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veste della saviora , e prudeneta , come es accenna Persio : pius venit sapientia . Anes Lattanetio si in arriva a dire , che se l'Autor della Natura avelle fario I 'uomo senza barba, avreb-be satia una cosa imperfelta , e disertosa. Mabastera per tuiti l'esempio dei nostro Redentore,
ii quale datu figura delia cuneata barba su detto αὶ; Imitato in cid da tuiti i Cristianine' pili devoti secoli della Chleia ς'talche labarba era una caratteristica des Cristianesimo ; on de l' empto Giuliano intitolo it libro da luiscritio contra i Cristiani , , it nimi- eo delle barbe, per dire ii nemico de' Cristiani, ii cui pregio nelle baria consisteva 3 . Nε la barba solo 'ma i capelli ancora Iungstia simi si ammirano net Messia, non men , che 'in S. Gio: 'Battita , in S. Giacomo Datello det Si- gnore, e in rutti gli Apostoli ) : locchὰ pratica- ι vas da Nazarei , che erano i per iti tra gli Ebrei ; ed i primogeniti Nazarei per tutio it tem- po delia loro vita non si lagitavano neppureuia capello, perchὰ ne' capelli uisantita consiste va Et resente casaris , cresceva la sentita, come
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ridere deli opinione s i ) inforta neli Occidente, ched crescerii i capelli sta peccato gravissimo ne 'malalii . comechὰ permelli, cid 'sia alle iam mine, per un pastb di S. Paolo. mes' in teso. Dice l'AD: talo.: Nonne ipsa natura docet vos , quod si vir quidem comam nutriat , ignominia est illi Muthr vero, si eomam nutriat gloria s illi siὶρ Mahchi non vede , che qui non si palla de' capelli , ina della chioma ' Coma propriamente di- consi i capelli accomodati, inanellati , e legati con i cerchietti, e gli aghi crinali , come ilice
S.Girolamo s3ὶ: Habent acus mulieres, quibus ornatorum crinium compago retinetur , ne laxius
ant, cr in sparsis dissipentur capillos . Petronio
li cisama acus comatorias e e di essi si se men-rione della L. 27: argumento is auro , σ arg.
le'. Il quale u 1ὶ di portare i capelli cori accomodati . e ligati.era usualissimo presib ledoniae Giudee , Greche , Romane, e di tuita quati l 'Europa, e a tempo di S. Paolo era ri- cevulo presso te Dame in tutio l'Orbe Romano.
E in fatii cosi splega questo passo S. Ambrotio c),
dicendo : Comam h. e. crinitam , cies dis inta . ordinata, e disposta in molli giri , e cannuoli
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come appulito E quella di Madama. E Artemidoro i ) distingue ατημελώτους, i capelli sciolii, enon accomodati da καstii, ii cui significato qualsa ricavasi da Tibullo ta) e Quisquis inornatumque caput , crineseue solutos Aspiceret , Phabiquareret ille comam. Onde S. Paolo dice essere improprio , e vergognose agit uomini non gi di portare i capelli lunghi , ma la chioma aguis, di donne accomodata , e calamistrata: perchὸ , come dice totasso s.Ambrosis s)
inscitum extat adagium : ἀδειυ vis της Mu . ψηνίζεται : Chi porta la chioma inanellata , v uolser da moglie, , e non da marito. Dei resto,
che i capelli simo si pili bello ornamento deli' uomo, si viae in Davide .s ), e in Assislonne sue), amati, e riveriti per i loro bellissimi capelli . Eche i capelli sano vn segno di virilita, e diserterra negli uomini ricavasi desta storia di Sansone s6 P. Qual pregio pol siano . alle doniae icapelli , basta l'esempio di Giuditia, delia qualela prima , e principat cura neli 'adornarsi per incantare colla sua bella Oloferne , se dei la chioma, e delia cussia : Discriminavit crinem
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mulieri tonderi , aut decalvari , velet caput suum. Ideo mulier debet habere velamen super caput suum propter An gelos e non avendo te Gonne attraitiinva maggiore de' capelli, devono an lar velate in Chiel, per non muovere Ia concupiscenZa de'
Sacerdoti, o , come altri vogitono, degli Angelisteis. Cosa ben uedum da S. Cipriano s3ὶ, checosi riprende te donne , che han Averchia cura diaccottim arsi la testa r oculos in te juventutis
iliteias , sinspiria adolesientium post te trahas , Oncupissendi libiainem nutrias, seuspirandi sementa succendas est velut gladium te , Cr venenum
neranda in Sacerdotibiu, toribilis in bellatoribus, decora in adolesientibus, comta in mulieribus, dulcis in pueris . Dunque se non vi E eta , sis o -ndialon di persone, cui nun apportano bellema , e maesta i stili , non E meraviglia,che Eliseo tanto si ofaese , sentendosi chlamat calvo da ragrari, che sere u scire gli orsi a divorarii sc). Da tutio cio , che sinora ho detio, coti
