu. una do S. S vino protet toro dolia eitta e raltra di S. Silvestro per ossors in quot glomo liborata
250쪽
la eitia dalia tiranitido di Oliverotto, inlchh de' Priori Ogni volta so cavava otio, o lial tri secondo it solito at costumo antico. Fecero tornare ii citiadini bandi ii da Oliv rouo, o altri ordini boni, inrnarono li Oratori dat Duca quali otten noro ogni eosacho gli domandarono, volso cho go inandassero a Rotna Oratori al Papa; venne allasino di gennato it Legato nolla citia o volso clis gli si domo in mano tutis Io ro cho dolio castello. promotiundo che lacando l' obbodionga l' avo robbo rostituito intermino Cotto giorni, cho la citia obedi subito; volso anco cho gli so dosso lo terre instaneta dolio causo o altro coso contrario alla liberta dolia citta cho por essero r masta stat tuta, Ogni e a li concosso: laeo pacificaro li citiailini o pol parti o lascibit Locotenente cho governasso, qualo governava la citia a suo modo o li cit ladini non stavano por nulla. Era Loeotonento per ii Logato nella citia it Vascovo Ferentino evenendo novo commissario dei Duca Valentino il eonte Giaeomo Nardino da Forti, homo molis destro: oprb tanto, cho li cilicidini olossero per signore it Duca a costvolova it Papa ehe se sacesse. II primo di de magio in eonseglio su gridato per Signoro ii Duca Valentino o dato it governo a dolio conte Giacomo so bene seco resistoneta nuchli non venisso ordino da Roma Mi dous il Duca dopo la moris di deiti Signori con l'esercito so invid vorso Camerino qualo la proso dopo atquanti giorni ii Legalo. It Duca d'Urbino ancor tui suggi do novo a Venogia, it Duca ando alla volta dolio torro d'Ursini, qualo dom diverse maini lo proso quasi tutio eccotto Petigliano choli Signori Venoetiani mandarono a minacciare deito Duca cho non molestasse lo torro didotio loro concluttiero e se redusso in Roma. La citia mando Conio Paccarono o Pr sporo Montano Oratori es Papa a chiedere detis Signoro quato su concesso. De luglio venns it breve deI Papa cho consermava quanto s'era satio, o anco una indulgeneta plenaria ii di delΓAssvngiono della Madonna. Ci constitviva ii dotis conte Giacomo per goVornatoro quale miso in asscito lo coso sconquassato dolia citia o su satio consigito so Ia citist so contentava che so redissuasso it Girone, qualo su remesso ni Papa; sum mandati Troilo Paccarono e Molchiorro Stabile per finire de assostaro te coso dellacitia. e tornamno li primi oratori e anco Prospero Montano de proprio moto det Papa, in satio Potest fi de Torni, Ricti e Amoria: osseudo grando carestia la citia socepartito con mercanti cho Io condus sero do Sicilia o ue deite alis terre amielio quanto
Dol moso di iuglio comincio Ia peste dentro la citia per la qualo sugirono quasi tuiti suora, o it Magistrato se redusse a Monte intone o do la so sacova la spedietione. In principio d agosto mando it Papa cho so chiam asse in Signoro Roderico Borgianglio della Signora Lucreata stalla citia por Signoro, ma perehδ sta tanto venno Ianova della moris dot Papa non su satio altro. La morte det Papa dicono cho avendo eonvitato divorsi cardinali ricchi, nol convito dovovano ossore avvolonati, cho in duenaselli messi dat botlimiam da banda sutono dati ai Papa o Duca in scambio, ecosi ii Papa per essem Vecchio durb poco, ma it Duca per ossero giovano a coarimodii scamph. Fu a di is a sto sparsa la nuova dolia morte det Papa. la citia seeo assediare tutio lo roccho cho stavano in mano de forastiori, quali trovandosi sprovvisit lo refero, eccotto quolla di Mogliano cho bisogrib combattoro atquanti morni, cho pol soa sero te duo roeche d'a equaviva, da teragetani surono buttato a terra. comincid mili banditi di diverso torro a saro danni per il paoso o venno a talo cho con l' intelligonia do' banditi dolia citi 1 ontrarono dentro non curando di peste, cominciarono a sachegnare o perchδ vi era pochi citrudini non ebbero ost inolo cho solo G como
Braneadoro Volendo sara tosta con reprenderii. su ammaggato. Inviata la nova a