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it DISCORSO I. SULLA NOV. 18.gi Romane not oi serviamo it comando si , non mai la ragion dei comando . Onde io diret , elisii costume di render ragion delle Leggi s' introdusse , allorchὸ ii Senato facea te Leggi proposte, e persuase Principis Oratione. ciuesti perbsono miei peusi eri e conjetture, che han bisognodi spiegarione , e di proua , come forse sero in altro mio discorto lulla Nov. 1 di Leone : Ω- pendo benisVmo . che mi ii possono opporre letaggi divine positive date agit Ebret , e l' uso eostante di tanti secoli , e percib ho detto , chepid tempo bisogna a tanta lite .. Veni amo alia nostra Nov. 18. Era it tςmpo di Carnevale , e
subito P Imperatrice , it Patri arca , e Leone glidictro che racconrasse ii pranso. Incomincib ilMaggiordomo: Abbiamo auuta una saporosissima
Euppa condita da un cuoco France se ; dopo un ec- .cellente arrosto fatio da un cuoco Tedesco. Seguitis, pol a narrare t 'stre portate deli'ultimo buon gusto apparecchiate da un cuoco Persiano, e conchiu secosi : Eravamo gia saetj e stanchi tuiti , quando comparuero sei dilicatissimi sangninacci regalatida . . . Inorridi a queli'in Austo nome it Patriar-ca , e interrompendolo , sanguinacci, gridd, sanguinacci l Possare ii Mondol Sanguinacci L Sap te voi, Sign. Mastro di casia, che questo Eun cibo vietato dati a Santa Scr itura , e da' Canoni ' Comeva quella faccenda , Monsigno te, disse I'Imper
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trice t E' vero , ripiglib l'Imperadore , che neti' antica legge si vieta agit Ebrei l' uso dei sangue solio pena della morte , e delia diseraria di Dio; ma chi non sa , che questa insieme con tulte lestre cerimoniali ossovanae, e giudietiali degli Ebrei non obbliga i Fedeli nella nuova alleanza ὶ esebbene net Concilio Gero limitano si ordin5 lostesso nondimeno questa fu una legge a tempoed economica, sella dagii Apostoli per Ar portare uia medesimo glogo a tutu , ed evitar lo scandalo , che potea nascere tra i Giudei , e i Gentili convertiti. Cessato dunque ii fine cessa ancora la Legge ; questo fa it sentiri lato dei dotio Vesecivo Agostino si). E in Diti in tu ite quasile Chiese Greche , e Latine questo Canone pili non si osserva. Mi perdoni V. M. . Aggiun eluito zelo it Pretito : questa e una Legge fon- data stilla Natura, ed ha per oggetro una ra-gion permanente : onde siccome obbligava gli E- hui, come Legge positiva, obblighereb .ancor
i Cristiani , come Legge , ancorchὰ non sos Iestata dagii Apostoli consermata . Nἡ i' autorita diuia Africano deve ser molio peso ad uia Greco :Nὰ uia abuso , che ha bisogno di riparo , pubderogare alle massime di natura , da cui ci si vieta l' empirci ii ventre di sangue . Monsignore, disia i Imperatrice , badate bene a quel, chedite ; che se ii sere entrare ii sangue net corpoE vietato dalla Natuta , tulte te Donne commetieranno un peccato contra Natura, aliorchὰ fanno Ha uso
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uso dei matrimonio. Appunto, Madama, Ie ri-spose it Patriarca , perchε il sangue e destinato dalla natura alia grande opra della generaetione , non E permesso it convertirio in altro uso. Leg-
omnis anima ex vobis non comerit sanguinem, nec lex advenis , qui peregrinantur apud vos . . Anima nimirum omnis carnis est in sanguine . . Et ego dedi /ilium vobis, ut super abare in eo expietis pi o animabus ve siris, s sanguis pro anima piaculo si Di queste due ragioni comechὸ la seconda riguar- dando definitamen te gli Ebret , e i Sagri fiaj cruenti , non abbia luogo nel nuovo patin , in cuiui ε il solo incruento Sagri fietio : la prima peroche riconosce t origine sua dalla natura , non 8 celsaeta ancora , nε pud cessare , se non se colla natura medesima . Potchὁ s; la ragion , per cui si vieta it sangue agit Ebrei , ὀ perch8 l 'animadi tuita la carne d net sangue : o diciamo , che qui si parta de' soli Bruti, e per anima s'intenε de la loro vita a e aliora sera una crudelia sem-pre, e in Ogni tempo contraria alia natura , tolliere , e mangiar la vita di uia animale , comeo stesse S. Agostino consessi Σ), O dici amo, cometo sostengo, e come da tutu s'interpetra 3), chequi si patia degli Vomini , ie de 'Bruti, inlchὸ ilmangiar il sangue sia is stello, che man*ur Pani-