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eosi conchiude S.Girolamo si): In casarie, 9 b-ba pulchritudinis ,'virilitatis indicium est, quasi radantur nuda foeditas apparet . E Clemente Alessandrino si) solliene , ellere una scelerag-gine grandissima, se i Cristiani si radano i capelli , e la barba : quia in eis pulchritudo ingenita , ingenua est. E in Atti talia Sacra Scrit- tura ricavasi essere la depilaetione segno di lutio, e di servita 3ὶ quindi i Leviti nella loro consecraeione : Radebant omnes pilos carnis Da , per-'clid erano i servi det Signore : ut sine mei. Oserviant mihi . Costume introdotio pol nelleChiese d'Occidente verso la fine dei V. secolonella consagratione M' Clerici ). E quindi ancorai Monaci sebbene prima lunga barba , e capelli nutrissero, come dice S. Epitanto s) , forse purimitare i Proseti, come riste ite S. Ago hino 6J,dopo nondimeno per dichiararii servi di Dio , oper renderii l'oggetto di rise , e di ludibrio a tuiti, incominciarono a radersi i peli di cui tanta pompa facea tutio ii Nondo. Nε solo ne Monaci in ebbeluogo la rasione in Occidente , e in Oriente , ma anche nelle Monache, perchὸ sorsi te Monache sono serve di Dio ; come appunto presso i Romani le
i in Chamiliard. da Tons Clar. Van Espem de Cieri prima tons Thomas da rit. Eoles. Discip. lib. a. c. II.
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vestali neli'atto delia loro consegraetione si rade- vano : quia Dea Vesta a Pontoce mancipabantur iὶ. Da tutio cib conchiudendo io dico che
se i peti sono ii pid bel fregio degli uomini ,
se ii togliere i peli E una ingluria atrocissima , se ii non portar peli E un segno di somma dingratia , di obbrobrio, e di vergognosa servillila pena delia depilaetione ἡ la pia grave di tut- te . Io staret per giurare , ripiglio Leone , lalungitissima barba d Aronne ; che uia Filoso sosenta barba non E Filo se . Si agito a tempo di Luciano Σὶ nel Foro una graia quistione, se i Eunuco potea essetfFitososo ; et si decise di no tWrchE gli mancava la parte sed importante per conciliare it credito, e I autorita , quale E labarba. Oratio sue) ei falsapere , che i Filosofi hansempte satio tal conto delia barba , che per du, bio di perdere parte delia loro sapienZa non per- metieano di tagii arsene un solo peio . Socrate ilprincipe de' Hlosos, E deito da Giovenale per barbatus in .. E Dion Grisostomo s1ὶ ci deserive i Filosofi in volti in un pallio Iogoro coniunga barba, e lungitissimi capelli r quindi ε .che a nostri Monaci , i quali succetaro net Cristianesimo in luogo de' Filosofi gentili 6ὶ, sebiane fu
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i o DISCORSO R. SULLA NOV.1 8. fa permeso it radersi i capelli , la barba perδ' ἡ
vietato ad em non men , che a tuiti i Cristiani di raderia , come ὀ determinato in un conci .lio Cartaginese si). Anzi Ognun sa, che in questa Citta capitale deli' Impero di Oriente vi sono pene rigorosissime contro i Barbieri , e controcoloro , che si fata la barba si . Che se vogliamo te antiche storie ositivare , non troveremo barbieri in Grecia prima deli ' Era di Alesiandro Magno , a tempo di cui s' introdusse ii costume portatovidali 'esseminateria Persiana di radersi te barbe , costume, che bentosto an id in disuso . Gli Spartani savissimi sempte conservarono la loro barba,
e i capelli per i se di Licurgo , accio, come dice Senosonte s3J, lembrassero pia maestosi ; o per-chE , come riflette Aristotile, i capelli, e labarba sono ii pili bello ornamento degli uomini, naturale , e di niuna , o piccola speia . Quanto stimassero la barba, e i camilli i Romani antichi
e da Gio venale ) : nε prima deli' anno 4s . di Roma si radὸ alcuno la barba ,huel quale anno incominclarono a vetit visi i nostri Sicilianicol rasojό alla mano per pelare te genti 8 . Maquantulaque per servire ali' abuso si radestero iRomani, questo pero nonio saceano primati
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o. anni si): Mnchὸ at corrottissimo secolodi Α- gusto eid si tacea ali' eta de' ai. anni Σὶ . Primad' introducit questa vile usanra erano i Romani eos, pelosi delia barba; che la legge delie XII. Τavole proiiava alle donne it radersi te Panee r ne siseresentibus pilis, dice Plinio , viros sillerent , come iaceano te doniae Atentesi 3 . E'da notar si bensi, che net glorno in cui ratiansila prima barba i Romani , iaceano vn solenne convito cogit Amici, e la lagitata barba quasi preesosa gemma a qualche Dio consecravano ). Nerone sue in pose la barba sua in vii vasetto disro in ojellato, e la consacro a Giove Capitolino .
