Le opere di Galileo Galilei “Le opere di Galileo Galilei” 5.1

발행: 1845년

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101.

21. 2933

Ali poca appunio di questa correZione, che, come si deducedat calcoli precedenti, st della sine di Gennato dei 1613, vuolsi riseri re Ia costrurione delia seguente Τ avola E. la quale conserva

senta queste che abbiamo ora recale, e pel quelle che si riscontrario appunio essersi inconi inciale a usare da Galileo intornoquell' epoca, come dat calcoli seguenli:

Dat successivi calcoli mi, che tulit riporteremo, si ri leva aItrest come Galileo si servisse di questa Τa ola fino at 16 Luglio 1616:

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si) L Aialore cita quos a Tavola talora col iliolo di Tabula Bonti, lal altra coli quello di Tubulae ultimiae.

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D qui it luogo ad una importanto dimostragione: important alia mi gliore intelligeneta di quosle carie; importantissima alia plena consermar lone delia nostra tosi: cho, cloe, quanto si e operato da Galilao in materia dei Satelliti di Giove, tullo si contieno negliAutografi deIla Palatina. Nel Vol. IV P. III dei MM. Galil. lossia in quello cho contienota massa dello osservarioni e dot calcolit si hanno qua uro principali citarioni di I avole dei moti mei' per quali ro opoche successi Ve, tome appresso ill: 1 A carto 187, cita Galileo te I avole emendate deI 1616, o

preelsamente cosi: Sequentes constitutiones ealeulatae sunt per Tabulas emendatas 1616. 2' Α earto 193, etia lo Τavolo omendato dei 15 otiobro 1616. cosi: Fiunt sequentes computationes per Tabulas emendatas 15 oet. 1616:Τavolo che, dalle epoche dolle osservarioni o caleoli pei quali sono e servito, si veri scano posteriori alle preeodonti dolio stosso anno 1616.3 A carie 51 cita una Tavola emendata pel solo torro Satellito sotio it glomo ae novembro 1616 con questo parolo: Tabula pro Tertio emendata juxta puperiorem eonstitutionem esι reliquis melior: 1616, 17 nov. scripsi 2J.ε A earle ε2 finalmento, cita la correχione generale salta allo Tavolo ii di 11 gennato 161 a Bellosguardo con queste testuali parolo: Iuxta precedentes observationes ictio tutio esistonol confretae sunt omnes Tabulae hae die 11 jan. 1617 a Bellosquardo: la qualcorregione si parte dat giorni 100 o va fino at 3000 como a suo luogo uod remo lat.

1 Cho quatim Tavolo corri spondenti allo citaχioni stesse do- vellem esistere:

D Che in virtu della nostra assergione delia perlatia integrita di questi lavori di Galileo. Ie deitc Tavolo devono contenersi nei Coti Dieimo prinei pali citaZioni, percho 1 Aulore accenna attre Volte, n apio sommari mente, alle medesime Tavole. 2ὶ Questa citarione e la se ente si trovano Bel Codice eost suor di tuom. come si vede dalla indicarione delia carta, unicamente in causa dei disordine uel eodico alesso: disordin . dol quale abibiamo avulo pia volte occasione, e assai pia altro l'avrenio, d intrati enerci.s3ὶ Nel corpo delle Osservarioni o Caleoli troveremo l' extensum dei loquailro correatoni qui ris ritu.

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lici in discorso. E l una o l' altra cosa sono in satio; sehlaene lasoconda si trovi condiali nata per guisa, che solo dopo lunglie elaboriosissimo riserche si a a noi venulo sallo di riconoscoria o di dimostraria. Νoi abbiaino avulo la huona ventura d' intravedere, e la pa-χienEa di veri scaro, qualmente queste quaitro successive correrionis iano state operato sopra una sola e istessa Tavola. dove tui te siriscontrano o si riconoseono colla maggiore evidenra, e Ia cui ultima forma o appunto quella che eorri sponde alia correzione deI

iaio Codico VI Pario IV: Tavola dei moli meit dei qualtro Satelliti, per minuit da 10 a 50, per ore da 1 a 23, o per gireni da 1 a 3000:o questi da i a 10 per unita, da 10 a 100 per dicetne, da 100a 1000 per centinata, o da 1000 a 3000 per migliata. Questa Τavola

concorda, anZi e identica, colla precedente rivola E led o heno notario sin d'Oral nei minuit e nollo ore, e net glomi fino a s pol S,

vola, o Tavole che dir vogliamo, dei moti medi, e unita una Tavolaitello Prosia rosi, quale noi pubblichiamo alia sine di questo ragi nam illo insieme a quella dei moti mpl.