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lora hi gner, pur dire , che sa) o l' anima degli Ebrei non era, come quella de' Cristiani : o chequesta Legge siccome odbligava gli Ebrei , inquanto aveano anima, cloe in quanto erano uomini, obbligava ancora i Cristiani, in quanto hanno la stella anima , cioὰ in quanto sono eguaimente uomini, come to erano gli Ebres. L Itirperatesce , che come moglie di un Filososo, volea par-lare' anche ella di Filosofia, disse r Mon signore , i diret , che siccome vi sono tre sorte di corpi , Plante, Bruti, ed Uomini , di cui uno εpili nobile deli' altro , cosi vi siano tre sorte dianime ; talche te Piante abbiano la sola anima vegetativa ; i Bruti abbiano due anime , vegetativa, e sensitiva : gli Vomini abbiano tre anime, vegetativa, sensitiva. e discorsiva sue . No , Madama rispose it Prelato a perchὰ ἡ definito ne Concilj contra it sentimento de' Manichei, che neti' omo si deve ammettere via' anima sola , da cui dipendano tutae te nostre funetioni. Circa pol lasostaneta di quest' anima , se la sola umana ragione consulteremo , niente pub dimostrarii della sua immortalita, ed immaterialit . Se alia rive-
39 Queito su ii sentimento di Ohamo e de' Maia
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larioi Ie ricorreremo , niente agit Ebrei su rivelato su questo . Tra i Cristiani l 'immaterialita deli' anima e un Problema , comeclie certissma , e
definitiva ne sia i 'immortalita . Quindi ἡ, che senoi vogliam dar luogo ait' autoriti di molli dot-tissimi Padri, e ali' opinione da quasi tuiti i nostri Greci ammessa si , dobbiamo dire, che t anima. sa materiale, e che in niente distingua si dat anima de' bruti, suorchὰ nella sottigii eZeta, e neti 'immortalita si in . S. Ireneo s3ὶ , Origene , Tertulliano λὶ, Gaiano s), S.Ilario s6) espressimente Passeri rono. Giustino Martire, Clemente Aleslindrino s7ὶ, e multis imi de PP.Greci, e Latini 8ὶ vogitono gli Angeli, corporei , e innamorati delle belle Donne . Granvantagetio dei nostro sesso'. rip tib l 'Imperatrice : che gli uomini faccian per.noi te paetate , non ἡ meravi glia , non avendo etsi in terra oggetto piu amabile di noi : ma che gli Angeli av- verri ad idee pili sublimi, e serprendenti , non
possino contenerii di amarci, E per noi una adulagione cosi lusinglitera , che tuite te Donnadebbono creder l'anima mortale , per non per-
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credere ii contrario per non avere negli amori
nostri cosi belli, e potenti Rivali , come son gli Angeli : nὰ io so capite, eome Venne in testa aqueiti SS. PP. di farci simili alle bestie. Angi a-veano ben ragione, ripiglid i 'Imperadore, di concredere questi senti uomini ; giacche cost 'intemente fanno i anima mortale tuiti i miei Filosofi, si)gli Stoici , i Peripatetici, gli Epicurei, Talete , Anastigora, Clearco : anes Empedocle , e Critia determinatamente dissero ii sangue effer i ' anima; Vi gilio asseri lo stasse , dicendo Σ): Purpuream vo-mit ille animam : dove Servio spiega : Secundum eos, qui animam sanguinem dicunt 3). Galeno gran Medico, e gran Filo B dice , che I ' anima o ἡil sangue : o e net sangue . E siccome I autorii di Nosῆ, e di Galeno me la fan credere riposta nel singuer nunque , disse Stigliano , biso-gna dir, che Mosὁ su uni gran Galenta, . Anri ultosto , risesse i In ratrice , dee dirsi , che Galeno parib alta Mosaica. I 'Arcivescovo riplu
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olire alia ragion naturale , se cui ἡ sondato ildivieto , io ri fletio ancora , che tre cose ivi sileggono proibite: Ut abstineatis vos ab immolatis simulacrorum , sanguine , fuscato , fornicatione. Se questa dunque sosse stata una JUge a tempo , la fornicarione serebia da per- mettersi. ; ma siccome la fornicazione ἡ sem previetata, perchὸ sempre contraria alia natura; cosii singuinacci Aran sem pre proibiti , perchὰ alia natura ripugnano . Degi' Idolotiti, potrei dimo-srare , cse anche per sem pre sdron vietati ; maper esset breve baster ii dire , che it gran Giro-lamo si , it Vescovo d'Ippona Σὶ , Leone it Grande is), ed altri Passermano. Ma checchὰ sadi ciis e costante i 'astinenga dei sangue essere stata rigo- rosamente inculcata in Ogni necolo. Nel primo se- colo abbiamo it Canone Apostolico risei ito da SI cat ): net secondo secolo res pio della S. Martir Biblide. presse Eusebio sue e net tereto secolo Tertulliana ci se sapere, che i Gentili per prevaricari Cristiani, ii ponevano avanti de' preaiosi sangui- mcci μ): nel quarto secolo s legge ii canone a.dei Concilio Gangrese contra it sangue 7ὶ: net quim