barba loro alia ina Forteaeta . Fu tanta la vene-
raetione degli uomini per la barba , che non solo di pretiosi unguenti Pungevano 7ὶ; ma neli atto di porget voti, o preghiere , aveano ii costume , dice. Plinio sin, di toccar la barba, comecosa sagrosinta, e divina. E dalla Storia sappi:,
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vlamente dunque fecero que' saggi Imperatori Romani Adriano. Antonino , M. Aurelio , isuoi Figli. Pertinace, Pescennio Negro, Caracs-la , Alessandro Severo . ed altri , che lunga ba ba nutrirono si). Ed a proposito mi seu viene diun palla di S. Gio. Grisostomo , dove narra , che i Re delia Persia tanto conto faceano delia barba, che da geute adattata a questo implego
se la siceano indorare peto per peto sa). Nῆ minore era la stima che iaceano i Re Parti , iquali mischiavano i pelli ascitio alla loro barba per sarta apparire piu grande , eQtuita dilicata- mente faceanta arricciare 3ὶ. Ma cheivado io nominando gli uomini, quando gli Dei stessi degliantichi con iunga barba ci si rappresentano , edestrivono μ)3 E per tacer di Esculapio, it quale serii re ἡ barbato , per dinotare che ii buon Medico talia barba conoscesi , come ancora di Giove, d' Ercole , ed altri ; lo stesse Bacco εdetto Barbato da Diodoro s) . I Siri , e que ' di
Ierapoli adoravano Apollo colla barba ; e Mercurio ἡ deseritio da Luciano co' mustacci, e con .
iunga barba cuneata s6ὶ 'cie gli uomini e gli mi , disse l' Imperatrices xappresentino barbati , non ἡ gran maraviglia: Ma che te Donne, e te Dee avesero la Barba,
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questo a puer mio ε un gran miltero si . Eravi in Roma at templo della Fortuna Barbata : Iocrederet, che i Romani pςr dinotare, una Portuna saggia, e che favoriva chi lo meritava , leposero la barba sim lo della prudenra . Antiri stimeret , dii se Sci gliano . che essendo te don-
ne barbute pili libidinose deli' attre , i Romani
volt ero e primere , essὸr la Fortuna una donna cla in saetiabile, che ora corre in braccio ad uno, ora in braccio ad uia altro, Adoravasi in Cipro, seguito l'Imperatrice , Venere Barbata , che nella parte superiore era maschio, e laeti' inferiore era
no , che.lo, spiegano ficii mente te doniae, quando lono in letto co' loro mariti. Erodoto s3) ripi-glio i 'Impera lore , riseri e , che pressis i Pedasii . alia Sacerdotella della Dea Minerva cre evat una iunga birba, quando tavrastava qualche disia igraetia. E' verissimo diste Stigliano , quando in una casa la donna si fa creicer la barba, e vuOlfar da uomo , la ruina di quella cala δ inevitabile . Oh l bene, sonivnse l'Imperatrice , io non pariero pisi di barba, giacche voi ne sep te tanto. Pai lei d de' capelli, che sono ii proprio , e maggiore ornamento delle doniae . Equi miret dire, che Omero chlama i Greci Καρηκομο-τας ; i Germani , i Goti, gli Sciti, i Par-