l cremo, e condolla sopra un si glio piu grando e piu consistentodi tui te te altro che si riseontrano in questi codici, siccomoquella cho appunio, essendo stata da principio nolla mente del-l'Autore la sua piu perlatia, egit destinava ad un uso costante ogi nati ero.

A provare cho questa Tavola, quale si presenta atrocellio deIlellore, e quella appunio di Bellos ardo dei di 11 gennato 1617, has terebbe conis tarno Io eliso con quello dei caleoli posteriorial Pepoca medesima, e che a evano in quella Τavola te loro hasi. Ita non o di elo solo, che qui si iratia. Nel dimostrare come quesiaisiessa Tavola nolle sue disserenti vicissitudini e quella citata ne i tuailro sopradotii luoghi det Codico IV P. III, noi conse iamo, e

nulla di cio che Galileo tia operaio in questa materia manca ali odici Palatini: prox aro cit' ossi sono completissimi, e che si P

siede in tutia la sua integrita quella ait antica salica di Galilis, elio da duo secoli si deplorava Periluta. Disitired by Gorale

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dai giorni 20 inclusi e in mi; pel G dat soli giorni 100 inclusive:

a quale ultima correrione non si is manifesta, eonas, d alte coso detis, si immagina, cho dom Ia remorionc dei sogliello sopra indicato. Ha eriandio in testa uae altra piceola SOvrappostrione pomtante una Badice che r heremo a suo Iureo, e Cho ne ruupro un'altra cosi concepita, che Ora o bene notare:

Ora et sara chiosto per quat criterio si si a da noi venulo allaromoaione det sopradetio soglictio: e di questo bro emente ei ospe diremo esponendo, che avendo not verificato col conlaonio dei ea leoli ossore indubitabit mente la I avola. in discorso quale si presentava at nostro Oechiol la Tavola corrotta ii di 11 gon. lGIT a Deli mareo; o avendosi net tuom mcdesinio, in cui tἰali leo cita questa corregione di Beli guardo, la dissereura delle quantita dalla Τavola precedente per cento e per mille gi Orni, inducem uio che laTavola solioposta potesse appunio Psser quella sulla quale l' ultima correetione di Bellosguardo su salta; e la tentata esploraetione non soloci forni la riprova di questo satis, ma quella alimsi dello altro precedenti correetioni operate sulla Tavola flessa, come ei accingi amo a dimostrare. La nostra dimostrarione viene mera vigilosamento a volata davn dato, che et ri porta ali' origine prima di quesia I avola: dat laesistenZa, cloe, che abbiamo riscontrata nel Codice V, cari. M

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l so

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Ora son queste appulit a te ei lae, che per i duo dolii Salolliit irovianio usale inunediatainente doim la citarione dolle Tabulae emendatae dei 1616, nientro in quei calcoli medesimi velli amo conservato in i f e pel S le cilae sicsse delia Tavola E. comedalle seguenli citarioni dei Vol. IV. Par. III.

ntin

Sappiaino dunque quali lassem te cilae dei quatim Satelliti per te Tabulae emendatae dei 1616: ci pol m o lyel O quelleche alibi amo teste recate, e pel S o S quella delia citata Favola E.