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to secolo S. Girolamo si attesta, che thstinenza delsangue otarvavasi costantemente nella Chiesi Romana , non che in tuite te orientali : net festo secolo abbiamo it canone xo. det Concilio II. di Orieans si): net selli mo seeo lo abbiamo it canone 69. dei nostro Concilio Trullano s3ὶ, dove si vietano i sanguinacci solio pena delia deposietionea'Clerici , delia scomunica a Laici : ness 'otta vo secolo abbiamo nella lettei a dei Pontefice Ro-i mano Zaccaria a Bonifacio Vescovo di Magonealo stellio divieto nel 9. secolo abbiamo it canone ι . dei Concilio di Vormes sue). Se dunquenoi osserviamo questa astineneta con tanta foreta in ogni secolo inculcata da Concilj, e da Padri. ese non da legete alcuna abrogata , ma dalla sola intemperiatara sempre su traseurata , bisogna, clieit Murano come di senser della Fede , come tu ror della Gies, , come custode de' canoni coni sermi, e dia vigore alle orditiante Ecclesiastichesu i , e con pene tempo
Mi maxavi glio, disse Stigliano , che i Cristiani fac-ciai piu conto de' singuinacci , che delle sco- muniche. Non vi δ eoa, rispose i 'Imperatrice, a cui piu ripugni la Natura , quanto all'astinen-za de' cibi, e alia mortificaetione delia carne et e
ventre de' sedditi ait 'esecurione . quelis
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quelle Leggi s ossemano meno , che alla gola' , o alla goiana si oppongono . Ma io , disse Leone, sero una legge cosi esemplare contra i maledetti sanguinacci, che non cosi facit mente seratra 'redita. Mentre in Costantinopoli si se questa legῖe , voi mi domandarete , Accademici , ques ita ii mio sentimento circae t 'asti neneta dellangue. Dirb r Le rasioni di Natale Alessandro si insono asset forti pes la sentenra comune, che questo canone sa stato a tempo , nε in conseguen-ra siam tenuit ost ruarto : e che tuiti i Conciij posteriori lo han rinnovato. per sola riverenaa dc-gli Apostoli , onde si e poluto con uso contrario abrogare. Ma per rispondere alia fortissima, e nuova ragione dei Patri arca , che intanto si
proibisce it sangue, perchξ in esse E. riposta lanostra non men , che l' anima de' bruti ; io distinguetes cosὶ : O si crede , che l'anima umana, sebiane immortale, sa perδ materiale ι oppinione che pud sestenersi seneta laccia di eresa , come
ellio Lateranense : e in questo caso non si pudin angiare ii sangue, restando in piedi la radon della semigii ra delia nostra coli' anima de' Bruti ; ragione, che militava presso gli Ebret , aquili, se crediamo at dotio Becano sue , niente su
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DELL IMP. LEONE. 03xi velato se questo punio ; talehὰ Filone Giudeo se tre parti deli' an ma , l' intelligibile la stua nel .capo , l' irascibile net cuore , la concupiscibile ne' membri della generisione s i ). E Uerio Σ ) era cosi persuaso di cio , che pretende , iae' primi tre Iccolidella Chiel. neisuno aver sostenuia l' immaterialita deli anima ; onde l' Eretico Apelle su ri pro- Vato da Tertulliano 3ὶ non perchὰ facea i' anima materiale , ma perchε lupponea , che l' anima delle seminine avea it sello sem mino , I 'anima de' masthi it festa mascolino. O si crede , che l ' anima umana sa immortale , e aliora cessa la proibiZione , perchὰ cessi ancor la ra-gione . Quindi e , che se volete conoscere, di qualsentimento ita uno intorno alia sostaneta deli'anima , dategii de' sanguinacci : se ii mangia, sara spiritualista e se non li mangia , sara materialis Lia Ιo per me avrei dissicotta di mangiarii, non per chὸ dubitas si inglaiottirini un peetro di anima; macterchὰ il sangue convertito in cibo da a noi unar ento d' indole alcatina , onde sicilmente cor-romponsi gli umori dei nostro corpo e mille gravi mali cagionano : questa ἡ la rissessione dei dottissimo Poeraave in , ii quale ancora crede, che
αὶ In Origenia n. 3 3 Lib. de Anim. S. Agine. lib. r. da aris. Anim.