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Ar Sic. D.Nico LA Ros ELLI PER UM INVITO AD UNA CONVERSATIONE.
Uom , cui iungo digi uno ingordo rende, Del ptimo cibo a lui porto tal prende pia , che resta at primo incontro oppressis :
Quindi se a quello porgasi in appresso Nettar , che col divin quasi contende, L'abborre, e Megna , aneti a tui nausea rende Tal, che mirario appena gli E permesta. Coia, caro Nicola, appunto avviene Α - , cui spiace ogni altro oggetto, Ogni altra Donna , benchὸ leggiadra, e cara Q. Sob, perchὰ . oddio i in la prima sa si statua , Che tuiti i sensi miei, tuto la mia
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s ONETΤΟ. alia bella Erigone vicino Imera , o come it pili gentil de' fiori Di vaga rosa a fianco Dede , a Clori Lieto in grembo sedea con Lesbino LMa, polchὸ a morte it trasse empto destino, E delle graetie it nido, e degli amori Fu costretio a lasciar : mesto it cammino, E timido diirib fra i stigj orrori. Giunto agit Elisj alfine it guaeso gira . Ed Elena , e Cleopatra , e it fior raccollo Delle Belle pili illustri in siem rimira. Quindi, dopo che tutio ha visio it folio Leggiadro fluol tra se dice, e sospita :Era di Clori mia pili bello it volto
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uel pili d)ogni altro avventurato, e amen Luogo, ove Velia lieto segstorno Che agit occhi lassi invola it Avaro glorno, Tutis M' Mei pensier, tutio 8 ripieno. Di due, che dianai io ne laviai, sereno Un torna οῦ e dice : oh come t 'aere intorno E i prati, e P onde inflamma ii volto adorno Di Delia, e ii desce rise , e et Hanco seno. rbido l'altro, e lagrimoso riede Narrando in messi accenti it mio dolore: Delia pia tua non E , roti' ha sua sede. Ah rio pensiere , apportator di guai,
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Amor per te sorda assai pili d uia angue Le mie viscere apri col fiero artiglio .
Per te della mia vita it fior gia langue, E pur te sola cerea il debit ciglio: Sara tra poche attre ore it corpo es,ngue, E avris da te, ben mio , perpetuo euglio.
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E pur non spira una vermi ia gota, Un bianeo seno a tuiti eguale ardore ς, Ma sesuendo de' sensi ii vario errore Delia belleria is not viriai E la nom. Se pol raceolga i pregi strui division raro esempio in se Donna gentile, Fia, che ognun ta sua bella in tes lavvisi . AH i d' ogni more ἡ Delia mia la face :Se cara a me sembrasse, e asti altri vile, Men fiereetra ella avrebia, ed io pia pace.
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ro RIME PER LA Nasci TA DI FILIPPO BORBONE
Le Valli, i Monti, i Prati, e l' Aria, e l'Ose Suorian per Te d' alta allegream intorno ἱE l' una, e P altra Esperia at suon ei sponde Grande era it merto tuo : ma or cresce altronde,
E neli 'Iniante Eroe si sa pili adorno , Che in se t esempio de' Regnanti asconde :Troppo die sembro, e pure at ver so scorno. Deli' Avo il senno, e la piet det Padre, La tua belleata , e I' Italo valore Mira nel figlio tuo, felice Madre rVedi at suo piὸ semere avvinis it Tracer Regnar con Lui de' Popoli i'amore edi, e sedere at sanco suo la Pace.
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Che i grandi desit misi non faron voti . Pregat , ehe ii Ciel volasse in Lui sit noti I pregi tuiti, inde si apri it cammino Della gloria agit Eroi ; e a piis remoti Lissi si udisse ii nuovo onor Latino.
Barbare genti dome s suo valore Pregat, e 'i Trace inglusto in serri avvoltu, E Mil' alti di Pace alto consiglio . Perdono, AMA Lia: eguale at Genitore Io io sperat ελ ma se to miro in volto, μ' voti mi ei sembra maggiore it Figlio.
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o', non son vinta ancora eE' ver , che fitte at tuo bel votis ancella Le Grarie a me rubelle, . E nella tua bella, che ogni altra eccede, Santi costumi Italia , e 'i Mondo adora sMa al fianco tuo non vede
Venere a te gia cede Tullo it suo antico Onore , se cede mcora es tuo bel Figlio Amore.
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Quia gran doni Fortuna a Te comparte lLo stit pia puro , e la pili notar arte Non pud 'I men bes ritris det tuo bel velo. Qua di ques fregi io raecio , e quale io Delo , Che adornano di te la mi glior parte Son rante in essa alte virili cosparte, me aerende es cor di Cario ardente zelo . Tu di Polonia onor, d'Iberia speme , Mi d Italia it facere , Amalia , errat.