Con questi clementi alla mano, osse iamo la Τavola in discorso, o Vedremo remossa Ia s rapposietionet pel ae o S, dove non si riscontra cassatura vemna, te ciste teste indicate per quei

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tenere te susso enit originali cilao di questi due Satelliti una ea

satura, O meglio alteraaione, prodotia da successivo correatoni,

delle quali aurem ragione piu innangi, e cho ivi a colpo d occhio si manifestano: seorgendosi evidentemente ii passaggio dati' anticaci fra alia nuova sit. Ahbiam duitque la prova irrecusabile o di salto che la Τavola a carta au dei Codice VI Parte lV, net suo primo getio, ossia quale, da noi restituita, ora si riporia, o la Tabula emendata des 1616, o precisamento del 20 Iuglio: mella che corrisponde alia sopra riserita etiarione delia pag. 187 deI Cod. Iv P. III: Tavola che ii Galileochiamava emendata certamente in ragione delia procedente Tavola E, delua quale, dat caleoli corrispondenti, appare, come a suo tu O ah-hiam dotio, ch'egii si servi sino at remea di questa emendarione.

) si osserva ora, a cagion d'esempio. nella Tavola in discisin tremossagena pro Ia wvrapposuione j nella colonna dei di, sotto i giorni 20, Ia citradi 225' 55 , che o it termine di una nuo a correaione, o precisamente di quellaeitata dei 15 ottobre, come or Ora discorreremo: Ebbene, per pom ehB si pongae alte ione a questa cisra, manifestamente si rieonosce come it primitivo 226 σο stato cancellato ridolio a 225' 55': il passageio det 6 a nella elisa de gradi essendo evidentissimo, dalla diversa forma eho li numero corrello ritien da luili eli altri 1 originali ed inlatu della Tavola siessa. Il medesimo e deI 15s' per giorni M. ridolio nella Tavola in discorso a I 58 53': o cos di tutu glialtri. Pol abbimo la med sima, ami margiore. eonsermazione. malgrad ehe, net minuti. abhia subito piu di una correZione, come fra meo Tedremota v gnacho per queste correEioni non essendo incorsa mutarione net gradi vh dat soli gloml SM in mi, te precedenti eisre si trovino intalto nolla Tavola indiseorso e puniualmento corri spondenti a quelle che abbiam vedulo di inprae sero state te eis te dei i per la Tavola emendata dei 1616. D altronde la solaeonsonanra dei termini dol ae o nolla Tavola in diseorso eoi ea coli eo rispondenti alla eorrorione det 20 luelio o pro a malematica ed esuberante deli' essere glaia questa Tavola nei suo primo gelio la Tabula emanclata 1616ἰ eho o quanto ora a provarsi. Voggasi per ultima consermarione it De simile. elic riportianio, delia Tavola in cli,corso.

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TAVOLE DEI NOTi MEDI 23 Passiamo ora a sarci ragione delia seconda citarione, ossi adella omendagione dei 15 vitobro 1616. Le osservatoni o calcoli immediatamente sussementi a questa etiarione ei danno pel S melle quantita appunis cho di presentosi Ieggono nella Tavola in discorso, remossa Sempro Ia citatamvrapposietione da piedi, e che disserenaiano da quelle deIIa precedento Τavola F da noi ricostruita; at termini delia quale cor

st quindi foreta concludere, cho l' emcndaetione deI 15 otiobro 161 6 si riserisco al solo ed D la semente:

ι calcoli pol, net quali Galileo sa uso di queste nuove cisto pel S, portano la seguente radicc

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postrione, che t priva Ia prima radice, metiendo questa in sua vece iij, sia stata contemporanea a questa correaione det O. Il G su, dopo quest' epoca, amomento di particolari specu laetioni di Galileo, it quale no venne sorse segnando i nuo vitemini nella Tavola in diseorso, ovo evident mente, non lanioni cuni gradi, ma speciamento at cuni minuti mostrano piu di una correZione, Delie, secondo Ia sumserita citarione delia pag. 51 deI Cod. IV P. III, ne sermo la Tavola, it 17 novembro 1616, nella forma cho appunto ora si vede nella sem pro citata Τavola dei e dico VI P. III colle cilae che appresso:

Le quali cilae come sien quello riseri bili alta sopraeitata eorrerioneri sulta da queste prove di satio: che appunio son queste te liuove quantita che appa tono pel O nei calcoli successivi a queli' epoca , stando serme te alue teste indicate dei th

Par. IT. v. e. r. 52

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